Bambini «compressi» e aule inagibili. Il caso Catanzaro
Data: Domenica, 18 settembre 2011 ore 13:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Se
ci fosse un premio per la città con le scuole più fatiscenti forse
spetterebbe a Catanzaro, dove ben tre istituti negli ultimi due anni
hanno chiuso perché dichiarati inagibili. In uno è crollato il tetto,
un altro non era antisismico (in uno dei territori a più rischio
terremoti della penisola... ) un altro, sebbene costruito recentemente,
si è scoperto che poggiava su una falda acquifera. Non male come
primato per un capoluogo di Regione. Fondi ministeriali per affittare
sedi dignitose, dopo la cura Gelmini-Tremonti, nonce ne sono, e un
complesso scolastico, al sud poi, non si costruisce in pochi
mesi.Afarne le spese sono come sempre gli studenti. In questo caso
parliamo di bambini. Che all’inizio dell’anno, nella situazione
emergenziale, sono stati sistemati “alla buona”.
Alcune quarte e quinte elementari dei plessi che hanno
chiuso sono andate al Liceo Linguistico/ Scientifico Fermi,
raggruppando così ragazzi adolescenti e maturandi con bambini. Le prime
e le materne sono state accorpate invece alla Elementare Murano del
quartiere Lido. Causando un sovraffollamento da primato. La scuola
infatti per questi bambini è cominciata due giorni dopo che nel resto
della Calabria: il tempo di finire i muri divisori che consentivano di
ricavare dalle aule più grandi due locali. Non solo: anche la sala
mensa, una conquista recente dell’istituto, è stata adibita ad aula.
Sapete qual è il risultato? 25 bambini in classi di 20 metri quadrati
inclusi banchi, sedie, cattedra e tre maestre. Quando la legge prevede
un metro quadrato e 80 centimetri netti (e cioè arredi esclusi) per
bimbo. I genitori della scuola Murano non ci stanno a vedere
«soffocare» i loro figli e minacciano battaglia. «Non hanno lo spazio
per giocare, devono anche mangiare in aula perché la sala mensa è
occupata, ma come fanno? - dice la mamma di un bimbo di tre anni - io
dico: va bene, data la situazione di emergenza non rispettate i metri
qudrati per bimbo, ma non al punto di farli soffocare». «Una maestra ci
ha detto che finché c’è bel tempo li porteranno fuori a giocare perché
dentro non c’è spazio - dice un padre - ma d’inverno? Li tengono legati
alle sedie? Sono bambini dell’asilo». E Costantino, che ha iscritto un
bambino di 4 anni: «Mio figlio mi dice che non può neanche correre,
volevo andare a fare una denuncia ai carabinieri, mi hanno fermato, mi
hanno detto di non essere impulsivo». «I miei figli stanno in classe
come dei topi - s’indigna Paride, fotografo, due bambini in quella
scuola di 3 e 5 anni - non sono classi, sono trappole, che dobbiamo
fare chiamare gli avvocati? È una scuola pubblica o no?». E non c’è
alcuna speranza che migliori la situazione nel corso dell’anno
scolastico. «La dirigente è stata chiara - dice Maria Fratto,
rappresentante dei genitori della materna - rimane tutto così fino a
giugno». Per questo hanno pensato di convocare un’assemblea pubblica
con tutti gli esponenti poltici locali che vorranno interessarsi al
caso (di destra e di sinistra) e, sopratutto, di scrivere una lettera
aperta al sindaco di Catanzaro, Michele Traversa (centrodestra), al
Ministro Gelmini e al Dirigente scolastico regionale Francesco Mercurio
che giusto tre giorni fa in una conferenza stampa sull’avvio dell’anno
scolastico regionale, svoltasi proprio nel capoluogo, non ha
evidenziato nessun problema per le scuole catanzaresi. E anche per la
dirigente della scuolaMuranoè tutto a posto, anzi «a misura di
bambino», come dice lei stessa ad un giornale locale. Per Caterina
Anania, dirigente del VI circolo didattico, infatti, secondo le parole
riportate ieri dal la Gazzetta del Sud: «benché sia una sistemazione
tampone» sarebbe addirittura per i bambini un ambiente «più consono»
che negli anni passati. Nontace la dirigente però altri problemi:
«L’unica carenza che abbiamo è quella relativa al personale
tecnico-amministrativo, il cui numero è sempre inferiore a quanto
servirebbe, per via dei numerosi tagli che colpiscono il settore
».Nonsi nasconde invece l’assessore alla scuola Stefania Lo Giudice
(Pdl) che però come prima cosa dice: «È una situazione ereditata dalla
precedente amministrazione di centro sinistra». Poi spiega che «è una
soluzione temporanea,abbiamo preso la decisione in 20 giorni, i lavori
per sdoppiare le aule si sono svolti in tempi record». A proposito
delle mamme e dei padri in protesta, Lo Giudice afferma: «Il lamento
dei genitori è strumentale, trovano scuse, il sovraffollamento in
realtà non c’è, i bambini sono solo un po’ sacrificati». «Il nostro
obiettivo - continua - è ristrutturare le scuole chiuse o fatiscenti».
Con quali fondi, visto che dal Miur non arriva un euro e la manovra ha
tagliato i fondi agli enti locali? «Io la manovral’avrei votata lo
stesso ma le casse comunali effettivamente sono sofferenti». Tre
milioni di euro. La pietra tombale sulle scuole catanzaresi la mette
l’assessore ai lavori pubblici con delega all’edilizia scolastica,
Giuseppe Calabretta: «Ci vogliono almeno 3 milioni di euro per rendere
agibile una sola scuola. Il vero discorso è quello delle risorse, senza
dire questo non si possono dare tempi». Le scuole a norma per gli
studenti catanzaresi rimarranno un’utopia. (da l'Unità di Luciana
Cimino)
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