Francia, l'appello de Le Figaro: ''Salviamo i maschietti!'' Nelle scuole mancano figure maschili e i primi a rimetterci sono i bambini
Data: Domenica, 18 settembre 2011 ore 12:00:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
I bambini
non hanno più figure maschili di riferimento! E’ questo l’allarme
lanciato in Francia da Le Figaro, quotidiano di larga diffusione, col
titolo: “Salviamo i maschietti!”. Senza modello maschile, come
cresceranno? Gli fa bene un mondo immaginario e reale fatto solo di
gonne e figure maschili spesso (vedi la TV!) solo violente o
narcisiste?Il quotidiano francese punta il dito sul fatto che nelle
scuole materne ed elementari ci sono solo maestre e ha ragione; anche
in Italia, solo lo 0.7% degli insegnanti sono maschi alle materne e
solo il 3.8% alle elementari. Facile dire che ai bambini serve una
figura materna, ma le figure dei due sessi sono complementari e
indispensabili. E avere una scuola in cui le maestre sono oltre il 90%
deve far riflettere: è uguaglianza? Si dirà che nessuno impedisce a un
uomo di entrare nella scuola. Già; ma un primo ostacolo è lo stipendio
da maestro, che di solito non basta per mantenere una famiglia; più
sostennibile e approcciabile per le donne che hanno già una fonte di
reddito in casa. Il Nouvel Observateur (quotidiano progressista)
riprende l’allarme dello psichiatra infantile Stéphane Clerget: lo
sbilanciamento di insegnanti donne/uomini nuoce all’apprendimento dei
maschietti; non è un problema di avere meno maestre, ma di
riequilibrare un insegnamento devirilizzato,
spiega.
Le Figaro aggiungeva anche un’altra chicca: i
figli dei divorziati finiscono quasi sempre con l’essere assegnati alla
mamma, e il babbo lo vedono solo in qualche week-end dove il genitore
maschio finisce per far la parte del parco-giochi per accattivarsi come
può un pizzico di cuore del figlio; risultato è che il figlio associa
la figura paterna alla giocoleria e a nient’altro. E le figure maschili
che passano in TV sono le star dello show biz: cantanti, calciatori,
giornalisti d’assalto, urlatori dei talent-show; e vorrei vedere chi di
voi le vede come modelli cui ispirare i figli. Ma è questo che i figli
bevono.
Oltretutto nel panorama dei bambini è avvenuto anche un altro
sovvertimento nel rapporto visivo maschi/femmine. Sono scomparsi i
preti. Sono pochi, in Chiesa non ci si mette più piede e il prete ha
comunque perso autorità sui media e nella società. Ed è un guaio,
perché crolla una roccia dell’educazione e della solidarietà sociale di
cui pagheremo e già paghiamo il prezzo. Se poi aggiungiamo la
tradizionale tracotante latitanza dei padri nell’educazione dei figli,
la frittata è fatta. La bilancia è inclinata: vincono (numericamente e
temporalmente) le donne; ma in realtà (per colpa degli uomini volenti o
nolenti) pèrdono tutti.
L’allarme per i bambini della “morte del maschio” non deve essere
sottovalutato: è un danno per la psiche in formazione, mentre per il
pediatra è un fattore di rischio per lo sviluppo; ci sembra attuale
anche in Italia. Forse le pari opportunità si dovrebbe offrirle anche
ai bambini.
(di Carlo Bellieni da http://www.loccidentale.it)
redazione@aetnanet.org
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