L’ultima balla: “Nessun taglio alla Storia dell’arte”! O meglio: Negare sempre, anche l’evidenza.
Data: Sabato, 17 settembre 2011 ore 17:26:25 CEST Argomento: Rassegna stampa
Dopo aver negato prima il dramma dei
precari e poi l’emergenza sostegno, beccandosi le sacrosante, indignate
risposte di genitori e docenti; dopo aver negato l’esistenza di classi
pollaio, sparando cifre a caso e sorvolando su sicurezza e funzionalità
didattica; l’ultima chicca del ministro Gelmini, in ordine di tempo,
riguarda i tagli all’insegnamento della Storia dell’arte ed è contenuta
in una nota del 13 settembre 2011:
http://www.istruzione.it/web/ministero/cs130911bis .
In questa si afferma, sin dal titolo, che “La Riforma non riduce ore di
Storia dell’arte” e lo si fa con il piglio di chi, preda di un cronico
delirio, continua ad asserire il falso con inossidabile convinzione,
malgrado evidenze oggettive dimostrino il
contrario.
Ignorando ancora una volta che gli istituti di istruzione
superiore, in Italia, annoverano anche i Tecnici e i Professionali, e
che peraltro gli iscritti a questi indirizzi sono la maggioranza, il
Ministero continua a confondere la riforma delle superiori con quella
dei soli licei . Si ha la sensazione, nemmeno tanto vaga, cha ai piani
alti del Ministero dell’Istruzione si ritengano degne di nota i soli
Licei, la scuola della “gente bene”, per intenderci. Non ne siamo
sorpresi: in questa fase di putrescenza di una società in rovina il
potere non si abbassa a guardare più sotto del proprio piedistallo
dorato e abbiamo dovuto ascoltare il nostro ministro, affermare che sua
figlia non sente la crisi…
Noi, che eleganti non siamo, riteniamo le scuole tecniche e
professionali non meno importanti dei licei. E facciamo di più:
rivendichiamo anche per chi si sporca le mani il diritto a comprendere
e studiare l’arte, certi che non solo Egon Schiele e Van Gogh, ma anche
Goya, Caravaggio, Leonardo mai sarebbero stati ciò che furono se non
avessero “sentito” le crisi e se non si fossero sporcati le mani.
Ma non pretendiamo di spiegare tanto al ministro, né di far notare che
se tanti docenti di Arte sono oggi perdenti posto non può che essersi
data una riduzione del monte ore complessivo. Ci limitiamo qui, invece,
a provare a fare ciò che il ministero, deliberatamente, non fa, a
cominciare dal porre a confronto gli istituti tecnici e professionali
cancellati con quelli nati dalla “riforma”, perché falsa è anche
l’affermazione che “non può essere fatto alcun confronto organico con
la miriade di sperimentazioni…”.
Certo oggi non è agevole confrontare un indirizzo sperimentale come
l’“Erica” che, pur essendosi in passato diffuso su tutto il territorio
nazionale e avendo riscosso il gradimento di decine di migliaia di
alunne e alunni, è stato cancellato, e con esso le ore di Storia
dell’arte che pure vi si insegnavano (-198 ore in tre anni). Il
confronto, però, è più che possibile, se si ha voglia o volontà di
lavorare seriamente, per l’indirizzo grafico, o per quello tessile e
della moda, che oggi hanno anche lo stesso nome di ieri e dove lo
studio della Storia dell’arte effettivamente non è stato ridotto, ma è
stato totalmente cancellato (- 429 ore al grafico nei 5 anni e – 396 al
tessile e moda). Una riduzione la registriamo invece nell’indirizzo
tecnico turistico, unico tra gli istituti tecnici dove la disciplina
“resiste”, ma con una riduzione del 40% del monte ore globale (- 132
ore in totale). L’indirizzo professionale turistico, invece, non
esisterà più e, laddove si è deciso di convertirlo nell’attuale
“Ospitalità alberghiera”, vedrà scomparire totalmente lo studio della
disciplina in oggetto (- 231 ore).
Per concludere vale la pena di spendere qualche parola in merito agli
stessi Licei, tanto decantati e anche qui non ci pare ci sia poi così
tanto da stare allegri, a meno di non voler ridurre l’analisi ai soli
“classici”, per giunta “tradizionali”, che pure tanto piacciono alla
nostra classe dirigente. Solo in questi, infatti, è possibile
registrare un potenziamento del 33% (+ 66 ore), e solo se fingiamo di
ignorare che anche in moltissimi licei classici erano in atto
sperimentazioni che potenziavano l’arcaico, misero monte ore, non solo
di Arte. Diffusissimo era, ad esempio, il “progetto Brocca”, che
prevedeva un monte ore identico a quello previsto dall’attuale riforma,
per non dire di tante sperimentazioni ben più “generose”, nei confronti
dello studio della disciplina in oggetto.
Nei fatti, quindi, anche nei Classici è difficile parlare di un
potenziamento ed, in merito agli altri Licei, è assolutamente ridicola
l’affermazione: “La Riforma ha inoltre esteso lo studio della storia
dell’arte inserendola in tutti i programmi dei nuovi licei che sono
stati creati: il Liceo delle scienze umane, il Liceo Linguistico, il
Liceo Musicale oltre naturalmente il Liceo artistico che è stato
profondamente riorganizzato”. E’ come dire che la Gelmini ha introdotto
l’uso del banco e della sedia… tutti gli indirizzi liceali prevedono,
da quando esistono, lo studio della Storia dell’arte. Non esisteva,
nella forma attuale, il liceo musicale e quindi potrebbe apparire una
forzatura proporre paragoni. Esisteva già, invece, il Liceo delle
Scienze Sociali, che tutti indistintamente hanno inteso come il
predecessore delle gelminiane “Scienze umane”, che hanno portato in
dote una diminuzione del 14% delle ore di Arte (- 33 ore). Esisteva già
lo studio dell’Arte nei Licei linguistici e, parrà strano al Ministero
dell’Istruzione, già si studiava Storia dell’arte finanche nei Licei
Artistici. In questi ultimi due casi, così come nei Licei Scientifici,
il monte ore della disciplina non ha subito variazioni. Un bilancio
pari, quest’ultimo, che ci consola, visto lo sconfortante quadro di
tagli, qui riportato solo per sommi capi, che ha coinvolto la Storia
dell’Arte come e forse più di tante altre discipline. Di fronte a tanta
desolazione e alle sue scelte classiste, sentiamo di dover chiedere al
Ministro, se proprio non vuol farci la cortesia di dimettersi, almeno
di tacere, tornare sulla sua nuvoletta lontana da tagli e crisi, e di
risparmiarci note come quella del 13, indecenti e false. (da
ReteScuole)
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