Arriva la pagella per i prof:i voti li danno gli studenti. I giudizi incideranno su stipendio e incarichi. I ragazzi esultano.
Data: Giovedì, 15 settembre 2011 ore 19:36:21 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Lo aveva promesso il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini: i docenti avranno la loro pagella e a compilarla non saranno solo i dirigenti, ma anche gli studenti. Detto fatto: il Senato accademico dell’Università di Padova ha approvato una delibera che prevede la pubblicazione delle valutazioni attribuite a ciascun insegnante dagli iscritti al relativo corso di laurea. I ragazzi saranno chiamati a esprimere un giudizio sulla qualità delle lezioni, sulla puntualità del professore, sulla sua disponibilità nelle ore di ricevimento e a concedere la tesi, sull’aggiornamento della didattica e così via. Non una novità per l’Ateneo, che già offre tale opportunità con apposita scheda da compilare entrando nel sito, ma la svolta è che in futuro i «voti» saranno fondamentali per il destino dei docenti. «Si propone l’adozione di meccanismi premiali e sanzionatori—recita infatti la delibera — e che in presenza di ripetute valutazioni negative al docente non vengano rinnovati gli incarichi di affidamento e possa non essere corrisposta la retribuzione, anche se spettante. Nel caso di docente interno si prevede che possa essere proposto per un diverso impegno didattico e non sia comunque rilasciato il nullaosta per incarichi esterni di didattica o ricerca. Parimenti, la presenza di persistenti valutazioni positive costituirà titolo preferenziale nelle graduatorie per l’assegnazione di incarichi retribuiti all’interno e all’esterno della Facoltà.            
 Infine le valutazioni positive della didattica saranno un parametro da tenere presente nelle future attribuzioni dei budget per la docenza». Esulta l’Unione degli universitari di Padova: «E’ una conquista che avvicina il nostro Ateneo ai modelli internazionali, ma soprattutto consente a tutti gli studenti di sentirsi parte di un processo valutativo volto a garantire una didattica sempre migliore e sempre più partecipata». Prudente invece il prorettore Guido Scutari: «Prima di tutto bisogna vedere cosa disporranno i decreti attuativi, che non ci sono ancora, e poi il tema va studiato bene, perché è molto delicato, anche da un punto di vista legale. Come fai a negare lo stipendio a un docente? Nutro qualche riserva sul progetto, anche perchè non è facile avere la garanzia dell’obiettività dei giudizi». «La novità entrerà in vigore tra due anni — precisa Gianni Riccamboni, preside di Scienze politiche—è un processo delicato, non tanto perchè si potranno mettere in pubblico limiti e lacune, ma per il salto psicologico e di adattamento che comporta. Oggi tutti riconoscono che la valutazione s’ha da fare, ma quando si deve passare dalle parole ai fatti vengono fuori mille remore. Se vogliamo che venga presa seriamente dagli studenti non dev’essere sottoposta ad altre sperimentazioni ma deve entrare a regime. Per iniziare, va stabilita la soglia di partecipazione idonea a garantire risultati affidabili». «E’ uno dei tanti segni di maggior trasparenza del mondo universitario — aggiunge Michele Cortelazzo, preside di Lettere — ma bisogna studiarne con molta attenzione le modalità di applicazione. Nella nostra Facoltà se ne occuperà la Commissione paritetica, composta da professori e studenti».   (da Corriere della sera)

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