Le nuove categorie: Popular e Loser
Data: Giovedì, 15 settembre 2011 ore 12:03:06 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Oggi Giovedì 15, al primo sole settembrino, parte in Sicilia il programmato convoglio ferroviario della scuola portando in ogni paese, piccolo o grande che sia, gli alunni per raggiungere i dirigenti, i docenti e gli ATA che dovrebbero essere in servizio già dal primo di Settembre. Ogni ospite di questo treno con un cuore che batte veloce, porta con sé grossi zaini pieni di domande che attendono una risposta.
Ma che sarà di me durante quest’anno? Quest’interrogativo si potrebbe indicare come domanda fondamentale posta principalmente dagli adolescenti.
Per diversi studiosi dell’adolescenza, gli studenti di oggi, però, a differenza dei loro colleghi di qualche anno fa, non porteranno dentro di loro la paura di prendere brutti voti o di non riuscire a superare un esame, bensì il timore di essere “impopolari” o di apparire come dei “perdenti”.
Gli adolescenti, infatti, sono proprio nella fase in cui i modelli imposti loro dalla società creano forti disagi e di fronte a un possibile fallimento potrebbero mettere in discussione il loro valore riguardo agli altri; il ragazzo potrebbe pensare di non essere capace, o di non essere all’altezza delle prove quotidiane e, quindi, cadere nella depressione.
Questo spiega perché oggi gli alunni sono divisi in due categorie, il ragazzo popular e il ragazzo loser.
I termini non hanno nulla a che vedere con il terrore di non essere dei bravi alunni, di essere, come si diceva un tempo, “asini”, le parole sono legate essenzialmente al successo personale che ogni discente può avere all’interno di una classe.
Popular, infatti, è il ragazzo di successo nel gruppo dei pari, loser è il perdente ed essere etichettato perdente sarebbe scandaloso e creerebbe, sembra, depressioni e persino il rifiuto dello studio. Essere etichettato come un “perdente” o uno “sfigato” dai coetanei e, peggio, dai docenti, sarebbe percepito come un fallimento più totale.
Nella percezione adolescenziale il “loser” non vincerà mai nella vita e sarà sempre ultimo della lista dei potenti! non governerà mai il mondo! Questo potrebbe spiegare perché tanti ragazzi, per non correre questo rischio, si lasciano andare ad azioni devianti quali comportamenti di bullismo o primi accessi al fumo e/o alla droga.
Secondo Gustavo Pietropolli Charmet psichiatra esperto di adolescenti, “oggi come quarant’anni fa il ritorno a scuola può essere fonte di preoccupazione, ma la minaccia non è più quella di un castigo. Il timore per ragazzi è di fare brutta figura con i compagni sulla passerella della scuola e di deludere le attese dei genitori che vogliono ragazzi di successo. Non si tratta più di una paura etica, ma di una paura estetica, non legata al sentimento di colpa, ma a quello di vergogna. Oggi non si teme il brutto voto ma l’insuccesso sociale e questo genera un’ansia interiore difficile da gestire a scuola e a casa”.
Un tipo popular certo non temerà un test mentre il loser non riuscendo a gestire la paura non sarà capace di affrontare un compito proposto.
“L’eventuale fallimento in una prova scolastica, puntualizza l’illustre psichiatra, non è qualcosa che mette in discussione quanto il ragazzo abbia studiato, ma il suo valore di persona in quanto tale: l’adolescente (che già si sente inadeguato ai modelli estetici che la società gli presenta) pensa di essere anche stupido e incapace, di non essere all’altezza della scuola che i genitori hanno scelto per lui. L’ansia che genera questa prospettiva è quindi molto più profonda e difficile da gestire”.
In questa logica, il giudizio sui risultati non si potrebbe dare con il “canonico” rito della sufficienza o dell’insufficienza ma dovrebbe scandagliare la sicurezza di ogni alunno e capire quanto essa incida per superare le prove scolastiche e aiutare a riscoprire la motivazione allo studio.
Non sappiamo se queste ricerche abbiano una solidità scientifica ma sappiamo per esperienza quanto possa influire l’ambiente scolastico sulla motivazione allo studio e, quindi, sul successo. Un clima sereno, accogliente e familiarizzante rende il ragazzo più sicuro e tranquillo, al contrario, un clima ostile provoca stress, riduce l’autostima e quindi il dovuto entusiasmo e l’impegno necessario per avere risultati positivi nelle prestazioni scolastiche.
Il primo giorno di scuola, da sempre, è un momento emozionante. L’inizio di una sfida in cui ci si misura, quotidianamente, con gratificazioni e sconfitte più o meno piccole ma sempre necessarie per maturare ed essere pronti ad affrontare le difficoltà del domani.
Auguriamo, perciò, di vero cuore agli alunni, ai loro genitori, a tutto il personale della scuola, che questo nuovo anno scolastico porti tutto quello che di meglio si possa desiderare per ciascuno.
Direttore Responsabile della “Letterina”
Giuseppe Luca, pippo.luca@alice.it





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