Pd:''La riforma Gelmini è fallita, ecco da dove ripartire''
Data: Lunedì, 12 settembre 2011 ore 18:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Come vediamo
dalla caotica apertura di questo anno scolastico, la fallimentare
politica della Gelmini riguardo al personale, combinata a riduzioni
dell`offerta formativa ammantate del nome di riforma, ha precluso ogni
prospettiva di pianificazione, reclutamento e autentica riforma,
schiacciando la scuola sull`emergenza dei precari, dei continui
accorpamenti, delle classi pollaio.
Il Forum nazionale politiche dell`Istruzione del Pd, negli ultimi 2
anni, ha cercato di non lasciarsi intrappolare da questo drammatico
presente e guardare al futuro, in un comune sforzo di approfondimento e
progettualità con esperti, associazioni professionali, sindacati,
movimenti variamente collegati al mondo della scuola, partiti di
opposizione. Attraverso gruppi di lavoro e riunioni plenarie abbiamo
affrontato il tema di una seria valutazione dell`intero sistema
scolastico (luglio 2010) collocandola nel quadro di una futura riscossa
della scuola (25-26 settembre 2010) basata su risorse, strutture,
valutazione di rango europeo; su interventi organici di contrasto alla
dispersione ed educazione all`interculturalità per i cittadini di
domani, dalla primissima infanzia al cruciale passaggio delle medie e
del primo biennio superiore; e, ultima solo in ordine di elencazione,
sulla piena attuazione dell`autonomia scolastica e del Titolo V della
Costituzione, cui è stata dedicata un`apposita sessione plenaria (15-16
gennaio 2011).
Questo lavoro ha consentito al Pd di formulare le 10 proposte per la
scuola di domani approvate dall`assemblea nazionale di Varese (ottobre
2010), confluite nel piano nazionale per le riforme (aprile 2011). Su
queste basi il Pd ha affrontato con critiche puntuali e costruttive
(oltre alle doverose proteste) sia l`impianto generale delle cosiddette
riforme, sia le iniziative propagandistiche messe in campo dal Ministro
in relazione a problemi reali, come la circolare del 30% del 2010
legata all`alta concentrazione di studenti stranieri in una singola
classe, o la raffica di "conati" valutativi del 2011, i cui punti
deboli erano il sistematico definanziamento dell`Invalsi, la sua non
terzietà rispetto al Ministero, l`assenza di un progetto credibile e
adeguatamente finanziato di valutazione e sostegno al sistema
scolastico nel suo complesso.
Il percorso del Forum ha avuto anche il merito di mettere in luce una
mancanza altrettanto grave dei tagli e della politica del personale, e,
insieme, una possibile via d`uscita dallo strangolamento economico e
organizzativo del duo Tremonti-Gelmini. La mancanza grave è che in tre
anni di governo nessun progresso c`è stato né verso il completamento
dell`autonomia scolastica, né verso l`attuazione del Titolo V della
Costituzione: a fronte di chiacchiere e sparate "federaliste" è anzi
corrisposto da parte del Miur un diluvio di norme e circolari
centralistiche, che rendevano la vita impossibile a scuole e dirigenti
virtuosi senza intaccare, dove ci sono, distorsioni e cattive
abitudini. In tempi di ristrettezze economiche e difficoltà a quadrare
i conti dello Stato (tragicamente peggiorati negli ultimi tre anni,
malgrado i tagli selvaggi alla scuola), una via d`uscita per il
rilancio della scuola potrebbe essere la rimessa in moto dell`autonomia
scolastica e del Titolo V: restituendo alla scuola le risorse
imprudentemente sottratte, sí, ma non al Ministero, bensì agli enti
locali e alle scuole autonome.
Attraverso un`assennata applicazione del principio di sussidiarietà già
oggi alcune regioni, province, comuni hanno, con gravi sacrifici,
mantenuto un`offerta formativa di qualità, malgrado i tremendi tagli.
Qui non parliamo del buono scuola, che è servito ad abbattere il costo
delle rette ai ricchi e non rientra nell`orizzonte del Pd; parliamo
invece di un governo locale capace di coinvolgere, sostenere e
coordinare, dopo un rigoroso accreditamento, l`offerta formativa di
tutte le risorse scolastiche presenti sul territorio.
In questo spirito il ripristino del modulo alle elementari o del piano
nazionale informatica alle superiori potrebbe avvenire rifinanziando e
responsabilizzando adeguatamente sia l`autonomia scolastica sia gli
enti locali, anziché emettendo un nuovo editto ministeriale che, dopo
anni di gestazione, stabilisca di nuovo con infinito dettaglio orari,
programmi, curricula uguali per tutti, in barba a un`Europa che da anni
parla di obbiettivi formativi e competenze di uscita. Questa ipotesi ha
spinto il Forum ad un approfondimento, appena pubblicato sul sito, dei
«Lep» (livelli essenziali delle prestazioni), garanzia di uguaglianza e
giustizia sociale nel passaggio al futuro regime di autonoma
imposizione fiscale e gestione dell`offerta formativa interamente
regionali. La terza assemblea plenaria dei Forum fra circa un mese, il
15 e 16 ottobre a Roma, si occuperà a tutto tondo della figura del
docente, che Bersani ha giustamente definito eroe del nostro tempo:
oggi maltrattato e insultato, domani protagonista della riscossa di una
scuola pubblica ormai allo stremo.
(di Giovanni Bachelet da L'Unità)
redazione@aetnanet.org
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