Guerra tra precari
Data: Lunedì, 12 settembre 2011 ore 10:58:30 CEST Argomento: Rassegna stampa
Riaprono le
scuole e ritorna immancabile la confusione negli uffici scolastici
provinciali soffocati da normative ministeriali, spesso in
contraddizione, e dalle istanze dei precari, col fucile puntato sulla
garanzia dei punteggi. La scuola è ormai l’ultima frontiera del lavoro
pubblico possibile e al di là dell’efficacia didattica dei loro
interventi, i professori pensano a sistemarsi, magari dopo decenni di
supplenze. Se tuttavia questa aspirazione non è legittima, sfidiamo
chiunque a sostenere il contrario anche perché la libertà intellettuale
è inesistente se non c’è quella economica. Che può sembrare banale se
non ci fosse già nelle foreste dei dibattiti capziosi utili per
indicare il dito e non la luna quello relativo alle speranze da dare ai
nuovi iscritti all’università, che intendono darsi all’insegnamento. Si
legge allora che un noto giornale rimproveri a Gelmini di pensare solo
a sistemare i precari storici e di lasciare al palo i giovani, visto
che nell’arco dei prossimi 7/10 anni i posti che si renderanno liberi
coi pensionamenti sarebbero già occupati dagli iscritti nelle
graduatorie: perché allora fare sacrifici per una laurea che non dà
sbocchi? Domanda legittima se si ignora la fellonia che è stata
perpetrata nei confronti di 250mila persone chiamati a puntellare le
crepe della istruzione per anni, blanditi con promesse di assegnazioni
di titoli, derubati da corsi fittizi di agenzie formative, sfruttati da
scuole private pirata, usati dallo Stato a consumo e poi, per garantire
giustamente i neo laureati, buttati a mare senza neanche scialuppa di
salvataggio. Dopo la guerra tra precari a pettine e a coda, tra
nordisti e sudisti, tra insegnanti di lettere classiche e moderne ecco
un’altra disfida nel mezzo della quale si erge il ministro della
istruzione che non sapendo cosa dire promette il 50% dei posti alle
graduatorie e il 50% ai giovani aspiranti. Equazione corretta se già
nella enunciazione non fosse balzana, come sicuramente sa la Gelmini,
perché questo era il progetto di Fioroni, ma che è stato accantonato
nel 2008 per sferrare il più grande licenziamento della storia d’Italia
togliendo materie, con una fanfaronesca riforma epocale della scuola, e
servizi ai cittadini come il tempo pieno e l’istruzione ai disabili.
Sicuramente rattrista vedere il ministro cercare nidi sotto le tegole,
ma ancora di più fomentare litigi e astiosità fra colleghi che per
timore di annegare si aggrappano a qualunque relitto viene loro
incontro.
Pasquale
Almirante - La Sicilia del 11 settembre 2011
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