Scuola, si riparte nella precarietà
Data: Lunedì, 12 settembre 2011 ore 10:51:25 CEST Argomento: Sindacati
Allarme
della Cisl di Catania. Denaro: "In tre anni persi circa 4.000 posti tra
docenti e Ata; in cinque, nelle sole elementari, 281 classi in meno e
16 plessi chiusi. Gli ex bidelli, in tre anni, sono 750 in meno".
Dalla prossima settimana diverse scuole della provincia etnea apriranno
i battenti in condizioni di grande precarietà. A Catania, negli ultimi
tre anni, i tagli agli organici previsti dalla legge 133 sono circa
4.000 tra docenti e assistenti tecnico-amministrativi. Nella scuola
elementare, in cinque anni, sono state tagliate 281 classi, 1431
docenti e chiusi totalmente 16 plessi. La Cisl Scuola è fortemente
preoccupata per tale situazione. E ne parlerà, assieme agli altri temi
legati all’avvio dell’ano scolastico, in un incontro provinciale con
tutte le rappresentanze sindacali unitarie e gli iscritti che si terrà
oggi, alla scuola Parini di Catania. Interverrà anche l’avvocato Dino
Caudullo per illustrare le novità legislative.
"Di fatto –sottolinea Giuseppe Denaro, segretario generale della Cisl
Scuola catanese – ci sono 4000 posti di lavoro in meno, di cui 1115
solo lo scorso anno, in una provincia come la nostra, che detiene il
triste primato della disoccupazione cronica. Centinaia e centinaia di
precari siciliani, per non rimanere espulsi per sempre dalla scuola,
sono stati costretti a emigrare al Nord in cerca di fortuna, con enormi
disagi e sacrifici facilmente comprensibili, non dissimili da quanto
patito dai loro genitori e nonni negli anni scorsi. Nulla purtroppo è
cambiato".
"Per Denaro, la scuola siciliana e catanese è sempre più povera e sola.
"Sì, perché si sostiene da sola grazie all’abnegazione e alla
professionalità di quanti vi operano, dai dirigenti, al personale ata e
a quello docente, agli alunni e genitori. Politica ed enti locali sono
assenti o latitanti permanenti".
"Solo la scuola elementare, il nostro gioiello di famiglia – spiega -
dall’anno scolastico 2006-2007 a oggi ha subito il taglio di 281
classi, di 1431 docenti e la chiusura totale di 16 plessi. Il ritorno
di fatto al maestro unico ha impoverito l’offerta formativa. Non vi
sono più i docenti per garantire un tempo scuola più lungo, quelle
compresenze che erano vitali per aiutare i più bisognosi, i più
svantaggiati".
"Il gap del tempo pieno tra noi e il Nord è costantemente invariato:
3,5 al Sud contro il 44,7. Le nostre famiglie hanno chiesto il tempo
pieno ma invano. Se consideriamo che la nostra scuola si trova in un
territorio fortemente emarginato, di cui ben 4621 alunni sono stati
segnalati a rischio di dispersione scolastica, il quadro diventa
drammaticamente serio".
"Per non parlare della decurtazione delle ore dei laboratori negli
istituti tecnici – aggiunge Denaro – e del problema Ata, in particolare
degli ex bidelli: in tre anni un taglio secco di 750 unità.
Conseguenze: problemi di vigilanza nelle scuole, di pulizie e tempo
scuola ridotto. Aumentano di gran lunga gli alunni per classe con
problemi di sicurezza spaventosi".
"Non va meglio per i diversamente abili – continua – soprattutto
gli studenti che si trovano in gravità avrebbero diritto ciascuno a un
docente specializzato per favorire l’integrazione e la crescita. I
tagli invece, se va bene, assegnano “mezzo” docente, perché nella
provincia etnea si deve rispettare la media di un docente ogni due
alunni diversamente abili".
Denaro ribadisce l’impegno della Cisl "a dare voce a chi non ce l’ha".
"Continueremo – conclude – a sostenere i precari, la scuola pubblica e
il diritto allo studio degli alunni. Vanno da subito bloccati i tagli
agli organici e congelati per almeno tre anni. Chiederemo ancora una
volta al Prefetto di farsi carico dei problemi della scuola catanese,
prima che il coma diventi irreversibile. La mobilitazione continua".
Andrea Oliva
oliva@nti.it
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