Il mistero del concorso ds e la qualità scadente delle prove preselettive: gatta ci cova?
Data: Sabato, 10 settembre 2011 ore 16:38:38 CEST
Argomento: Opinioni


  Lettere in redazione
Il concorso a Dirigente scolastico bandito nel luglio scorso sta attirando l’attenzione per una lunga sequela di fatti strani, o quantomeno anomali, in relazione alla prova preselettiva prossima ventura. Nel constatare che gli oltre 5000 test (tra cui saranno estratti i 100 che nel prossimo ottobre saranno somministrati ai concorrenti) erano disponibili in molti casi (anche via Intenet, pare) fin da luglio, anziché, come previsto dalla normativa, dal 1 settembre, c’è stata una levata di scudi assolutamente legittima, che pare sia sfociata in un’indagine della polizia postale. Tutto vero, tutto giusto. Ma credo anche fuorviante. L’eccessiva attenzione a questo fatto ha distratto da un fatto molto più importante: la qualità della prova. E’ vero che molti (sindacati, esperti, colleghi docenti) hanno sussurrato, alcune volte sarcasticamente, sul merito di una prova assolutamente inadeguata per saggiare le competenze dirigenziali di un soggetto; ma è anche vero che bisogna assolutamente approfondire meglio e in modo circostanziato questo argomento.
In primo luogo, la natura dei test. Nel bando di concorso sono espressamente indicate le macro aree tematiche a cui i test faranno riferimento. Ce ne sono alcune (l’Unione Europea, l’informatica, la legislazione amministrativa  ad esempio) che hanno riferimenti oggettivi, specifici, inequivocabili (tranne rare eccezioni), altre, francamente, hanno il sapore di aria fritta:
 
d) Area socio-psicopedagogica, con particolare riferimento ai processi di apprendimento, alla valutazione dell’apprendimento e dell’istituzione scolastica, alla motivazione, alle difficoltà di apprendimento, all’uso dei nuovi linguaggi multimediali nell’insegnamento e alla valutazione del servizio offerto dalle istituzioni scolastiche;
e) Area organizzativa, relazionale e comunicativa, con particolare riguardo alla integrazione interculturale e alle varie modalità di comunicazione istituzionale;
f) Modalità di conduzione delle organizzazioni complesse e gestione dell’istituzione scolastica, con particolare riferimento alle strategie di direzione ; 
 
L’aria socio-psico-pedagogica è così vasta (praticamente dai presocratici ai giorni nostri) che comprendere cosa si deve approfondire e cosa non si deve approfondire è praticamente impossibile, come impossibile è la scelta di puntare i quiz (chiamiamoli con il loro nome) su un autore o una scuola o una teoria, anziché su un’altra. L’aria organizzativa, relazione e comunicativa così come la conduzione delle organizzazioni complesse, non hanno dei punti di riferimento ancora del tutto codificati, in sostanza, sono in assoluto divenire e il loro sapere è così frastagliato e in parte contraddittorio che si rischia di parlare del “sesso degli angeli”, non ci credete? Ecco l’esempio di alcune domande:
 
1.       Quali sono le caratteristiche principali di un servizio?
2.       Alcune fondamentali dimensioni della leadership educativa
afferiscono ad elementi culturali ed educativi ed alla progettazione educativa. Quali sono, secondo lei, le azioni principali che un leader efficiente deve mantenere in campo per perseguire tali obiettivi?
3.       Da una buona comunicazione interna dipende il successo di un
dirigente scolastico quando..............
4.       Il ruolo della leadership educativa del dirigente scolastico nella
scuola è orientato a..............
5.       L'istruzione assistita dal computer è una forma d'istruzione
elargita attraverso il computer.............
6.       Cos'è un'unità organizzativa?
7.       Cosa rappresenta il potere nelle organizzazioni?
8.       Le forze e le debolezze emergono dall'analisi strategica...........
.....
9.       Il top management.....................
10.   L'innovazione consiste in.....................
11.   Per lavorare in gruppo servono.....................
12.   Cosa significa per un dirigente scolastico avere "competenze
organizzative"?
 
Che è un po’ come dire: “Cosa occorre per essere simpatici?”. Quando nella domanda n. 9 mi si chiede del “top management”, la formulazione della domanda in modo corretto sarebbe dovuta essere: “Secondo la teoria di Pinco Pallino, che l’autore espone nel saggio Zuzzerellone alle Crociate, il top management è….”, perché non hanno fatto questo tipo di domande? Semplice, perché tranne casi eccezionali concetti come top management, o unità organizzativa, o altro, sono ancora tutti da definire, tutti da sperimentare  in una parola: tutti da decifrare. Questo 12 domande sono solo un esempio, in realtà, domande di questa natura sono presenti a centinaia, eccone altre:
 
1.       In termini organizzativi cosa si intende per tecnologia?
2.       La valutazione..............
3.       Come si può definire il clima organizzativo?
4.       L’empatia come principio di orientamento scolastico è……………………
5.       Quali prove possono esprimere meglio l'apprendimento conseguito
dallo studente?
6.       Quali sono le caratteristiche principali di un servizio?
7.       Le attività che un leader educativo può realizzare per gestire e
rendere efficace la comunicazione esterna sulle attività della scuola sono:
 
Ebbene, tra queste ve ne è una che mi sono inventato io, provate a indovinare quale?
 
Certo, ci sarebbero mille domande da fare e mille considerazioni. Iniziando dal business delle preparazioni, dai master universitari costosissimi alle costosissime lezioni private tenuti da DS, da Dirigenti Tecnici, da insegnanti universitari e quant’altro. In un contesto in cui 1 domanda su tre (3 settori su 8, anche se informatica e lingua hanno una partecipazione ridotta al novero delle 100 domande) è del tipo di cui abbiamo detto, avere i test in anticipo, o essere preparato da qualcuno che ha contribuito a crearli, o da qualcuno vicino a chi ha contribuito a crearli, non è cosa di poco conto, non trovate?
 
Passiamo poi alle altre aree. Qui abbiamo una forma di nozionismo degna di una scuola disegnata da Charles Dickens in uno dei suoi libri. Come si può rispondere a centinaia e centinaia di domande le cui 4 alternative di rispose sono composte da frasi lunghissime che si differenziano per un articolo e/o una preposizione, o quando va di lusso da un nome? E’ questo la scuola dell’innovazione? Il becero nozionismo?
Per non parlare dell’esterofilia galoppante, perché bisogna usare i termini di “mission” o di “vision” (per fare un esempio)? Sembrerebbe quasi che dando un nome inglese e/o straniero a un concetto o a una cosa, la si rende più attendibile o (udite udite) più moderna e all’avanguardia, penalizzando, di fatto chi non conosce quella lingua, o chi, pur avendo chiaro il concetto
 non ne conosce la terminologia straniera.  
 
In secondo luogo, il numero. Ci sono circa 2400 posti, le leggi (1, 2, 3, forse quattro) di risanamento finanziario di questi mesi, forse ne cancelleranno qualcuno, ma il pensionamento dei DS durante gli anni di svolgimento del concorso, con ogni probabilità, rimpingueranno il numero.
Diamo quindi come assodato che ci siano 2400 posti, che la graduatoria di fine contratto valga almeno tre anni (come prescrive la legge, del resto), quanti vincitori di concorso dovranno esserci? Diciamo almeno il doppio dei posti messi in concorso, circa 4800/5000. Qui parte la prima considerazione, se è vero che le domande sono circa 43.000 più 5000 con riserva, vale a dire 48.000 circa, 1 su 10 dei partecipanti dovrà completare le prove concorsuali con esito di idoneità; rapporto che sale scende, ad esempio, se le domande con riserva vengono respinte, se un congruo numero di aspiranti non si presenta alle prove preselettive (come è capitato al concorso per Dirigente Tecnico), se qualcuno viene escluso per irregolarità (stava copiando, ad esempio). Uno su dieci, forse uno su nove o su otto. Bella media, molto più facile di giocare al superenalotto, ma non divaghiamo, e chiediamoci: cosa dice il bando di concorso: “la prova si intende superata con il punteggio minimo di 80/100”. Interessante, perché se a 80/100 non arriva un numero congruo di candidati: vale a dire almeno 3 o 4 volte i posti messi in concorso (già, almeno 3 o 4 volte, perché poi ci sono le due prove scritte e la prova orale, si deve prevedere un numero di partecipanti “bocciato”), cosa accade? Se ad esempio la prova preselettiva la passano 1500 candidati, che poi diventano 1200 dopo la prova scritta, e 800 alla fase finale, cosa accade? Possibile che in un bando di concorso pubblico per un così alto numero di posti, che deve generare una graduatoria di merito che duri qualche anno, non preveda un’eventualità del genere? Può darsi che esista una legge che agisca su questa eventualità, sarei curioso di sapere qual è!
Il MIUR ha veramente una grande stima dei docenti (questo nell’ipotesi più
positiva) se pensa che con il test preselettivo di cui sopra potranno approdare alla graduatoria finale un così alto numero di aspiranti dirigenti  oppure ha la sicurezza (Come?) che un congruo numero di concorrenti arriverà fino alla fine, ma se non sarà così, cosa accadrà?
PS – La risposta al quesito: indovina la domanda/intruso, è “4”.


Claudio Chillemi
chclaudio@tiscali.it






Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-244337.html