Assegnazioni delle classi e proposte del collegio dei docenti: armonizzazione e non sovrapposizione
Data: Giovedì, 08 settembre 2011 ore 01:00:00 CEST
Argomento: Redazione


Abbiamo già visto come l'assegnazione delle classi sia un compito del dirigente scolastico; invero, un compito di mediazione delle parti che richiede sensibilità, correttezza e rispetto per tutti.
A questo compito si aggiunge quello del consiglio d'istituto che fornisce dei propri criteri di assegnazione nonché quello del collegio dei docenti che formula delle proposte. E' necessario che vi sia un'armonizzazione e non una sovrapposizione o una subalternità di questi organi. Inoltre, in un nostro precedente articolo abbiamo suggerito come linee di massima per tale delicata procedura tre criteri fondamentali: rispetto delle leggi, rispetto delle graduatorie, rispetto del principio di equità.Per equità si intende senso della giustizia; nessuna scuola può essere gestita in modo razionale senza perseverare nella ricerca della realizzazione del diritto all'apprendimento degli alunni e senza la parità di trattamento tra i docenti.
E' ovvio che nessun collegio dei docenti può presentare proposte al DS che vadano a vantaggio solo di una parte di esso per una sorta di diritto di prelezione o per qualche diritto “ereditario”. La continuità didattica è ben altra cosa rispetto a qualunque presunto diritto di anzianità o peggio di “sedentarietà” di qualcuno. In linea di massima, neppure il collegio dei docenti può avanzare proposte che vadano a creare squilibri nei carichi di lavoro. A maggior ragione, appare del tutto ridicolo, se non addirittura vergognoso, presentare al DS istanze personali di soddisfacimento di richieste o motivazioni personali, se non seriamente e concretamente dimostrate, quando queste ultime vadano a determinare un sovraccarico di lavoro altrui ed un alleggerimento del proprio.E' vergognoso perchè è un gesto che denota inequivocabilmente  chi tende a perseguire i propri interessi personali infischiandosene dell'andamento scolastico.La  scuola è come una nave, non è spostando la zavorra da una parte all'altra che evita di affondare ma anzi facendo in modo che il peso sia ben distribuito. E' ovvio che nessun dirigente corretto e responsabile può dar corso a procedere a simili istanze.
La giustizia non è un concetto astratto ma qualcosa di tangibile  che si attua in piccoli gesti quotidiani di accortezza e senso del dovere. Specie per chi ricopre  ruoli di responsabilità educativa, dal dirigente al singolo docente. Persino S. Agostino diceva che a Dio piace la giustizia fra gli uomini, non l'ingiustizia. E quando si scade in richieste assurde o ridicole o si ricorre al pettegolezzo per screditare altri, non si rende merito e giustizia prima di tutto a se stessi.Cosicchè quando veniamo a sapere che qualcuno parla male di noi invece di arrabbiarci , perchè il mondo è vario e non si possono prendere a calci tutti i sassolini, dovremmo rispondere, con Epitetto :”solo ciò ha detto di me? Ma allora non mi conosce bene... perchè in realtà ho molti altri difetti!”
Per finire, lasciateci dire che proviamo un certo disagio e un notevole imbarazzo a parlare di questi argomenti pur afferenti, in qualche modo a questioni scolastiche importanti, ma che purtroppo  toccano certe meschinità umane, ciò che io definirei “la corsa ai ratti” degli interessi personali, mentre fuori si consuma una tragedia immane ai danni della scuola e specie dei lavoratori precari della scuola; vorremmo dire che a loro va innazittutto il nostro pensiero, la nostra solidarietà e le nostre sincere preghiere all'Onnipotente. Per dirla con un antico motto templare, Non nobis Domine, non a noi Signore.... ma che sia resa giustizia a tutti.


Tecla Squillaci
teclasqu@tin.it







Questo Articolo proviene da AetnaNet
http://www.aetnanet.org

L'URL per questa storia è:
http://www.aetnanet.org/scuola-news-244273.html