Lo sciopero del 6 settembre? Partecipazione “quasi zero”. La scuola non ha forza politica unitaria e troppe microsigle sindacali la frastagliano.
Data: Martedì, 06 settembre 2011 ore 23:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Tanta mobilitazione, tanto rumore, tante canzoni in piazza con i fazzoletti rossi e poi….?
Per gli operatori della scuola che soffre i tagli, le riduzioni della cattedre, la mancanza dei docenti di sostegno, le classi numerose, le scuole accorpate, alcune ancora senza dirigente, è trascorsa come una giornata ordinaria.
Il Personale di segreteria indaffarato con le procedure di avvio dell’anno scolastico: elenchi, nomine, contratti; i collaboratori scolastici impegnati nelle pulizie straordinarie  in vista della prossimo apertura dell’anno scolastico, ed i professori hanno beneficiato di una giornata di libertà per consentire loro di partecipare al corteo.
 Molte segreterie  hanno comunicato “partecipazione zero”, anche perché   alcuni presidi “zelanti” e rispettosi della democrazia partecipativa  non hanno messo in programma per la giornata dello sciopero alcuna attività  di servizio, né riunioni di classe o di dipartimento.
I professori avrebbero dovuto telefonare a scuola per manifestare la propria adesione allo sciopero, e farsi trattenere la giornata, cosa per nulla pensabile , anche con tutto l’astio contro  il Governo e la Gelmini.
  Leggendo su Aetnanet la nota sull’assemblea  della FLC- CGIL per il comparto scuola, svoltasi presso il Liceo Galilei: . L'assemblea ha visto la partecipazione di oltre cento intervenuti che hanno seguito con attenzione, e condiviso la necessità di un segnale forte e tempestivo come lo sciopero, dettato dai tempi serrati del contesto socio-politico in cui la manovra finanziaria sta compiendo il suo iter parlamentare” vien da commentare che se l’adesione di cento partecipanti   (molto pochi rispetto al numero dei docenti delle  69 scuole della città di Catania)  è ritenuta soddisfacente, non c’è da lamentarsi se a livello nazionale i risultati dello sciopero non hanno prodotto alcun esito, oltre la mancata uscita del Corriere della Sera.
La crisi  economica  non si risolve con lo sciopero ed i tagli continuano ad essere   inflitti in maniera indiscriminata.
 In un precedente intervento  è stata evidenziata come la scuola non ha  una forza politica di unità e di coesione, ciascuno pensa per sè ,  per il proprio orticello sindacale o partitico si corre come “cani sciolti”; manca l’amalgama e nei supermercati non la vendono!.
Per la scuola non esiste un’ANCI  potente  e capace di essere una “forza”. Le tante piccole sigle sindacali che iniziano con la “A” o con la “D”,  essendo piccole e frastagliate, sono prive di forza e di efficacia.  La loro rappresentatività è solo  una formale presenza nei tavoli tecnici, dove si decide come favorire alcuni amici  ed i soliti raccomandati.
Le disparità di trattamento tra Nord e Sud sono anche dovute ad una mancanza di politica scolastica  che ha il respiro corto e non è capace di guardare oltre la siepe come la giraffa.
Le disposizioni   scaturite dall’art.19 del  D.L. n. 98/2011 relativo alla manovra finanziaria che impone la “razionalizzazione della spesa relativa all'organizzazione scolastica” e di conseguenza  la  trasformazione dei Circoli didattici e delle Scuole medie in  istituti “comprensivi” con una popolazione di mille studenti  e l’aggregazione delle scuole sottodimensionate, infliggono alla scuola  una “potatura forzata” dei rami secchi, non dicono che bisogna tagliare anche gli alberi secolari  che per la nostra realtà  provinciale sono il Convitto Nazionale “Mario Cutelli” e l’Istituto d’arte della ceramica di Caltagirone. intitolato a Don Luigi Sturzo. 
La colpa di tutto ciò più che sul  ministro Gelmini, dovrebbe ricadere su  coloro che applicano la norma  o usano la  scure, seguendo la metafora, con gli occhi bendati   e colpiscono non solo i rami secchi, ma anche i germogli verdi, con tante piccole foglie, che hanno la vitalità di crescere e  di svilupparsi e  non manifestano alcuna attenzione e rispetto neanche per gli alberi secolari,che meritano, invece,  di essere curati e coltivati

Fioretto
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