Fenomenologia del dirigente scolastico. Come distinguere il buon dirigente dal fellone.
Data: Sabato, 03 settembre 2011 ore 18:30:00 CEST
Argomento: Redazione


Come capire con che tipo di dirigente scolastico si ha a che fare fin dal primo giorno di scuola? Come leggere cioè da parte dei colleghi la personalità del nuovo preside fresco di nomina in quella scuola o da parte dei nuovi professori nella scuola col vecchio preside? Per questo parliamo di fenomenologia del dirigente in modo che ci si possa rendere conto se è preparato o ignorante, arrogante o premuroso, democratico o autoritario, paterno/materno o schizofrenico, rispettoso o "cosa fitusa" e cosi via.
Tutto risale all’origine del tempo, a come cioè tiene l’assemblea di inizio d’anno e soprattutto a come si esprime e al tono che esce dalle sue corde.
Posto come base il saluto di rito e la presentazione di se stesso e della sua carriera, un preside corretto dirà pure come è arrivato a coprire quel ruolo: se non lo dice o è un omertoso oppure si vergogna e nell’un caso che nell’altro è in grado di fare canagliate. Un titolo di prestigio infatti si conquista sul campo e di esso si è orgogliosi: per tacerne c’è del marcio. Un tale dirigente non tollererà appunti, né contestazioni perché si sentirà inseguito sempre dalla spettro della sua presunta incompetenza e ragionerà come i mariti (o le mogli) traditi: vedrà dovunque nemici, ad eccezione di  chi si genufletterà e declamerà la sua ancora più incommensurabile ignoranza.
Un preside democratico, presentando il calendario delle attività annuali, inviterà i colleghi a dare qualche suggerimento, a indicare cosa è più opportuno proporre all’utenza, come impiegare le magre risorse a disposizione e soprattutto punterà il suo interesse sulla didattica cercando di capire, col supporto del collegio, come evitare le dispersioni e incrementare le promozioni. La scuola è come una fabbrica, se mancano i macchinari non produce, così come se mancano gli alunni si va tutti a casa. Tenere gli ingranaggi oleati significa fare un buon lavoro con i ragazzi. Non darà fra l’altro tutto per scontato e se proprio è una persona perbene dirà al collegio di eleggersi un vicario, invece di nominarlo per suggerimento di qualcuno o solo perché preesisteva. 
Un preside perbene non negherà mai i diritti sindacali, anzi se è preparato, e quindi se non è uno zotico ignorante autoritario, ne suggerirà e ne indicherà gli aspetti più importanti e in occasione dello sciopero del 6 prossimo, per esempio, lascerà liberi i docenti da qualunque attività: per non metterli in croce e per confermare il diritto alla sciopero e alla rappresentanza sindacale. Passare al di là non significa indossare la casacca del padrone, ma quella del vigile per dirigere il traffico.
Un preside perbene ama ascoltare i docenti e nelle assegnazioni delle classi cercherà l’accodo fra tutti i professori, colpendo però senza pietà chi presenta certificati falsi o chi fa il furbo a danno di altri colleghi.
Un preside preparato farà proposte serie al collegio e mai si presenterà senza lo straccio almeno di un solo progetto, sperando nella impreparazione dei docenti o nella loro incapacità di capirne gli obiettivi o nella loro, spesso immotivata ma comprensibile, timidezza riservata. Questo tipo è il più pericoloso perché dimostra malafede e ancora peggio se dà per scontato ciò che lui propone senza un minimo di dibattito o di preventiva informazione.
Un preside onesto e leale, con se stesso e coi colleghi, dirà subito come intende pagare le attività aggiuntive, chiederà idee per migliorare la didattica, non farà accordi coi fornitori né lucrerà sui progetti. Anzi pretenderà che le funzioni obiettivo cambino periodicamente per evitare l’incancrenirsi di prebende e di privilegi, dando a tutti la possibilità di fare esperienza in questo senso.
Un preside corretto è quello che marcia insieme coi suoi soldati nel deserto caotico delle normative che stanno assalendo la scuola e che non salirà mai a cavallo per evitarsi la fatica.  E se marcia soffrendo coi suoi docenti o gioendo con loro, quello è un dirigente che bisogna tenere legato alla scuola con uncini di acciaio.


 Pasquale Almirante
 p.almirante@aetnanet.org






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