Ricordalo, presidente! L’Italia è bel paese là dove 'l sì suona. (Inf XXXIII,80)
Data: Venerdì, 02 settembre 2011 ore 18:22:32 CEST Argomento: Opinioni
L’Articolo 54 della Costituzione recita: "Tutti i cittadini hanno il
dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione
e le leggi. I cittadini cui sono
affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con
disciplina ed onore..."
Il vecchio
prof si dissocia completamente dalla espressione dispregiativa usata
(al telefono) dal presidente del governo contro l’Italia, e,
senza entrare in polemica si volta indietro al recente passato per
rileggere (insieme ai suoi alunni e colleghi) la lettera del gennaio
2007, indirizzata a Repubblica, con cui Veronica Berlusconi prese le
distanze pubblicamente dai comportamenti "disinvolti" del presidente
del Consiglio.
Egregio Direttore,
con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo
di essere nel corso dei 27 anni trascorsi accanto ad un uomo pubblico,
imprenditore prima e politico illustre poi, qual è mio marito. Ho
ritenuto che il mio ruolo dovesse essere circoscritto prevalentemente
alla dimensione privata, con lo scopo di portare serenità ed equilibrio
nella mia famiglia. Ho affrontato gli inevitabili contrasti e i momenti
più dolorosi che un lungo rapporto coniugale comporta con rispetto e
discrezione. Ora scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni
svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la
consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore
presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: "
... se non fossi già sposato la sposerei subito" "con te andrei
ovunque".
Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità,
affermazioni che per l´età, il ruolo politico e sociale, il contesto
familiare (due figli da un primo matrimonio e tre figli dal secondo)
della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose
esternazioni. A mio marito ed all´uomo pubblico chiedo quindi pubbliche
scuse, non avendone ricevute privatamente, e con l´occasione chiedo
anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi
"La metà di niente". Nel corso del rapporto con mio marito ho scelto di
non lasciare spazio al conflitto coniugale, anche quando i suoi
comportamenti ne hanno creato i presupposti. Questo per vari motivi:
per la serietà e la convinzione con la quale mi sono accostata a un
progetto familiare stabile, per la consapevolezza che, in parallelo
alla modifica di alcuni equilibri di coppia che il tempo produce, è
cresciuta la dimensione pubblica di mio marito, circostanza che ritengo
debba incidere sulle scelte individuali, anche con il
ridimensionamento, ove necessario, dei desideri personali. Ho sempre
considerato le conseguenze che le mie eventuali prese di posizione
avrebbero potuto generare a carico di mio marito nella sua dimensione
extra familiare e le ricadute che avrebbero potuto esserci sui miei
figli.
Questa linea di condotta incontra un unico limite, la mia dignità di
donna che deve costituire anche un esempio per i propri figli, diverso
in ragione della loro età e del loro sesso. Oggi nei confronti delle
mie figlie femmine, ormai adulte, l´esempio di donna capace di tutelare
la propria dignità nei rapporti con gli uomini assume un´importanza
particolarmente pregnante, almeno tanto quanto l´esempio di madre
capace di amore materno che mi dicono rappresento per loro; la difesa
della mia dignità di donna ritengo possa aiutare mio figlio maschio a
non dimenticare mai di porre tra i suoi valori fondamentali il rispetto
per le donne, così che egli possa instaurare con loro rapporti sempre
sani ed equilibrati.
RingraziandoLa per avermi consentito attraverso questo spazio di
esprimere il mio pensiero, La saluto cordialmente. (31 gennaio 2007)
Ce l’aveva detto che era “malato”.
Veronica fu la prima a dirlo. Poi lo hanno
ripetuto in tanti dopo. Per ultimo forse - in ordine di tempo - il
settimanale cattolico Famiglia Cristiana.
"La strada del mio matrimonio è segnata" -
scrisse Veronica Lario. " Chiudo il sipario sulla mia vita coniugale.
Io e i miei figli siamo vittime e non complici di questa situazione.
Dobbiamo subirla, e ci fa soffrire...Non posso più andare a braccetto
con questo spettacolo (…) Qualcuno ha scritto che tutto questo è a
sostegno del divertimento dell’imperatore. Condivido. Quello che emerge
dai giornali è un ciarpame senza pudore. E tutto in nome del potere.
Figure di vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo e
la notorietà e la crescita economica, e per una strana alchimia, il
paese tutto concede e tutto giustifica al suo imperatore". Ancora,
Veronica chiariva di aver cercato in tutti i modi di aiutare suo marito
(qui il video). "Ho cercato di aiutarlo...ho implorato le persone che
gli stanno vicino di fare altrettanto, come si farebbe con una persona
che non sta bene. E' stato tutto inutile. Credevo avessero capito...mi
sono sbagliata. Adesso dico basta".
Veronica non ce l'ha né con le giovani donne
aspiranti europarlamentari né con Noemi. La sconcerta, però, che il
metodo da "ciarpame politico" non faccia scandalo, che quasi nessuno si
stupisca, che "per una strana alchimia il paese tutto conceda e tutto
giustifichi al suo imperatore", come confidò a chi le stava vicino:
"Mi domando in che paese viviamo, come sia possibile accettare un
metodo politico come quello che si è cercato di utilizzare per la
composizione delle liste elettorali del centrodestra e come bastino due
mie dichiarazioni a generare un immediato dietrofront. Io ho fatto del mio meglio, tutto ciò che
ho creduto possibile. Ho cercato di aiutare mio marito, ho implorato
coloro che gli stanno accanto di fare altrettanto, come si farebbe con
una persona che non sta bene. È stato tutto inutile. Credevo avessero
capito, mi sono sbagliata. Adesso dico basta".(Fonte: la
Repubblica)
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com
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