Assegnazione ai plessi: arriva una nota del Miur
Data: Venerdì, 02 settembre 2011 ore 07:35:19 CEST Argomento: Rassegna stampa
Con
una nota del 1° settembre il Ministero fornisce indicazioni molto
minuziose sulle modalità di assegnazione ai plessi del personale
docente e Ata. Limitate (o addirittura cancellate) le prerogative
datoriali dei dirigenti scolastici.
Con una nota indirizza ai direttori regionali, al Ministero
dell’Economia e al Dipartimento della Funzione Pubblica, ma non ai
dirigenti scolastici, il Ministero dell’Istruzione interviene sulla
vicenda della assegnazione del personale scolastico ai plessi e alle
classi.
La nota ministeriale fornisce indicazioni precise e minuziose sulle
modalità che i dirigenti scolastici dovranno seguire. Intanto si
chiarisce che l’assegnazione dovrà tenere conto dei criteri generali
stabiliti dal consiglio di circolo o di istituto e dovrà essere
conforme al piano annuale delle attività deliberato dal collegio dei
docenti.
In ogni caso dovranno essere rispettati almeno due criteri di
base:
1. la continuità educativo-didattica (“tutti i docenti hanno diritto di
permanere nel plesso in cui operano, fatto salvo il prioritario
utilizzo dei docenti specialisti di lingua nei plessi sprovvisti di
docenti specializzati”)
2. l'attenzione alle specifiche competenze professionali dei docenti
I docenti - chiarisce ancora la nota - possono comunque presentare
domanda di assegnazione ad un plesso e “in caso di concorrenza di più
domande sul medesimo posto o in caso di perdita di posti nel plesso o
scuola, l’individuazione sarà disposta nel rispetto della graduatoria
formulata in base alla tabella di valutazione dei titoli ai fini delle
utilizzazioni allegata all’OM n. 64/2011”.
Entro cinque giorni dalla pubblicazione all’albo della scuola del
provvedimento di assegnazione i docenti possono presentare motivato
reclamo al dirigente scolastico.
Per quanto attiene il personale Ata i criteri sono invece i seguenti:
1) mantenimento della continuità nella sede occupata nel corrente anno
scolastico;
2) maggiore anzianità di servizio;
3) disponibilità del personale stesso a svolgere specifici incarichi
previsti dal CCNL;
Come già previsto dal CCNL le operazioni di assegnazione sono comunque
oggetto di informativa sindacale.
A dire il vero la nota contiene non pochi aspetti contraddittori.
La prima osservazione è che la nota si presenta come un tentativo di
eliminare ogni forma di discrezionalità e di apprezzamento
professionale da parte del dirigente scolastico. Per esempio la
continuità del docente sul plesso viene considerata un criterio
pressoché assoluto; la formulazione della nota ministeriale esclude
anche una qualunque forma di valutazione da parte del dirigente sulla
opportunità di mantenere in servizio in uno stesso plesso docenti che –
per qualsivoglia ragione – siano in conflitto con altri docenti o con
le stesse famiglie.
Ma lo stesso riferimento ad una graduatoria di istituto da utilizzare
nel caso concorrenza di più richieste per uno stesso plesso appare poco
praticabile.
Per quanto concerne poi la continuità sul plesso per i collaboratori
scolastici è piuttosto evidente che si tratta di un criterio del tutto
inapplicabile, in quanto i “tagli” di quest’anno non consentono quasi
mai di mantenere inalterato il numero di collaboratori scolastici
assegnati a ciascun plesso.
E c’è anche un altro problema: cosa succede se i criteri già deliberati
da un consiglio di circolo divergono dalle indicazioni del Ministero ?
Insomma, la nota in questione sembra quasi una cosa d’altri tempi:
dall’entrata in vigore delle norme sull’autonomia scolastica e dalla
attribuzione della qualifica dirigenziale ai direttori didattici e ai
presidi non s’era mai visto un atto ministeriale così puntuale,
minuzioso e prescrittivo.
Sembra quasi che con una semplice nota ministeriale si vogliano
cancellare non solo il “decreto Brunetta” ma persino le leggi degli
anni Novanta sul riordino della Pubblica Amministrazione.
(di R.P. da LaTecnicaDellaScuola)
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