Anief risponde al Miur sui posti accantonati
Data: Giovedì, 01 settembre 2011 ore 11:58:35 CEST Argomento: Sindacati
Il merito del
contenzioso è stato definito dalla sentenza n. 2486 del 27 aprile 2011
del Consiglio di Stato e dalla sentenza n. 41/2011 della Corte
Costituzionale. I docenti potevano spostarsi un un’altra provincia nel
biennio 2009-2011.
E’ incredibile come soltanto qualche ora dopo una domanda specifica
posta da una giornalista di Rai3 al ministro Gelmini sui posti
accantonati durante la conferenza stampa relativa all’avvio dell’anno
scolastico 2011-2012, dopo diverse diffide inviate dall’Anief nelle
settimane scorse, a convocazioni per le immissioni in ruolo concluse,
l’ufficio stampa del Miur finalmente si pronuncia sulla questione con
un italiano non perfetto - potevano, almeno avvisare la Gelmini -,
benedicendo l’operazione di accantonamento, in nome di un esito del
contenzioso ancora non definito, in quanto privo di una sentenza del
CdS. Comunicato di cui potevano avvisare il ministro che proprio sulla
questione non aveva risposto in maniera chiara e precisa, anzi, aveva
affermato essere di competenza dei direttori scolastici regionali.
Da una parte, dunque, il ministro affermava che non ha deciso Lei
l’accantonamento - e come smentirla, visto che non vi sono atti
ufficiali nei decreti o nelle note del Miur, dall’altra parte il suo
ufficio stampa concordava con quanto avvenuto, ovvero rendeva il
ministro complice del presunto reato di omissione di atti d’ufficio -
mancata assegnazione di un incarico a t. i. ai docenti inseriti a
pettine, e del danno erariale creato dall’assegnazione per lo stesso
posto – fino all’intervento della Procura della Corte dei Conti - di
due stipendi, al supplente e al neo-immesso in ruolo con nomina
retrodatata al 1 settembre 2010.
Ma, da buon avvocato il ministro Gelmini e con Lei i direttori degli
uffici scolastici regionali dovrebbero sapere che l’ordine di un
ausiliare del giudice non può essere eluso in auto-tutela
dall’amministrazione. Poi dovrebbero sapere che vi è una sentenza del
Consiglio di Stato, la n. 2486 del 27 aprile 2011, che in via
definitiva ha riconosciuto il diritto al trasferimento dei precari,
formando un giudicato, pur non sapendo leggere la sentenza n. 41 della
Consulta che ha bocciato l’intervento del Parlamento teso a salvare
l’operato del ministro Gelmini per le province di coda.
Che poi ci si affidi alla Provvidenza o alla sorte, contenti che alcuni
dei ricorrenti inseriti a pettine siano immessi in ruolo dal 1
settembre 2011 per levarseli di torno, sa ancora più dell’incredibile,
visto che, comunque, gli stessi ricorrenti neo-immessi in ruolo
potranno proseguire il contenzioso per avere retrodata la nomina in
ruolo e per richiedere congrui risarcimenti danni monetari, visto che
la loro assunzione non è stata determinata da una transazione.
A questo punto, visto che non vuole più seguire il suo ministero come
si è visto per le assunzioni del personale, le consigliamo di
dimettersi, per non gravare le giovani generazioni dei danni erariali
causati e per non bloccare le tredicesime a un milione di dipendenti
pubblici. Infatti, per colpa della sua cattiva amministrazione, tutte
le immissioni in ruolo fatte dalle graduatorie ad esaurimento in questi
due anni sono illegittime, e di questo ne dovrebbe prendere atto e
avere la bontà di non dare lezioni a nessuno, specialmente quando
invoca la solidarietà di tutti i cittadini in merito alla grave crisi
economica che ci investe.
(da Anief)
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