La conferenza stampa della ministra per l’inizio dell’anno scolastico: rituale e scanzonata.
Data: Giovedì, 01 settembre 2011 ore 11:35:06 CEST
Argomento: Redazione


Rituale conferenza stampa della ministra Gelmini a inizio d’anno scolastico durante la quale sono stati dati numeri generali relativi alle iscrizioni nei vari ordini di scuola, comprese le cifre sulle immissioni in ruolo dei docenti e Ata; sul fronte dell'offerta formativa ha sottolineato  l’implementazione degli Istituti tecnici superiori che prevedono dei corsi biennali post diploma per «coniugare preparazione teorica con formazione sul posto».  Mai così alto, ha infine aggiunto, il numero degli insegnanti di sostegno: circa 94 mila anche se il dato è destinato a crescere. Per chi non vive i problemi della scuola potranno pure sembrare le parole del ministro coerenti col suo dicastero, ma per chi invece dal 28 agosto è in sciopero della fame davanti al Santuario di Siracusa, esse possono avere il sapore della beffa. Intanto avrebbe dovuto spiegare il motivo per il quale  il 48,85 per cento delle assunzioni saranno al Nord, il 22,16 al Centro, il 29,01 al Sud e poi  come pensa di aumentare il numero degli insegnanti di sostegno se nessun corso di formazione è stato finora previsto e su quali graduatorie intende attingere personale.
Ha poi elogiato il lavoro dei suoi funzionari, dribblando però  sui tanti contenziosi, finora tutti persi dal Miur, intentati dai precari contro le risoluzioni normative inventate da quelle parti, l’ultima delle quali è la riserva di 10mila posti a favore delle graduatorie già scadute. Delle due l’una: o il ministro Gelmini s’impunta e loro devono ubbidire, oppure lei suggerisce e nessuno la sconsiglia, come è giusto che sia, per evitare contenziosi ed esborsi all’erario, a parte il caos che si ingenera negli uffici periferici.
Ha poi elogiato la creazione degli Its, ma nulla ha detto dei licei musicali e coreutici che potrebbero vivere, in base alle richieste, una stagione bellissima di crescita e che però sono a numero chiuso e solo in quantità limitata: in Sicilia ne sono stati accordati solo due (Palermo e Ragusa), scordando la Catania di Vincenzo Bellini. Ma ha pure sorvolato il problema delle classi pollaio e della messa in sicurezza degli edifici scolastici.
Fare dunque una conferenza stampa per elogiare l’operato del Governo, costretto, lei dice, a fare tagli lineari ci pare superficiale nei confronti dei docenti che ogni giorno vivono condizioni disastrose; ma è pure irrispettoso nei confronti della famiglie a caccia dei libri meno cari e di una scuola che possa assicurare un futuro decoroso ai propri figli, cosa che non  avviene per la soppressione di ore e di materie, di didattica (vedi il tempo pieno) e di prerogative culturali. Ma è pure sconveniente nei confronti dei dirigenti, ogni giorno a caccia di fondi e di attrattive per richiamare utenza ed evitare dimensionamenti e accorpamenti, mentre tante scuole ancora oggi sono privi di un preside.
Anche se la nostra ministra non avesse colpe su tutto ciò che sta precipitando contro l’istruzione, avrebbe dovuto dipingere un quadro meno idilliaco e se lo avesse fatto le avremmo sicuramente  perdonato perfino le sue dimenticanze nell’indicare i colpevoli.


Pasquale Almirante
p.almirante@aetnanet.org






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