A volte tornano. È di nuovo il momento dei Siciliani
Data: Mercoledì, 31 agosto 2011 ore 17:18:04 CEST Argomento: Rassegna stampa
Disoccupati, imbavagliati, schiacciati da
una ragnatela di interressi terrificanti. E nessuno ci aiuta, e non c’è
niente da fare? Ma noi stessi dobbiamo aiutarci, volando alto. “Quando
il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare...”
Un ragazzo su tre, giù da noi, non ha lavoro.
Sarebbe un primato europeo, se fossimoEuropa ancora. L’economia della
mafia, almeno al Sud, è metà del totale. Il governo è fallito, ma non
se ne vede a Palazzo uno nuovo. A Palazzo si pondera: Tremonti,
Montezemolo, Badoglio, Solaro della Margherita? E intanto lo sfascio va
avanti. I sindaci democratici – che pure il popolo ha imposto, senza
problemi – non hanno, intorno al Palazzo, molti amici. Lo sciopero
generale, extrema ratio, che i capi dei lavoratori hanno infine
proclamato, dopo molte esitazioni, per dare l’allarme al Paese, non
sembra, in tv e sui giornali, un argomento centrale. Contano di più le
veline.
* * *
Tv e giornali: quaggiù in Sicilia, esemplarmente, son tutti di una
stessa persona. Da quasi quarant’anni, ben prima di Berlusconi.
Quaggiù, la tirannia è senza sfumature. Nel quartiere il mafioso, a
Palazzo il politico “amico”, e nell’informazioneil bavaglio. Noi non ci
rassegnamo, noi siciliani. Otto giornalisti uccisi. E tre generazioni
di ragazzi, una di seguito all’altra, a fare informazione povera e
antimafiosa. Cos’altro dobbiamo fare, noi siciliani? Che cosa ha il
dovere di dire, in questa disperazione e in questo dramma, un
antimafioso superstite, un “carusu di Fava” di sessant’anni? Può
restarsene zitto? Oppure, standosi zitto, vi tradirebbe?
* * *
Ah, non è che non si muovano, nell’Isola Felice, politici e baroni.
Degl’intrighi di corte, delle alleanze, dei tradimenti, delle alleanze
rovesciate, s’è perso il conto. Ogni tanto uno di loro s’affaccia al
balcone e “Cittadini! - proclama – Ecco la politica nuova! La vera
strada! La geniale politica che salverà il Regno!”. Noi villici, col
naso all’aria, lo ascoltiamo pazienti. Ma tutte le geniali idee dei
baroni, a quanto pare, hanno come preliminare condizione (non per
avidità ci mancherebbe, ma solo nell’interesse del regno) la
distribuzione fra loro baroni - siano essi borbonici o liberali - di
seggiole, consulenze, assessorati e poltrone.
* * *
“Va bene, giù da voi in Sicilia...”. Altro che Sicilia, amici miei. E’
di New York che parliamo, quando parliamo di Catania o Palermo. Di New
York, di Budapest, per non dire Milano o Ravenna. Esagero? Niente
affatto. A New York già nel ’96 c’era l’Invision della catanesissima
Famiglia Rendo. Che a Budapest, un paio d’anni fa, possedeva ben due
quotidiani. Di questo si parla quando si parla di Catania, non solo
degli intrallazzi locali.
* * *
E le tv, i giornali, l’informazione? Dopo trent’anni, mi sembra ancora
di essere al punto di partenza, noi per la strada (e ora in internet) a
fare i nostri fogli poveri e loro barricati là dentro a fare il
notiziario di corte. Le ultime notizie sono le trattative fra De
Benedetti e Ardizzone (cioè Ciancio) per acquisire progressivamente al
gruppo De Benedetti il Giornale di Sicilia (cioè La Sicilia); e che in
ogni caso Ciancio entro la fine dell’anno entrerebbe nella sua orbita
abbandonando la vecchia agenzia di pubblicità Etas Kompass (Fiat) per
abbracciare la Manzoni & C. (gruppo Repubblica). Sarà un bene, sarà
un male, ma di certo noi villici non c’entriamo. E sappiamo dove va a
finire ogni volta il cetriolo nella storia dell’ortolano
* * *
Va bene. E ora? Ci lasciamo così,dopo aver chiacchierato? E no,
santiddìo, stavolta no. Stavolta giochiamo grosso, puntiamo tutto
quello che abbiamo. Il nome, la storia, la forza dei Siciliani. Amici,
rimettiamo in campo i Siciliani. Loro hanno i killer, loro hanno i
miliardi – ma noi, noi uomini di questa terra abbiamo i Siciliani.
Scusate, fratelli miei, se tutto è stato così improvviso. Non vi
offendete, ve ne prego, non voglio imporvi (io?) essere presuntuoso. Io
sono semplicemente il compagno che s’è svegliato più presto degli altri
stamattina, che ha visto l’orizzonte in fiamme e le anime che gridano
dolore, e senza pensarci un momento (pensare, in questi casi, a che
serve?) s’è messo a urlare “Allarme! Svegliamoci! Ci vogliono i
Siciliani!”. Non è merito mio, e neanche mia colpa. Prendetevela con
coloro (il vecchio pazzo Scidà, il sovversivo Caselli, quel giacobino
ostinato di dalla Chiesa) che hanno svegliato me, per svegliare noi
tutti. E neanche vi dico “Rifacciamo i Siciliani”. No. “Facciamo i
Siciliani”. Facciamoli ora, come se uscissimo ora insieme dalla vecchia
birreria. E non per nostalgia, ma per rabbia di oggi e per amore. E
sarà dura, per noi vecchi, accettare che questo non sarà il nostro
giornale. Sarà il giornale di Norma, di Agata, di Sonia, di Giorgio, di
Morgana... Loro i ragazzi di oggi, loro i Siciliani.
Riccardo Orioles
(da U Cuntu, e da Il Fato Quotidiano, 31 agosto 2011)
UN NUOVO GIORNALE, I SICILIANI
Da Liberainformazione, il sito
dei giovani giornalisti di Libera, fondato da Roberto Morrione: «
Festival del giornalismo di Modica/ Tornano i Siciliani/ Due giudici,
un sociologo e dei giornalisti per il giornale di Giuseppe Fava »
«Trent’ anni fa venivo licenziato dal giornale
per cui lavoravo e salutavo Pippo Fava ad un bar. Oggi sono qui con voi
giovani. Abbiamo vinto noi, i mafiosi sono morti e sepolti. Ma c’è
ancora molto da fare». Così il giornalista catanese Riccardo Orioles
anticipava la notizia che è stata diffusa ieri a Modica, durante la
terza edizione del "Festival del giornalismo": ritorna la storica
rivista "I Siciliani". In queste ore Orioles ha sintetizzato in poche
parole lo spirito di questo giornale: «I Siciliani hanno un solo
direttore, Pippo Fava». La notizia era nell’aria da qualche mese.
Adesso, con il sostegno del sociologo Nando Dalla Chiesa, il
procuratore di Torino Giancarlo Caselli e il magistrato catanese
Giambattista Scidà, questo progetto di vita è diventato realtà.
D’altronde "I Siciliani" diretti da Pippo Fava, ucciso dalla mafia a
Catania nel 1984, non hanno mai chiuso (davvero) i battenti. Da
quell’esperienza è nato anche un laboratorio permanente di giornalismo,
una scuola, coordinata da Orioles e animata da tantissimi giovani,
tante donne (Graziella Proto, su tutte) che in questi anni ha
continuato a editare, sotto diverse forme da "Casablanca" a "Ucuntu",
ai tanti giornali di quartiere, quell’esperienza. Soprattutto sul web,
prima di altri e più di altri. Raccontando Catania e le battaglie per i
diritti nel resto del mondo. Adesso il ritorno de "I Siciliani" è una
vittoria per tutti. Ma anche una sfida complessa. La notizia di questo
ritorno editoriale è stata data a Modica dove è in corso la terza
edizione del "Festival del Giornalismo" organizzata dalla redazione de
"Il Clandestino", giornale di giovani siciliani che tanto ha in comune
con quell’esperienza siciliana degli anni ’80.
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SCHEDA/ ALCUNE IDEE PER I SICILIANI
1) Un magazine di 120-180 pagine, mensile di fascia alta (come I
Siciliani di Fava), che ne riprenda il ritmo e l’impostazione ma
legandoli alle ultime tecnologie (oggetti interattivi in pagina,
approfondimenti multimediali).
2) Un giornale cartaceo “da raccogliere e conservare”, ma
parallelemente un e.-book di ultima generazione, mirato a tablet,
Kindle e smartphone.
3) Struttura: tre format:
il servizio-inchiesta (non necessariamente “pesante” di 4-10
pagine;
l’intervento di una pagina;
l’inserto (fotografico, satirico o altro) di 8-12 pagine con
grafica propria.
4) Contenuti: due segmenti distinti nel giornale:
il primo, servizi estesi e opinioni, affidato innanzitutto ai
“vecchi” :-), i “regolari” dei Siciliani;
il secondo, inchieste e cronache dai territori (da Modica a
Milano, passando per tutto il Paese) di giovanie gruppi di giovani
locali.
5) Redazione. Nessuna per il primo anno. Quella che sarà emersa dalla
pratica a partire dal secondo o terzo anno. All’inizio si tratta “solo”
di produrre duecento ottime pagine al mese e basta un buon segretario
di redazione. I suoi compiti? Ricevere e montare i pezzi dei “vecchi”;
garantire il controllo di qualita sui pezzi dei “giovani” secondo il
buon vecchio metodo delle tre riscritture; non intervenire, in entrambi
i casi, sui contenuti.
6) Organizzazione. Un palinsesto coordinato in rete, con una o due
riunioni fisiche ogni mese. Pagine montate con tecnologia Ucuntu (odt
invece di programmi dedicati) quindi spesso gestibili direttamente
dall’autore, con riduzione drastica di tempi e carichi di lavorazione.
7) Prodotti:
entro sei mesi: il mensile (cartaceo) “I Siciliani”, l’e-book
parallelo “I Siciliani”; il sito dei Siciliani;
dall’autunno 2012: e-book e altri elettronici di seconda
generazione su vari temi e con diversi format (libreria elettronica);
quando e se Dio vorrà: cartacei d’altro genere;
sempre: sponsorizzazione col marchio Siciliani delle migliori
testate “giovani”, su carta o web (esempi: Stampoantimafioso.it, Il
Clandestino), una piccola rete informale che continuamente produca
materiali, idee e persone;
unità coi giovani di Liberainformazione ;
8) Nessuna redazione centrale. Sedi locali, col tempo, in diverse città
(Milano, Bologna, Roma, Palermo e Catania) appoggiandoci a realtà
amiche esistenti e puntando sullo spirito d’iniziativa di ogni singolo
gruppo.
9) Soldi. Ne servono pochi per la fase ebook. Ne serviranno almeno
60mila per il cartaceo. Stipendi. Il lavoro sarà volontario, nel primo
anno e fino alla fase del mensile inclusa. Piccoli rimborsi quando
possibile, in particolare agli specialisti tecnici (il nucleo
informatico sta già lavorando al suo settore). Punteremo moltissimo,
dal secondo anno, sul mercato elettronico con tutte le sue peculiarità.
10) Nucleo affidato a pochi personaggi, esterni al vecchio gruppo ma
che godano la fiducia di tutti, di altissimo prestigio e al di sopra di
ogni anche vago sospetto di parte. Scidà, Caselli, dalla Chiesa
possiedono questi requisiti. Ad essi aggiungeremmo due antimafiosi - un
“nordico” e un siciliano :-) - non personaggi mediatici e non
primedonne ma seri e costanti militanti della società civile. Il
professor Franco Cazzola di Firenze e Giovanni Caruso di Catania.
11) Scadenze: l’ebook potrebbe essere in rete il 22 novembre; il
cartaceo in edicola il 5 febbraio.
12) L’anima. I Siciliani di Giuseppe Fava. “I cavalieri dell’apocalisse
mafiosa” e “Le donne siciliane e l’amore”, alla pari. Non un semplice
giornale “antimafia” o “d’inchiesta” o d’investigazione, ma un
condensato felice di impegno civile, di società viva e di cultura. La
vera sfida è questa e non è detto che ce la faremo. Ma ci proveremo,
umilmente e con determinazione.
Liberainformazione
redazione@aetnanet.org
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