Un altro esame dopo la maturità per premiare i più bravi
Data: Martedì, 30 agosto 2011 ore 13:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Finalmente il meritato riposo: il mare, la montagna, oppure un viaggio all’estero. E invece l’estate prossima, dopo la Maturità, chi avrà ancora energia potrà sottoporsi ad un altro esame. Un test nazionale che metterà in palio borse di studio da 10 mila euro. Ricchi o poveri non fa differenza: la borsa sarà assegnata a prescindere dal livello del reddito e andrà agli studenti con il punteggio più alto. A patto che lascino mamma e papà e vadano in un’università lontana da casa.        
L’esame sarà volontario ma potrà partecipare solo chi, alla Maturità, avrà preso almeno 80 su 100. Sarà necessario pagare 5 euro in modo da coprire le spese di organizzazione. Il test si farà nella seconda metà di luglio, subito dopo la pubblicazione dei quadri degli esami di Stato. E si dovrebbe tenere nelle università: una per regione, due in quelle più grandi. «Anche in Italia — dice il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini — parte un sistema di valutazione organico per premiare i migliori anche se in difficoltà economiche». La differenza è proprio questa: finora le borse di studio, gestite dalle Regioni con fondi sempre più avari, erano assegnate agli studenti che venivano da famiglie povere, o almeno con le dichiarazioni dei redditi più basse. Queste borse, invece, terranno conto solo dei risultati degli studenti. È il meccanismo messo in moto dalla Fondazione per il merito con la collaborazione dei ministeri dell’Istruzione e dell’Economia. «Un progetto che unisce impresa, formazione e ricerca» dice Gelmini. Un passo previsto dalla riforma dell’università e che ha tra i suoi primi sostenitori Roger Abravanel, autore del saggio Meritocrazia. «Sono lieto — dice lo stesso Abravanel — che si vada nella direzione di premiare l’eccellenza con un sistema che misura in modo obiettivo il merito degli studenti».
Come saranno scelti gli studenti più bravi? Il test di fine luglio non valuterà la preparazione strettamente scolastica ma le competenze di base, dalla comprensione del testo alla logica. Non si sa ancora quante saranno le borse assegnate. Per il momento i fondi a disposizione ammontano a 30 milioni di euro: 10 stanziati dal ministero dell’Istruzione, 20 dai fondi Pon dell’Unione europea. Ma buona parte delle risorse dovrebbe arrivare dai privati e già prima della pausa estiva c’è stato un incontro con Confindustria e le principali aziende italiane.
L’idea è quella di assegnare una borsa di studio a fondo perduto per il primo anno di università. Lo studente dovrà lasciare la città di residenza ma bisognerà aspettare il bando per capire quale sarà il requisito richiesto, se basterà cambiare regione o se sarà necessario scegliere determinate università. Per mantenere la borsa negli anni successivi bisognerà essere in pari con gli esami ed avere la media del 27. Dal secondo anno, però, il contributo non sarà più a fondo perduto ma si trasformerà in prestito d’onore: lo studente lo dovrà sì restituire ma solo quando avrà trovato il suo primo lavoro. Sarà possibile anche non ridare indietro nemmeno un euro: ma a patto di essersi laureati con 110 e lode. Le prove saranno preparate dall’Invalsi che per l’anno prossimo prepara altre due novità: sperimenterà i suoi test direttamente alla Maturità, in una scuola per provincia su base volontaria, e rivedrà a campione anche i temi d’italiano sempre dell’esame di Stato.       (da http://www.quotidianamente.net/)

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