L’Italia spende 16 miliardi per l’F35. Ma il nuovo supercaccia ancora non funziona. La scuola statale non funziona. Ma la manovra taglia ancora sull’Istruzione.
Data: Lunedì, 29 agosto 2011 ore 18:29:58 CEST Argomento: Opinioni
Sulle nostre teste, e soprattutto sui
nostri conti pubblici, incombe un impegno di spesa per l’acquisto di un
nuovo cacciabombardiere a decollo verticale, l’F35.
L’Italia, con diversi governi (Prodi,
Berlusconi, D’Alema, Prodi e nuovamente Berlusconi) si è impegnata ad
acquistare 131 velivoli per un costo complessivo di 16 miliardi di euro
nel miraggio di ritorni occupazionali ed economici per le aziende che
partecipano al consorzio guidato da Lockheed Martin e Base System che
coinvolge anche l’italiana Finmeccanica. Ma quello del supercaccia si è
rivelato un progetto con grossissimi problemi tecnici e costi
completamente fuori controllo, tanto da spingere gli Stati Uniti a
ripensare e addirittura mettere in forse l’intero programma. (…)
L’F-35 può
trasportare anche armi nucleari secondo la logica dell’US Air
Force ed è anche il primo caccia sottoposto al Chemical and Biological
Program, al fine di ottenere il requisito necessario che assicuri sia
una capacità di sopravvivenza all’equipaggio, sia una capacità di
resistenza alla degradazione del velivolo dopo un attacco chimico o
biologico. La crescita dei costi dell’F-35 viene paragonata a quella
dell’F-22 Raptor, programma terminato anzitempo proprio per la elevata
spesa: il prezzo unitario del velivolo si attesta su una media di 92,4
milioni di dollari contro i 50 previsti nel 2002, l’intero programma ha
già raggiunto la cifra di 382 miliardi di dollari in 25 anni per
l’acquisto di 2.457 aerei. In
sostanza il budget è stato sforato del 64% rispetto alle previsioni,
oltre il limite del 50% stabilito dalla legge Nunn-McCurdy che prevede
la cancellazione di un programma. Dunque per continuare si
deve definire questo programma vitale per la sicurezza del paese. La
Gran Bretagna, per esempio, ha deciso come si evince dal bilancio 2011
della MoD (Ministry of Defence) di rinunciare alla versione a decollo
corto e atterraggio verticale, per le sue portaerei e punta solo al
modello C convertendo le Queen Elizabeth con cavi d’arresto e
catapulte. (…)
Sia la Marina USA che quella italiana, che nel
dicembre 2010 ha svolto a bordo della portaerei Cavour una riunione con
rappresentanti delle agenzie governative americane e italiane insieme
ai rappresentanti delle ditte Lockheed-Martin, Fincantieri e Selex
Sistemi integrati, non hanno un piano B nel caso di una soppressione
del velivolo. L’Italia ha deciso per
ora di comprare 22 F-35B e nella riunione si sono cercate le soluzioni
tecniche più idonee per consentire l’imbarco del velivolo a partire dal
2016.
Andrea Di Stefano
(Il Fatto Quotidiano, 29 agosto 2011)
Pd e
radicali: “Tagliamo F35 e Eurofighter risparmi per tre miliardi dalle
spese militari”
L'emendamento alla manovra correttiva
presentato dai senatori Della Seta e Ferrante: "I sistemi d'arma sono
sempre più distruttivi e costosi. Oltre 3 miliardi di risparmi: è
quanto si ricaverà se verranno accolti i nostri emendamenti per
tagliare le spese militari, rinunciando ai programmi di sviluppo e
acquisto dei superbombardieri F-35 e degli Eurofighter Typhoon”. Lo affermano i senatori del Pd Roberto
Della Seta e Francesco Ferrante, preannunciando la
presentazione di due emendamenti firmati anche da altri colleghi, tra i
quali Felice Casson e Ignazio Marino.
“Se c’è un
settore da sottoporre a radicali tagli di bilancio – affermano i due
proponenti – questa è la spesa per sistemi d’arma sempre più
distruttivi e sempre più costosi. Nella situazione attuale di
emergenza finanziaria è bene che il nostro Paese ridimensioni le
proprie spese militari: cosa buona in sé e cosa utile per avvicinare
l’obiettivo del pareggio di bilancio. Per questo abbiamo anche
sottoscritto – concludono i senatori del Pd – diversi emendamenti
proposti dai colleghi radicali Perduca e Poretti che si muovono nella
medesima direzione”.
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