Mentre a Palermo i precari ATA sono in catene, all’orizzonte si profilano nuovi tagli per il ridimensionamento delle scuole e la soppressione delle Pr
Data: Domenica, 28 agosto 2011 ore 14:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


“VERGOGNA” a politici e sindacati. Ci sentiamo svenduti, umiliati, mortificati, privati della nostra dignità. Dimettetevi se non siete in grado di rappresentarci, altrimenti governate gli interessi dei siciliani.
Sotto varie maschere si nascondono altri provvedimenti per la definitiva estinzione dei precari del Sud, da qui al 2014. Di fatto l’inizio risale al 2009, ma ci sono tutti i presupposti per pensare che tale disastro durerà fino al 2014. Altro che pareggio di bilancio, qua stanno perdendo la dignità, precari, famiglie e la Sicilia intera, in un Mezzogiorno agonizzante per mancanza di decisioni di veri leader politici e sindacali, incapaci di invertire un Trend che dura da troppo tempo a vantaggio del Nord.
E mentre al Nord i contingenti stabiliti dal MIUR assicurano quote significative di stabilizzazione per il personale ATA dalla Graduatoria dei 24 mesi, al netto delle quote accantonate per la Mobilità verticale e della quota prevista per i docenti inidonei, in Sicilia, regna lo sconforto tra assistenti amministrativi e assistenti tecnici e l’ulteriore conferma che siamo nelle mani della Lega Nord e della mafia, che costringe gruppi di precari del Sud ad incatenarsi davanti agli Uffici Scolastici, a lamentare attraverso i blog il dissenso verso l’ulteriore disfatta politica e istituzionale di governi regionali e sindacati, costretti a prendere atto del loro inesorabile fallimento.
Nel frattempo collaboratori scolastici, assistenti amministrativi e tecnici,  piangono l’ulteriore occasione perduta e provano ad elemosinare un posto di lavoro su scala nazionale, ad elemosinare, badate bene, diritti sanciti dalla Costituzione e dall’Unione Europea in violazione dei principi comunitari e della Carta Costituzionale, in evidente disparità di trattamento rispetto ai colleghi del Nord.
Povero Mezzogiorno, quale destino si propina all’orizzonte, mentre Sindacati, politici regionali, associazioni sembrano imbottigliati, inermi, incapaci di contrastare l’unica vera forza di governo, la Lega Nord, capace di sovvertire, equilibri sociali, culturali, le stesse decisioni del Presidente del Consiglio e del Parlamento, in una democrazia che sa più di regime che di libertà, va spegnendo le ultime speranze della scuola pubblica, come un malato terminale ormai alla fine dei suoi giorni.
La scuola così ha i giorni contati.
Che intervengano urgentemente coloro che ne hanno titolo, ad ogni livello, per garantire agli italiani un’istruzione di rango internazionale, livelli di occupazione su tutto il territorio nazionale a discapito di quel 30% di disoccupati che nel Mezzogiorno fa piangere migliaia di famiglie, superando la stessa % di disoccupati che su scala europea, si posiziona a livelli più bassi.
Altro che piano per il Sud, i principi di libertà e solidarietà, rappresentano i baluardi della democrazia di questo paese, e dalla Sicilia al Nord Italia non possiamo certo sentirci tutti italiani. 
Il divario tra Nord e Sud è destinato a crescere e lo stesso federalismo fiscale, che la lega Nord tanto sbandiera, sembra non avere futuro, se non saranno dotati Enti locali e Regioni delle dovute risorse, se non saranno gestite diversamente le Province limitandone gli sprechi, ma senza ridurne il peso istituzionale sul territorio, ovvero sopprimendole.
E’ il nostro governo regionale, che deve far valere quello Statuto Speciale, unica vera garanzia per lo sviluppo e la costruzione di una Sicilia vera, che dovrebbe fare scuola di autonomia a tutta Italia, rimane inesorabilmente imbrigliato nelle grinfie di un Partito di nuova generazione, capace di dettare le fantomatiche regole al Paese .
A loro si rivolge un appello, forse l’ennesimo, con la speranza, che si guardi in faccia il problema, per evitare che precari della scuola come qualunque altra categoria sociale di questa Sicilia, non sia costretta a ricorrere a forme estreme di protesta incatenandosi, facendo scioperi della fame o quant’altro. Ciò non rende onore a nessuno, ciò toglie credibilità alla classe politica e sindacale, alla Sicilia e al Mezzogiorno d’Italia a tutto vantaggio del Nord Italia.


Mario Di Nuzzo
mario.dinuzzo@libero.it






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