Una luce in fondo al tunnel. Per uscire dal tunnel della lunga crisi, per rilanciare la scuola pubblica statale
Data: Venerdì, 26 agosto 2011 ore 07:01:18 CEST Argomento: Sindacati
Il nostro Paese, salvo
brevi parentesi, non ha mai avuto una grande considerazione per la
Scuola e per la professione docente, tuttavia mai, nella recente storia
della nostra repubblica, si era scesi così in basso nella
mortificazione dello stesso ruolo docente.
Il trattamento economico degli insegnanti in Italia, lo sappiamo, ha
una lunghissima storia di miseria ed una tradizione di fanalino di coda
del mondo civile, ma almeno in passato esistevano considerazione e
rispetto, tanto da parte dei cittadini che delle Istituzioni.
Purtroppo, però, da diverso tempo, il prestigio dei docenti è
andato diminuendo, non solo in seguito a campagne denigratorie ben
orchestrate, ma grazie anche ad azioni politiche mirate contro la
funzione fondamentale della scuola pubblica di stato. L´ultima delle
quali, in ordine di tempo, basata su una distorta, quanto stolta,
teorizzazione dell´aziendalismo e del Capo d´Istituto trasformato in
privato datore di lavoro, ha trovato negli ultimi mesi il peggior
compimento nelle riforme promosse dal Ministro della Funzione Pubblica,
in particolare quelle che hanno modificato le procedure concernenti il
procedimento disciplinare.
La cosiddetta riforma Brunetta ha cancellato infatti, con un tratto di
penna, gli organi collegiali ai quali erano devoluti i procedimenti
disciplinari riguardanti i docenti. In sostanza, un docente, che avesse
dovuto rispondere di comportamenti sanzionabili, era sottoposto non al
giudizio inoppugnabile di uno solo, ma all´esame collettivo di
organismi eletti dagli stessi insegnanti. Non si trattava di garantire
impunità ai docenti, ma semplicemente di garantire che, attraverso lo
strumento disciplinare, non si colpisse la libertà di insegnamento
sancita dalla Costituzione e si riconoscesse la specificità
professionale della docenza.
Ora la disciplina dei docenti è in mano ai Dirigenti scolastici e, nei
casi più gravi, agli impiegati dell´amministrazione scolastica
periferica e il docente sanzionato ingiustamente, perdute tutte le
tutele degli organi collegiali che giudicavano secondo la regola del
dibattimento collettivo, può solo rivolgersi al giudice, sacrificando
almeno uno stipendio per pagare il legale.
Ma non è tutto. Esiste ancora una grave mancanza nella nostra
legislazione: la presenza di un Organismo di rappresentanza dei Docenti
a cui sia demandato di formulare pareri e proposte che riguardino la
Scuola e la docenza. Esiste sì, il Consiglio Nazionale della Pubblica
Istruzione eletto nel lontano 1996 ma scomparirà presto per il
pensionamento, e la conseguente decadenza, di tutti i suoi membri.
Inoltre il fatto che da allora non siano più state rinnovate le cariche
priva il Consiglio della necessaria autorevolezza e legittimazione.
In sedici anni la classe politica è stata incapace di - o non ha
scientemente voluto - occuparsi seriamente di una legge che fissasse
gli organi di rappresentanza e governo della Scuola!
Nelle Commissioni parlamentari dormono i vari disegni di legge, benché
spesso si assomiglino per molti aspetti, nonostante l´opposta
provenienza politica.
La Gilda ha predisposto due proposte di legge. Una riguarda l´area di
contrattazione specifica per i docenti, storico obiettivo della nostra
Associazione e l´altra relativa al Consiglio superiore della docenza.
Quest´ultima, alle precedenti funzioni previste dalla vecchia legge, ne
aggiunge due: funzione di appello, in materia disciplinare, in modo da
diminuire il contenzioso giudiziario e l´altra, necessaria, quella di
fornire al Ministro pareri vincolanti in merito alla carriera e
valutazione dei docenti. Naturalmente ora è necessaria una forte azione
degli insegnanti che chieda ed ottenga dal Parlamento l´approvazione di
queste leggi. Nello specifico, una legge che ricostituisca e faccia
eleggere il Consiglio Superiore della Docenza, quale indispensabile
organo di rappresentanza e garanzia della professione, partendo da
questo organismo per procedere poi alle altre riforme necessarie.
La nostra proposta ha già trovato un´eco positiva presso diversi
parlamentari, appartenenti a diversi schieramenti; infatti è stata
inserita in numerosi disegni di legge. Il compito e l´impegno della
Gilda nei prossimi mesi saranno concentrati e focalizzati su questo
obiettivo. Chiederemo l´estrapolazione del Consiglio superiore della
Docenza dai diversi Disegni di Legge e daremo avvio ad una
sottoscrizione comune, rivolta a tutti i colleghi, affinché nuove leggi
possano essere approvate rapidamente ed i docenti possano intravedere
una speranza di riacquistare la dignità perduta.
di Rino
Di Meglio
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