Verso una scuola che dà certezze
Data: Giovedì, 25 agosto 2011 ore 16:15:29 CEST
Argomento: Opinioni


Mentre ci si prepara all’avvio del  nuovo anno scolastico che annuncia già due  giornate  di sciopero nei primi giorni di settembre , facendo prevedere un autunno  “caldo” e carico di tensioni,   il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo al Meeting di Rimini ha consegnato alla scuola tre chiavi di lettura del presente e tre percorsi metodologici e strategici da seguire
Innanzitutto l’attenzione ai giovani, la centralità dell’alunno-persona nella scuola e nella società, il diritto concreto di cittadinanza e di partecipazione responsabile, il diritto di far sentite la propria voce e di essere ascoltati dalle autorità e dalle istituzioni.
La democrazia partecipativa nella scuola si riduce ad un ritualità sterile e priva di contenuti e di valori. Gli organi collegiali sono soltanto apparenti ed anche le assemblee degli studenti, pensate come palestra di democrazia e di ascolto, si riducono a giorni di vacanze autorizzate.
La scuola ha oggi un compito ancor più difficile e complesso nella società di oggi.
Il paradosso della modernità consiste in un’incertezza che è “tanto diffusa da risultare quasi insuperabile, come una condizione quasi normale”  afferma il filosofo  Costantino Esposito e ci si adagia con rassegnata assuefazione accanto   al “mostro policefalo” dell’incertezza e della precarietà.
La certezza in tempi incerti come quelli attuali “non è una certezza ideologica ma una certezza di vita in cui tutti possano respirare un riverbero di positività”, ha affermato  Emilia Guarnieri, presidente del Meeting. , ma come sostiene Pietro Barcellona è una tensione   per recuperare il senso del Mistero e dell’Ignoto. La certezza, non consiste in un bagaglio di cose certe, che il docente-educatore dovrebbe avere,  ma vuol dire assumersi il rischio di lanciare la propria spada al di là delle proprie sicurezze per ottenere ciò che il cuore desidera”.
Nella nostra angoscia e inquietudine, tutti e ciascuno “siamo un bisogno insopprimibile di certezza che non riusciamo mai effettivamente a colmare”.
La scuola  di oggi dovrebbe essere “palestra di educazione e di formazione “ come quella di un tempo, quando i bambini affermavano con orgoglio e consapevolezza “Lo ha detto la Maestra”.
Ecco la scuola che insegna valori, certezze, ideali e plasma ed educa, insegnando a pensare.
Spesso il mondo della scuola ha identificato nell'incertezza il metodo dell'insegnamento considerando buon insegnante chi non comunica certezze, confondendo la metodologia della “ricerca” con la strategia del dubbio, dell’incerto, dell’imprevisto o peggio limitando l’intervento formativo alle semplici nozioni disciplinari e scolastiche.
Il Presidente della Repubblica ha evidenziato  che è la certezza che educa, che fa crescere, che fa diventare grandi. La scuola infatti,  che accoglie l’alunno che cresce nella comunità, apre  i suoi  occhi al vero  (la scuola non può insegnare bugie e falsità)  e aiuta a scoprire la dimensione  dei valori e dell’Assoluto
L’educatore  che teorizza l'incertezza, infatti,  indebolisce i giovani, li mantiene fragili, mentre la società di oggi reclama  persone forti e decise.
Le attuali strutture amministrative di governo della scuola non comunicano certamente alcuna certezza, e garanzia, anzi si naviga a vista e come qualcuno sostiene: “ la scuola  è come “nave senza nocchier in gran tempesta”, Gli studenti, però, sono in relazione con gli adulti educatori, con i docenti che hanno il compito di guidarli e di formarli per il loro domani ed hanno il diritto di ricevere istruzione e formazione  completa e non parziale. 
Un’altra strada da seguire secondo il Presidente Napolitano , protagonista  e primo attore dei 150 anni della Repubblica è il riferimento alla  Costituzione italiana  che ci consegna una scuola libera e autonoma, principi e valori rimasti soltanto scritti sulla Carta, in quanto le concrete traduzioni trovano ostacoli e barriere quasi insormontabili.
 Pur nella difesa della democrazia  si  è radicato  sempre più lo statalismo centralista che mortifica l’autonomia e la parità e si lotta costantemente come nemici e ostili avversari.
L’autonomia della scuola, capace di operare scelte funzionali e migliorative del servizio per il territorio e per l’utenza resta spesso imbrigliata tra le spire velenose della burocrazia, che mortifica ogni progetto di liberta e di efficienza.
“La solidarietà e la sussidiarietà  sono stati i fattori che hanno mosso la storia italiana, che hanno permesso di affrontare le difficoltà e i momenti di crisi, e che oggi sono la promessa di un futuro migliore,” afferma con saggezza Giorgio Napolitano, il quale ha inteso così assegnare alla scuola un nuovo percorso  di sussidiarietà, di cooperazione e di integrazione con le istituzioni e le organizzazioni sociali, per essere segno e presenza nel territorio e per promuovere unitariamente positivi benefici di miglioramento e di benessere per l’intera comunità cittadina


Giuseppe Adernò
giuseppeaderno@gmail.com






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