Caos nomine: i direttori regionali procedono in ordine sparso
Data: Mercoledì, 24 agosto 2011 ore 13:11:29 CEST Argomento: Sindacati
Il MIUR non emana la
nota e mentre a Catanzaro si procede alla nomina dei ricorrenti
inseriti a pettine, a Vicenza si accantonano i posti con grave danno
erariale per le casse dello Stato e centinaia di denunce penali per
omissione di atti di ufficio.
Mai era avvenuto in Italia che sotto gli occhi del Ministro
dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, alcuni direttori
dell’amministrazione periferica decidessero di assumere secondo propri
criteri in violazione di un ordine dell’amministrazione centrale,
mentre altri nel rispetto della normativa. Eppure di fronte alle
diffide pervenute alla Direzione generale e alle denunce depositate
alle Procure della Corte dei Conti da parte del sindacato Anief,
titolare delle cause che hanno ottenuto il commissariamento dello
stesso Ministero, tutto tace cosicché nella maggior parte delle regioni
del Nord, per favorire i docenti assunti con minori punteggi e
ingraziarsi un partito politico, si elude una sentenza della Corte
costituzionale. Sono pronte anche le interrogazioni parlamentari a cui
il ministro Gelmini dovrà rispondere alla riapertura dei lavori
dell’aula da parte di diverse forze
politiche.
Il caso riguarda i 3.000 ricorrenti che si erano rivolti al Tar
Lazio e avevano ottenuto un’ordinanza cautelare per l’inserimento a
pettine nelle graduatorie, ordinanza che era stata eseguita
dall’amministrazione periferica due anni dopo, lo scorso aprile, su
ordine del Commissario ad acta e che ora viene praticamente elusa
accantonando i posti a loro spettanti per scorrimento di graduatorie ai
fini delle nomine retrodatate. Il danno erariale, al netto dei
risarcimenti danni, è quantificabile in 20.000 euro annui per ogni
supplenza data per un posto accantonato che avrebbe dovuto avere la
nomina al 1 settembre 2010, mentre il reato penale è dato dall’elusione
di un preciso ordine dell’ausiliario del giudice. I dirigenti del Miur
questa volta si assumeranno personalmente la responsabilità, mentre il
Ministro dovrà ancora una volta spiegare perché non è intervenuto per
evitare questo spreco di tempo e di risorse, visto che ora se non
risparmia dovrà tagliare la tredicesima ai suoi dipendenti.
(da Anief)
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