Riflessioni sull’onda fresca della calura estiva: perché non quotare la scuola di stato in borsa?
Data: Mercoledì, 24 agosto 2011 ore 12:58:49 CEST Argomento: Opinioni
Lettere in redazione
In questa calura estiva, la mente tende a sciogliersi come un gelato al
sole, le idee si annacquano e strani pensieri si fanno strada nei
meandri della ormai liquefatta materia grigia. Eppure questa idea mi
martella da quando ho scoperto che ormai il nostro destino e legato a
doppio filo a termini quali: Btp future o Dow Jones, Eurobond, Mib,
Mibtel, Spread ecc., in parole povere” La Borsa”.
ED ALLORA.. PERCHÉ NON QUOTARE LA SCUOLA PUBBLICA DI STATO IN BORSA?????
Ipotizziamo lo scenario:
Un’Offerta Pubblica Iniziale (Initial Public Offering - IPO) è
un'offerta al pubblico (docenti) dei titoli di una società (scuola) che
intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato. Le
offerte pubbliche iniziali sono promosse generalmente da un’impresa
(Stato) il cui capitale è posseduto da uno o più imprenditori
(Ministro dell’Istruzione e Ministro delle Finanze), o da un ristretto
gruppo di azionisti (ad esempio Ministro della Funzione Pubblica, del
Lavoro, del Welfare o altri investitori istituzionali), che decide di
aprirsi ad un pubblico di investitori più diffuso contestualmente alla
quotazione in Borsa. Nel nostro esempio, la Scuola Pubblica di Stato
promuove un’IPO e offre sul mercato una quota del proprio capitale
azionario, o attraverso la cessioni di azioni possedute dagli attuali
azionisti agli insegnanti precari in cambio dello stipendio (OPV,
Offerta Pubblica di Vendita, o Offerta Precariato in Vendita), o
obbligando gli insegnanti di sottoscrivere azioni di nuova emissione in
cambio del quinto dello stipendio (OPS, Offerta Pubblica di
Sottoscrizione, o Offerta Per Strozzo), oppure restituendo il TFR
sottoforma delle suddette azioni, o sfruttando congiuntamente le due
modalità (OPVS, Offerta Pubblica di Vendita e di Sottoscrizione, o Ora
Pagate o Vi Sodomizziamo). Va messo in evidenza che, siccome attraverso
un’OPS vengono collocate sul mercato azioni di nuova emissione, in
questo caso l’offerta comporta (come da tempo spera il trio
Gelmini-Brunetta-Tremonti) un aumento di capitale ed una raccolta di
capitale positiva per l’impresa. Ed invece, nell’OPV gli azionisti
controllanti dell’impresa e/o gli investitori istituzionali presenti
nel capitale cedono, in parte o integralmente, i loro titoli spazzatura
altrimenti non collocabili: questo caso non vi è raccolta di capitale
per l’impresa, ma vi è una raccolta di liquidità dagli offerenti. In
compenso si aprono per il governo una serie di grosse
opportunità:
• via il precariato, perché il precario diventa
Azionista e lavora per se stesso (più lavori, più l’azienda si apprezza
sul mercato più salgono le sue azioni);
• via spese superflue (il quinto dello
stipendio ti serve per garantirti il lavoro);
• via il TFR (lo investi su quello che hai creato
fino alla pensione)
e……….. VIA FINALMENTE LA SCUOLA PUBBLICA!!!!!!
Giuseppe Crisà
giuseppe.crisa@istruzione.it
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