Quante bugie sulla pelle dei docenti precari
Data: Venerdì, 19 agosto 2011 ore 11:56:53 CEST Argomento: Rassegna stampa
Ho incontrato in
ascensore un mio vecchio conoscente, è un quarantenne precario della
scuola da oltre dieci anni, che mi ha detto: «Nella mia graduatoria di
900 persone, al posto 300 stavo, al posto 300 sto. Per il terzo anno di
seguito non avrò la nomina del provveditore. E avevano detto che
passavamo di ruolo». Dopo la pubblicazione della tabella di
ripartizione dei posti per provincia, il clamore mediatico sulle 67.000
immissioni in ruolo si è attutito e l´enfasi per il grande risultato è
cessata. I grandi numeri a livello locale sono divenuti piccoli, anzi
piccolissimi. In ogni caso non c´è confronto tra i 1500 docenti e i
1700 Ata che saranno stabilizzati nella provincia di Napoli e gli oltre
diecimila posti tagliati solo nell´ultimo triennio. E l´aumento del
personale in esubero, una conseguenza dell´applicazione della
cosiddetta riforma Gelmini, non fa illudere in merito ai posti promessi
per i futuro. Mentre la nave dei precari affonda, colpita mortalmente
dalla politica del governo, è in atto uno scontro senza tregua.
Uno scontro tra quelli di loro che stanno messi meglio per
riuscire a saltare sui mezzi di salvataggio, manovrati con qualche
cinismo e molta spregiudicatezza da un gruppo consistente di politici e
sindacalisti. Da molti di quelli, cioè, che hanno la responsabilità di
non aver fatto scelte chiare e coerenti sul reclutamento del personale
della scuola e di non essere intervenuti per tempo per eliminare le
storture nel sistema delle assunzioni. Sono stati e sono indifferenti
al fatto che si assuma per il 50% da graduatorie di merito obsolete che
risalgono al 2000, quando si espletò l´ultimo concorso a cattedre.
Contro ogni logica. Per l´altro 50% di assunzioni hanno consentito che
si mettesse mano alle graduatorie dei precari trasformandole ad
esaurimento e chiudendole. Il che aveva un senso finché c´era un piano
di 150.000 immissioni in ruolo. Poi, dal momento che non si è dato
attuazione a tale piano ed esse sono diventate delle gabbie, hanno
convenuto con l´amministrazione che si desse uno sfogo facendo
scegliere ai precari le graduatorie di altre tre province in cui
andarsi a collocare, ma in coda. Alla fine che le graduatorie venissero
riaperte, ma che per una parte delle immissioni in ruolo di quest´anno
valessero ancora le vecchie. Con la stessa incoscienza, pressappochismo
e irresponsabilità queste benedette graduatorie sono state chiuse,
integrate con le "code", riaperte. Gli autori di queste operazioni, e
quelli che le hanno condivise o subite in silenzio, oggi si stracciano
le vesti e alimentano le contrapposizioni tra i precari, consegnandoli
a giudici e avvocati.
Mi sono andato a vedere la graduatoria del mio amico dell´ascensore, in
realtà è un elenco di sostegno, sul sito del Miur. Lui è sempre al
posto 300, ma si sono inseriti prima di lui nell´ultimo aggiornamento
trenta colleghi provenienti da altre province, dieci nelle prime
quindici posizioni: quelli che si prenderanno i posti di ruolo. A
Napoli! La verità è che anche tra i precari c´è una élite: persone che
scelgono in quale provincia passare di ruolo, così come si fanno
assegnare per gli incarichi alle sedi più comode, mentre alla
stragrande maggioranza le estenuanti discussioni sul ruolo neanche
interessano, alle prese come sono con supplenze annuali negate,
supplenze su maternità, supplenze temporanee, decreto salvaprecari,
progetti regionali e disoccupazione.
Quei politici e a quei sindacalisti che si vantano dei risultati
ottenuti dovrebbero tornare a parlare con i precari della scuola solo
con un accordo o una piattaforma di più ampie prospettive. Un accordo
serio sul precariato non può fermarsi alla copertura di una quota parte
dell´organico di diritto, al netto di esuberi e tagli. Francamente è un
risultato modesto che fa solo anticipare di un po´ il programma minimo
che il governo ha già in mente per non chiudere del tutto le scuole.
L´accordo dovrebbe partire dalle esigenze di organico delle istituzioni
scolastiche, compresa una quota significativa di organico funzionale
per tutte le esigenze, anche per le sostituzioni; dovrebbe prevedere la
stabilizzazione e i tempi di stabilizzazione di tutti i precari
inseriti nelle graduatorie ad esaurimento, la qualificazione
professionale e la riconversione del personale, le modalità di
reclutamento per i futuri docenti.
(di Franco Buccino da la Repubblica)
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