Confindustria: 3 presidenti e 3 diverse opinioni sulla manovra
Data: Lunedì, 15 agosto 2011 ore 07:00:00 CEST
Argomento: Opinioni




Tre presidenti per tre diverse opinioni. L’argomento in questione è la “tanto sudata” manovra, loro tre sono l’attuale presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, il suo predecessore Luca Cordero di Montezemolo, e Antonio D’Amato, anch’esso ex numero uno di Confindustria. I tra hanno parlato lo stesso giorno, concedendo interviste per commentare gli effetti della “manovra bis” sugli italiani e sull’economia del paese, e ognuno ha detto una cosa diversa.
    Cominciamo con la Marcegaglia, che dopo attacchi e prediche contro il governo Berlusconi, stavolta sembrerebbe aver cambiato sponda, elogiando l’operato di Tremonti. Forse impaurita da un altro dossier su di lei nelle mani de Il Giornale. Ad ogni modo intervistata dal Sole 24 Ore la Marcegaglia dice: “Da Iva e pensioni di anzianità si possano trovare le risorse per la crescita, nonostante i tanti errori siamo un grande Paese e con questo provvedimento abbiamo saltato un burrone”.
La numero uno di Confindustria – per la quale ”il problema di oggi non è cambiare il governo, ma fare le cose che servono” – lancia subito un appello a maggioranza e opposizione: ”Si sfrutti il passaggio parlamentare – auspica – per recuperare rigore e sviluppo insieme: si riformino le pensioni di anzianità” per recuperare fino ”a 7 miliardi” e ridurre il carico sui ceti medi, e spingere verso lo sviluppo partendo dalle ”infrastrutture”. Altri 7 miliardi potrebbero arrivare, per esempio, con un piccolo aumento dell’Iva anche di ”un solo punto”.
La manovra, spiega Marcegaglia, ”andava fatta. Berlusconi e il governo se ne sono resi conto in ritardo. Le risposte bisognava darle prima è vero, ma la reazione c’è stata”. Un decreto in cui comunque si vedono ”le mille divisioni” della maggioranza.
       Di gran lunga diversa l’opinione di Montezemolo. Sarebbe stato ”meglio varare un’imposta una tantum sui patrimoni superiori ai 5 o ai 10 milioni di euro, andando a colpire in questo modo anche gli evasori”, spiega in un’intervista al Corriere della Sera in cui viene sollecitato sulla possibilità di una sua prossima entrata in politica, della nuova manovra varata dal Cdm ed in particolare del prelievo sui redditi oltre i 90 mila euro ritenuto ”uno scandalo puro e semplice” anche perchè colpisce ”chi vive di stipendio e paga quasi il 50% di tasse” vedendo persone ”intorno a sè che guadagnano molto di più pagando poco o nulla”.
     Secondo Montezemolo, che parla di ”scelte deboli” e del fatto che arrivato ”il momento di ricostruire il Paese” anche dal punto di vista etico il governo avrebbe potuto ”vendere o dismettere e, se non fosse stato sufficiente, un vero contributo di solidarietà da chi se lo può permettere”. “Una cosa – prosegue il presidente della Ferrari –  è chiedere un contributo di solidarietà a me o a Berlusconi, una cosa è colpire un dirigente con famiglia a carico”. Per Montezemolo ”stanno asserragliati” rinchiusi ”nei Palazzi della politica” e ”non si rendono conto di quello che il Paese reale sta attraversando”.
”Il ministro dell’Economia – aggiunge l’ex presidente della Fiat parlando delle rassicurazioni che arrivavano dal governo sull’ombra della crisi – ha dispensato lezioni a tutti, econimisti, imprenditori, sindacati e persino alla Banca d’Italia. Ed ecco dove siamo”. E non risparmia l’opposizione: l’ho sentita ”teorizzare la propria superiorita’ morale e poi ho letto fatti di cronaca e tangenti. Ho sentito spiegare che i problemi dell’Italia inziano e finiscono con Berlusconi, ma ”dimenticano anche loro gli anni non certo felici del centrosinistra”. Montezemolo ritiene che la gestione della crisi da parte del governo sia stata ”confusa e pasticciata” paragonando la ”maggioranza” al ”Circo Barnum”.
      Infine un altro ex presidente di Confindustria, Antonio D’Amato. ”Nei momenti difficili bisogna dare fiducia ma nei momenti drammatici bisogna avere il coraggio di dire la verità: questa manovra non affronta le vere priorità, è più dannosa che utile. Così l’Italia rischia di affondare”. spiega in un’intervista a Il Mattino.
Per l’imprenditore la manovra ”rischia non solo di essere insufficiente ma anche inutilmente recessiva”. Quanto al contributo di solidarietà, ”rischia di essere solo depressivo perchè non accompagnato da riforme strutturali che rilancino la competitività” oltre a colpire ”prevalentemente il ceto medio”.
14 agosto 2011 (Blitz Quotidiano)
 
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