Flc-Cgil Emilia Romagna: più posti Ata ma insufficiente l’organico di fatto dei docenti
Data: Domenica, 14 agosto 2011 ore 10:43:39 CEST
Argomento: Sindacati


Sono 66.300 le assunzioni del personale docente e ATA della scuola che saranno effettuate entro il 1 settembre prossimo.
Si tratta di un primo importante risultato frutto delle continue e determinate iniziative di mobilitazione messe in campo dalla FLC CGIL e dall'intero movimento dei precari.
Iniziative di mobilitazione che risalgono già al 2008, quando la FLC avviò la campagna “MAI PIU' PRECARI”,  gli scioperi, le manifestazioni, i circa 60.000 ricorsi al giudice del lavoro contro la reiterazione dei contratti di lavoro a tempo determinato e che hanno visto il Ministero soccombere in tutte le sedi, per culminare nell'Operazione CENTOMILA con la quale abbiamo dimostrato, conti alla mano, che stabilizzare il personale precario non solo era possibile, ma giovava alla qualità della scuola pubblica e faceva risparmiare lo Stato.
In Emilia Romagna i posti docenti complessivamente assegnati sono  2935 ripartiti nei vari ordini di scuola.
Sono 2805 i posti riservati ala personale ATA e distinti tra i vari profili professionali.
Complessivamente saranno 5740 i lavoratori precari stabilizzati, pari all'incirca al 12% dell'intero contingente nazionale, nella regione che vede la più alta percentuale in Italia di precari sugli addetti.
Dunque un’esigenza drammatica, sempre denunciata, di ridare stabilità lavorativa e continuità didattica al sistema scolastico, già seriamente stressato dall’aumento impetuoso della popolazione scolastica  (+25.000 negli ultimi 3 anni) e dai tagli violenti messi in atto dal Governo fin dal 2008.
Un risultato importante da festeggiare, dunque, che rivendichiamo con orgoglio, ma il nostro impegno non finisce qui.
Non abbasseremo la guardia e continueremo nella battaglia per avere certezza del piano di stabilizzazione triennale a copertura di tutti i posti vacanti, come previsto dal D.Lvo 3 agosto 2011, e per garantire pari opportunità di diritti ad una buona scuola pubblica in tutto il Paese.

Ma la doccia fredda per la Regione Emilia Romagna arriva dalla determinazione dell'organico di fatto 2011/2012.
E' di ieri la notizia che sono stati assegnati dal Ministero dell'Istruzione soltanto 180 posti docente per far fronte alle criticità rappresentate dalle istituzioni scolastiche della regione.
Le richieste delle scuole sono tre volte tanto i posti assegnati, e senza considerare la scuola dell’infanzia che lo Stato non considera più suo obbligo generalizzare.
Il nostro giudizio non può quindi che essere negativo e preoccupato.
I 180 posti rappresentano una parziale ed insufficiente risposta alle necessità di funzionamento delle nostre scuole e dovranno essere utilizzate per lo più a fronteggiare le emergenze delle classi sovraffollate e per garantire quanto previsto dagli ordinamenti.
Nulla di più.
Gravissimo poi che il Ministero non abbia destinato un solo posto alla scuola dell'infanzia che, come noto, rappresenta nella nostra regione una vera emergenza, tenuto conto delle lunghe liste di attesa. Sono infatti 1.800 in più,  i bambini residenti rispetto all’anno scorso attualmente senza posto nel primo fondamentale segmento del loro percorso scolastico.
Sul versante del personale ATA, la situazione assume toni drammatici e molte saranno le situazioni di criticità in cui si troveranno le scuole all'apertura dell'anno scolastico.
Infatti i 57 posti autorizzati dal Direttore Scolastico Regionale, a fronte delle oltre 200 richieste avanzate dai dirigenti scolastici, rappresentano una goccia nel mare rispetto all’aumento degli alunni, alle esigenze di funzionamento, vigilanza e pulizia delle scuole.
Questo non è un “adeguamento degli organici alle reali esigenze”, come prevederebbe la norma: per la scuola dell’Emilia-Romagna è una misura tampone del tutto inadeguata all'emergenza che si profila, che  non risolve affatto i problemi e che continua a lasciare molte centinaia di bambini senza scuola.
La situazione è durissima, per la finanza pubblica come per gli Enti Locali, ma il diritto allo studio viene prima di tutto e occorre che l’intero sistema territoriale regionale, di cui anche lo Stato fa parte, trovino delle soluzioni.


La Segreteria FLC CGIL Emilia Romagna






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