INSIEME X LA SCUOLA (una seduta dell'ARS a difesa della scuola siciliana)
Data: Domenica, 14 agosto 2011 ore 06:00:00 CEST Argomento: Associazioni
Noi,
insegnanti, genitori, Ata, studenti, esponenti di partiti, di
sindacati, di movimenti, della società civile, del mondo della cultura,
abbiamo deciso di unirci tutti in un documento unitario a difesa della
scuola siciliana.
L’obiettivo è quello di difendere il patrimonio dell’istruzione
pubblica italiana e soprattutto siciliana che - pur tra grandi
difficoltà - è stata sempre impegnata nella formazione culturale, umana
e civile di uomini e donne.
Formazione dei cittadini, istruzione di qualità e facilitazione
dell’immissione nel mondo del lavoro dovrebbero essere obiettivi, pur
in un periodo di grave crisi economica, di qualunque società civile. Di
contro in Italia, da alcuni anni, il campo dell’istruzione, come quello
della cultura in genere, è divenuto il settore prediletto per il
recupero di fondi in un’ottica miope e distorta che si rifiuta di
vedere come “meno scuola” implichi “meno conoscenze e competenze”,
minori opportunità lavorative, maggiori diseguaglianze economiche,
culturali e territoriali, annullando la mobilità sociale e la funzione
di ascensore sociale propria della scuola con gravi ricadute a livello
individuale e territoriale. Ma tagliare sulla scuola in Sicilia non si
può: ha gli effetti di una strage silenziosa e senza testimoni.
E’ giunto il momento di pretendere che non si continuino impunemente a
riproporre di anno in anno nei confronti della scuola statale
dell’isola tagli, procedimenti e provvedimenti che mettono a
repentaglio il funzionamento degli ordinamenti scolastici di ogni
ordine e grado.
Tagli, viziati spesso da illegalità procedurali e costituzionali, che
vanno a incidere pesantemente sul diritto allo studio e sul diritto al
lavoro, così come sul diritto costituzionale alla parità di
trattamento, diritto disatteso nei riguardi dei ragazzi siciliani. La
nostra isola, con i più alti tassi di disoccupazione come di
dispersione scolastica, è stata falcidiata in misura ben maggiore dai
provvedimenti del MIUR che, sommati ad anni e tradizioni di
superficialità e e di assenza di opportuni provvedimenti degli enti
locali a salvaguardia dell’istruzione nella nostra regione, hanno
causato una ricaduta sulla perdita del posto di lavoro di tanti
colleghi docenti e, soprattutto, sulla qualità dell’istruzione dei
ragazzi siciliani e sulla dispersione scolastica, che nella nostra
isola raggiunge le punte più alte nei rapporti nazionali.
Qualità dell’ struzione e sviluppo economico di un territorio sono dati
che ogni studio economico mette in relazione e che incidono in modo
sostanziale sulle condizioni di degrado economico-sociale e culturale
della nostra terra. Ci rendiamo che sono momenti difficilissimi, per la
grave crisi economica mondiale che sta affliggendo il nostro paese come
altri paesi, ma è proprio in momenti come questi che ciascuna nazione
deve assegnare il giusto carattere di priorità alle azioni possibili:
l’azione sull’istruzione in modo ponderato, utile e preciso è una delle
più importanti. Proprio per le potenzialità che offre: perché è
investendo sulle menti dei nostri ragazzi che si cambia il mondo
migliorandolo.
Essendo quindi, quello dell’istruzione e della formazione, della
cultura un problema sociale, ma anche identitario, ci rivolgiamo non
solo ai lavoratori della scuola e ai sindacati, ma soprattutto agli
enti territoriali, alle istituzioni e a quella società civile che crede
fermamente nella cultura e nella conoscenza il pilastro fondante della
società italiana. Obiettivo è quello di lavorare insieme per costruire
una piattaforma comune di proposte, in quanto non crediamo nel lamento
sterile ma nella nostra capacità di elaborare e produrre risposte.
Vogliamo difendere il diritto dei ragazzi italiani, siciliani in
particolare, cittadini in potenza, ad avere una scuola all’altezza di
un Paese democratico e civile. Una scuola che sia all’altezza della
storia e della cultura italiana e delle sfide che li aspettano questi
anni. La Sicilia è stata falcidiata in misura ben maggiore dai
provvedimenti del Ministero diretto dalla Gelmini, ma tali
provvedimenti, è bene riconoscerlo, si sommano ad anni e tradizioni di
superficialità e assenza di opportuni provvedimenti degli enti locali a
salvaguardia dell’istruzione nella nostra regione, causando una
ricaduta visibile e primaria sulla perdita del posto di lavoro di tanti
colleghi docenti,sulla qualità dell’istruzione dei ragazzi siciliani e
sulla dispersione scolastica.
Per Statuto la Regione Sicilia ha competenze anche esclusive per quel
che riguarda l’istruzione eppure queste competenze non sono servite ad
attivare azioni specifiche da parte dei governi regionali per evitare o
opporsi alla situazione deficitaria sia contestuale che strutturale in
cui versa l’istruzione statale.
Gli ultimi dati forniti dalle prove nazionali in matematica e in
italiano (i test INVALSI), pur se avulsi nella considerazione delle
varianti contestuali e delle specificità territoriali della nostra
regione (contesti sociali per metà medio-bassi, arretratezza economica
e sociale, assenza di contesti familiari atti a favorire lo studio, e
non è un giudizio ma un dato di fatto), fotografano un’amara verità: i
nostri studenti risultano ultimi. Sono dunque loro i primi a pagare
delle ricadute nefaste di provvedimenti errati, dei tagli lineari
succeduti e del mancato interesse precipuo e fattivo da parte degli
enti locali e regionali nel campo dell’istruzione.
Classi affollate, docenti che ruotano, personale ATA in numero non
adeguato, ragazzi con handicap con sostegno insufficiente, locali
inadeguati ed insicuri: ecco le condizioni in cui dovremmo combattere
ignoranza e dispersione scolastica (e non solo) che nella nostra terra
raggiungono le punte nazionali più alte. Spesso la scuola è un presidio
dello Stato nel territorio: ogni disattenzione, ogni attacco al singolo
edificio è un attacco globale al senso dello Stato come collettività
condivisa.
Noi, comitato promotore di questo documento, che nello Stato e nella
collettività crediamo fortemente e che umilmente onoriamo col nostro
lavoro, non possiamo permetterlo. Siamo pronti a prenderci carico di
questa battaglia, facendo ammenda dei nostri eventuali errori e
riassumendo su di noi in maniera attiva e forte il ruolo fondante e
specifico della nostra professione di insegnanti e di collaboratori
proprio perchè un giorno ci avete affidato i vostri figli. Ruolo forse
accantonato in questi anni, perché affannati a lavorare nelle nostre
classi, perdendo di vista un obiettivo ben più generale: la
salvaguardia della scuola. Ma adesso ne scorgiamo la sua distruzione e
non possiamo permetterlo.
La scuola è un luogo sacro per noi che ci lavoriamo, per il valore di
costruzione di valori e coesione, di cultura e intercultura, di
crescita solidale, e sacra dovrebbe essere la sua salvaguardia da parte
dell'intera collettività. Se la collettività, complice una politica
distratta, negli ultimi anni ha derogato a tale salvaguardia ce ne
prendiamo noi il carico. Per intero e senza esitazione.
Nonostante ciò chiediamo il sostegno di tutti i siciliani nell’esigere
dal Parlamento siciliano una svolta.
In questi ultimi anni, fino ai giorni correnti, abbiamo manifestato con
forza il nostro dissenso di fronte ai nuovi tagli agli organici e al
funzionamento scolastico praticati dal Governo: lo abbiamo sottolineato
nelle sedi di confronto istituzionale, lo abbiamo condiviso con tutte
le forze sociali e lo abbiamo dimostrato e comunicato al ministro
Gelmini. Comunicazione che fino a oggi non ha ricevuto alcuna risposta
adeguata e soddisfacente.
Adesso serve l’aiuto forte della politica siciliana tutta al di là
degli schieramenti. E non solo per il taglio all’organico in sé, ma per
le ricadute sulla qualità dell’ istruzione. Nessuno, tra docenti,
personale ATA era in più: prova ne è l’esistenza dei posti vacanti
negli organici e l'alto numero di studenti per classe, tra cui numerosi
diversamente abili ai quali non viene riconosciuto un diritto sancito
dalla legge 104/92 con successivo atto di indirizzo, in barba alle
sentenze giuridiche.
Vogliamo che l’istruzione dei ragazzi siciliani diventi un interesse
precipuo di tutti i deputati dell’ARS, in modo coordinato e unitario,
non parziale, saltuario o individuale. Vogliamo che si dedichi una
seduta intera alla trattazione dell’emergenza scuola come uno degli
ambiti cruciali per intraprendere uno sviluppo coerente e adeguato
della nostra terra, con un urgenza tale e pari a tutte le altre se non
di più. Il rapporto tra qualità dell’istruzione e lo sviluppo economico
di un territorio è un dato rilevato da ogni analisi o studio ed è nel
diritto di ogni studente siciliano pretendere di essere al pari degli
altri e non ultimo. E non vogliamo ripetere per l'ennesima volta
l'elementare verità che solo conoscenza, istruzione e coesione civile
allontanino gli spettri delle crimilatià organizzate.
L’invito che ci sentiamo di rivolgere a tutte le forze politiche e a
tutte le forze sociali siciliane è quello di dare voce al disagio
profondo che oggi si vive nella nostra scuola, evitando inutili
strumentalizzazioni politiche o ideologiche, operando insieme per
rappresentare la necessità di non arretrare sul piano della qualità, di
chiedere quindi con forza al Governo di ridare alla Sicilia non di più,
ma quanto gli spetta, e di operare in maniera autonoma, là dove
necessario, come previsto dalle competenze regionali, per migliorare la
qualità dell'istruzione e non per distruggerla.
Per i motivi sopra esposti CHIEDIAMO un impegno a discutere sui
seguenti punti:
Verificare subito e vigilare sul contingente di personale docente e ATA
immesso in ruolo e assegnato alla Sicilia. Che la quantità risponda
alle reali esigenze e possibilità del Ministero e non a logiche
politiche avulse dai bisogni della scuola. Chiedere come mai, a parità
di cattedre vacanti, la Sicilia abbia uno scarso contingente di
immissioni, in base a quali calcoli vengano determinate e conoscere
quale sia stato il criterio di attribuzione. La Sicilia richieda a gran
voce che venga applicata l’equità della legge e della giustizia,
affermando l' illegittimità dei tagli, come Il 29 luglio scorso ha
sentenziato il Consiglio di Stato e , ancora prima, il Tar del Lazio,
nell’aprile scorso. . Il ministero si è appellato al Consiglio di
Stato, che ha riconosciuto il pieno diritto delle componenti della
scuola e dei loro comitati a impugnare organici illegittimi, ribadendo
l’illegittimità dei decreti interministeriali che non hanno rispettato
gli iter procedurali previsti dalla normativa vigente esottolineando il
ruolo delle Regioni che – per ammissione della stessa Avvocatura dello
Stato – devono esigere che il loro parere (obbligatorio, sebbene non
vincolante) venga richiesto, cosa che il ministero ha “dimenticato” di
fare.
Questi tagli hanno interessato in modo drammatico e sostanziale le
scuole del sud: su di noi si è abbattuta la scure ogni anno, e persino
con la recentissima approvazione di 67.000 unità nel personale
scolastico stiamo assistendo all’ennesima discriminazione ai danni
delle scuole del sud: Dei 30.308 insegnanti che verranno assunti dopo
l’accordo firmato all’Aran, il 46% - quasi la metà - saliranno in
cattedra al nord, il 29% al centro e solo il 24% al Sud... Già leggendo
queste cifre diffuse il 5 agosto ci si rende conto che qualcosa non va.
L’accusa più frequente rivolta al Ministero dell’Istruzione è di
antimeridionalismo, ma pochissimi nel governo regionale siciliano
stanno alzando non dico la testa ma quantomeno un ciglio.
2 Edilizia scolastica: vigilare e monitorare al più presto i locali che
presentano maggiori caratteri di rischio. E’ urgente ed
improcrastinabile inoltre rivedere l’intero piano di edilizia
scolastica regionale, considerando le nuove problematiche legate
all’indirizzo dato dal Consiglio di Stato sul sovraffollamento delle
classi ed effettuare un’attenta analisi delle situazioni esistenti in
Sicilia per verificare se Comuni, Provincie e Sovrintendenza scolastica
regionale applichino in toto quanto stabilito della sentenza del
Consiglio di Stato e come intendano garantire la qualità delle scuole
siciliane per evitare il fenomeno delle “classi pollaio”. Il problema
“non risolto” della sicurezza degli spazi scolastici ha pesanti
ricadute sull’incolumità degli alunni all’interno delle aule (spazi
ridotti e classi pollaio) e comporta unainevitabile ricaduta sulla
qualità della didattica. Si chiede il rispetto dei parametri previsti
dal DM 18 dicembre 1975 “Norme tecniche aggiornate relative
all’edilizia scolastica” che stabilisce i parametri spaziali minimi a
disposizione di ogni persona presente nei locali scolastici e del DM 26
agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”;
Interrogarsi sull’entità degli edifici in locazione e sulla somma
destinata a tali locazioni. Capire se, con la stessa cifra, non sarebbe
possibile costruire nuovi e più adeguati locali scolastici. Attivarsi
per reperire ulteriori fondi in ogni modo possibile: tramite utilizzo
fondi FAS, CIPE o Europei. Anche in modo innovativo e mai
praticato(Bioedilizia, ad esempio, per la quale esistono fondi
specifici UE) .
3 Sostegno a Province e Comuni per mantenere e potenziare i servizi
necessari (mensa e trasporto) per assicurare il soddisfacimento delle
richieste dei Dirigenti scolastici e delle famiglie (tempo pieno e
tempo prolungato). E’ fondamentale modulare il tempo scuola (tempo
pieno, tempo prolungato) in base alle reali necessità del territorio,
tenendo in considerazione l’alto tasso di dispersione scolastica,
fattore di criticità del Mezzogiorno e i ritardi di competenze e
conoscenze dei nostri alunni. I tagli hanno penalizzato fortemente le
aree difficili: periferie urbane o territori marginali, zone di
periferia geografica e culturale dove manca tutto, dalla biblioteca ad
Internet, dove l’incontro, in queste realtà più che altrove
indispensabile per favorire crescita sociale e civile come anche per
allontanare lo spettro della micro e macro criminalità, tra le due
agenzie formative (scuola e famiglia) è ridotta a mera utopia.
4 Vigilare sull’attività delle scuole pubbliche paritarie di proprietà
privata. Sappiamo che la Costituzione ne prevedeva l'esistenza senza
aggravio sulla spesa pubblica. Negli ultimi decenni il percorso
intrapreso tradisce palesemente il pensiero dei Padri Costituenti.
Abbiamo, inoltre, istituti legalmente riconosciuti che spesso abbassano
il livello qualitativo degli studi, utilizzando personale poco
adeguato, spesso non abilitato, sottopagato o non pagato affatto.
Ribadiamo la necessità di una vigilanza ferrea e adeguata nel
rilasciare le autorizzazioni alla legale attività di istruzione
scolastica, utilizzando norme e regole nell’assunzione di personale
docente e non docente, prevedendone l’assunzione dalle graduatorie
riconosciute dal MIUR, tutelandone i diritti provenienti dalla vigente
normativa in materia di lavoro e previdenza sociale. Si darebbe, così
facendo, qualità e legalità all'impresa privata, così come dettato
dalla Costituzione e professionalità ed autonomia al personale
impiegato.
Sicilia, 10 agosto 2011
INSIEME PER LA SCUOLA
comitato promotore:
ROSANNA AIELLO, Coordinamento Precari Scuola, Catania, personale ATA
FABIOLA CARBONARO, FLC CGIL coordinamento provinciale Siracusa,
Insegnante
BARBARA EVOLA , COBAS Palermo, insegnante
EMMA GIANNI’, Rete Precari Scuola Agrigento, insegnante
LUANA GIANNINOTO, Comitato spontaneo scuola pubblica Catania, insegnante
GRAZIA LORIA, SEL coordinamento provinciale, Catania, insegnante
GRAZIELLA PERTICONE, Comitato a difesa della scuola pubblica Ragusa,
insegnante
MILA SPICOLA, PD Direzione regionale, insegnante
AMALIA ZAMPAGLIONE, PDCI Direzione provinciale Catania, insegnante
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