Lo Stato italiano è laico per Costituzione (artt. 7 e 8)
Data: Venerdì, 12 agosto 2011 ore 19:35:16 CEST
Argomento: Rassegna stampa


      Lo Stato italiano è laico per Costituzione (artt. 7 e 8)
     
      Dal 2 agosto ad oggi quasi 2000 visitatori hanno letto il post di questo sito sul calendario scolastico nazionale 2011-12, firmato dall’avv. Mariastella Gelmini. Certo è un atto dovuto che si ripete annualmente. L’Art. 5 elenca le festività: tutte le domeniche; il 1° novembre, festa di tutti i Santi; l'8 dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; il 1° gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, Anniversario della Liberazione; il 1° maggio, festa del Lavoro; il 2 giugno, festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono. Si ha l’impressione, leggendolo, che si tratti di un documento pontificio. Una mescolanza tra poteri della Chiesa e lo Stato, tra Sacro e Profano, Religione e Laicità. Mi sta bene di prescrivere come festività tutte le domeniche per i cattolici italiani, così come si fanno delle eccezioni per il sabato ebraico e in qualche modo il venerdì per gli islamici. Dopo di che le altre 7 vacanze per motivi religiosi sono di troppo. Adesso si fa un gran discutere perché Tremonti propone l’abolizione delle 3 feste “civili” rimaste per portarle alla domenica. Ma non sarebbe meglio portare alla domenica tutte le feste infrasettimanali con motivazione religiosa? E’ strano, ma ancora una volta mi trova d’accordo con la UAAR, almeno per le mie convinzioni  razionaliste (non essendo né ateo né agnostico).

Leggo nel comunicato del sito della UAAR: “Accorpare le festività civili”: il parlamento unito su posizioni confessionali. Il governo pensa di accorpare le festività civili alla domenica, e l’opposizione non ha nulla da ridire. È l’incredibile spettacolo andato in onda ieri in parlamento. (…)E nessuno, né dal governo né dall’opposizione, risulta aver avuto il coraggio di criticarlo. Siamo di fronte alla resa incondizionata dell’intero arco parlamentare alle esigenze del Vaticano. L’incapacità di intaccare gli enormi privilegi di cui gode la Chiesa cattolica è giunta ormai alla completa abdicazione del potere temporale nei confronti di quello spirituale: per trovare qualcosa di simile bisogna tornare ai tempi dello Stato pontificio. I valori costituzionali passano ormai in secondo piano rispetto ai dogmi cattolici, anche per chi si riempie spesso la bocca con la Liberazione e la Festa dei Lavoratori. Ma non quando sono in gioco gli interessi della Chiesa cattolica. Anche da un punto di vista economico un provvedimento del genere è scarsamente giustificabile. Se si vogliono ottenere consistenti risparmi e recuperi di efficienza la prima festività da toccare è quella del santo patrono, che cade in ogni comune in un giorno diverso” (Raffaele Carcano, segretario dell’UAAR).

Controllo il sito di Repubblica e vi trovo un articolo a firma di Luisa Grion: "Le festività "civili" spostate alla domenica per avere più produttività.  Niente festa della Liberazione, stop ai cortei del Primo di maggio, fine della sfilata del 2 giungo e soprattutto basta con i «ponti». Per uscire dalla crisi ogni strada è buona, anche quella che passa attraverso l´abolizione delle festività civili. Lo ha detto ieri il ministro Tremonti durante l´audizione alle Commissioni parlamentari: «C´è un modo tipicamente europeo per aumentare la produttività - ha suggerito - accorpare le festività sulle domeniche, tranne quelle religiose che sono oggetto di trattato». E fin qui il messaggio è chiaro: il rinvio della festa probabilmente si farà.(…) Per quanto riguarda lo spostamento alla domenica successiva dei festeggiamenti per il 25 aprile, il 1 maggio e 2 giugno (tutte le altre festività hanno origine religiosa) va detto che l´annuncio non ha generato molto stupore. «Lavorare tre giorni in più non cambierà le cose - commenta Michele Gentile, responsabile per la Cgil del settore pubblico - guarda caso si vanno però a tagliare proprio quelle feste che rappresentano la memoria laica del Paese». Stessa linea anche per Giuliano Cazzola del Pdl: «Di festività civili ne sono rimaste poche e sarebbe proprio il caso di celebrarle visto che si tratta del 25 aprile, del primo maggio e del 2 giugno». «Magari - specifica Cazzola - potremmo cominciare ad abolire la festività del santo patrono, che è diversa in ogni comune della penisola». Decisamente contrarie le agenzie di viaggio e il turismo: «Così sì azzoppa un´abitudine sempre più in voga che vede molti turisti approfittare dei ponti festivi per fare vacanze brevi» commenta la Fiavet-Confcommercio".

      Apro il web del Sole24Ore e cerco di capire il vantaggio economico di questo eventuale taglio alla storia italiana per avere più produttività. “Festività civili accorpate per la crisi, i "ponti" a rischio.  Anche se per ora la proposta rimane solo un suggerimento nel ventaglio delle possibili soluzioni per far fronte al periodo nero dell'economia, c'è il rischio che i prossimi 25 aprile (festa della liberazione), primo maggio (dei lavoratori) e 2 giugno (della Repubblica) gli italiani vadano comunque a lavorare e i bambini a scuola. La festività del 2 giugno era stata ripristinata nel 2001, fino a quella data era accorpata alla prima domenica del mese. Niente paura, invece, per Natale, Pasqua e Ferragosto: essendo feste religiose non verrebbero intaccate dal provvedimento. Salve, quindi, anche Capodanno, Epifania, Lunedì dell'Angelo, Immacolata e Santo Patrono. (…) Ma se da una parte, evitando di fermare il Paese per un giorno, lo Stato ci guadagnerebbe, dall'altra l'industria del turismo verserebbe copiose lacrime. (…)  Le tre nuove «festività soppresse», se così potrebbero essere definite, andrebbero ad aggiungersi alle altre quattro già segnate in calendario: 4 novembre (la vittoria nella prima guerra mondiale. Quest'anno non è prevista, perchè è sostituita dal 17 marzo, Festa dell'Unità nazionale), San Giuseppe, Ascensione e Corpus Domini. Giorni che i lavoratori hanno diritto a recuperare durante l'anno solare, con ferie o permesso.
      Sono tutte ipotesi, ci ha tenuto a sottolineare Tremonti, ma se dovessero andare in porto, le polemiche non si faranno attendere. Basti pensare al «polverone» sollevato dal caso 17 marzo, festività esclusiva di questo 2011”.

Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com








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