Meritata pensione per una vita d’inferno. Esagerata pensione per quarant’anni da “fannullone”.
Data: Martedì, 09 agosto 2011 ore 20:00:00 CEST
Argomento: Opinioni


    Meritata pensione per una vita d’inferno. Esagerata pensione per quarant’anni da “fannullone”.

Leggo e pubblico il post di Lidia Ravera che trovo su Il Fatto Quotidiano.it
“Quello del deputato o senatore è un lavoro usurante: il fegato si ingrossa per le colazioni di lavoro. Il muscolo cardiaco si stressa per l’ansia da poltrona (mi ricandideranno? Ce la farò a stare a galla?). L’articolazione dell’indice si va deteriorando per l’abuso di votazione (sempre a pigiare quel pulsante!).
E poi ci sono tutti i viaggi di rappresentanza, e tutti i viaggi per tornare a casa, e le auto blu che non riesci mai a fare due passi, e le intercettazioni che non riesci mai a fare due chiacchiere in pace, e gli anniversari delle stragi che non ci puoi andare se no ti sputano, e il sesso che se non stai attento finisci su Dagospia, e i regali che se non li denunci come regali prima o poi qualcuno denuncia te, e la televisione che se ci vai troppo ti giochi le tonsille a forza di gridare, ma se ci vai troppo poco non sei nessuno, e l’autostima che essere considerati dei parassiti abbassa il tasso di… e i libri che non leggerne è normale ma se non ne scrivi non sei nessuno…Una vita d’inferno. È naturale che, per andare in pensione, sia sufficiente aver lavorato 5 anni… O due anni e mezzo? O un anno e tre mesi?” LIDIA RAVERA. Il Fatto Quotidiano, 9 agosto 2011

Leggo e trascrivo fedelmente e per intero la lettera firmata, pubblicata sul cartaceo del Sole24Ore di oggi a pagina 18.
“Quando sono andato in pensione, quasi ventun anni fa, assieme ad un amico assicuratore ho voluto fare una veloce simulazione. In base ai fogli paga che avevo rigorosamente conservati, abbiamo sommato, rivalutandoli anno dopo anno, tutti i contributi a me trattenuti e versati. A questi abbiamo sommato i corrispondenti contributi che il datore di lavoro doveva aver versato per mio conto in base alle aliquote a suo carico e abbiamo determinato il montante finale. Risultato: se avessi versato tale montante in una polizza assicurativa avrei ottenuto per il resto della mia vita una rendita vitalizia - rivalutabile in base al costo futuro della vita - pari a quasi il doppio della pensione liquidatami a quel tempo dall’Inps, e senza le limature alle perequazioni ufficiali successivamente deliberate dal Governo. La verifica ex-post è impietosa anche se inutile”. (Lettera firmata)

Leggo e capisco che, vicino ormai alla mia pensione, non dovrò ringraziare nessuno per l’assegno mensile “vita natural durante”. Questo scaturisce dall’accantonamento di somme trattenute in otto lustri da “fannullone”. Oggi in Italia, i vecchi, con i pochi soldi delle pensioni, stanno dando dignità alla propria famiglia e a quella dei figli precari e senza lavoro. Per questi ultimi, anche il termine “pensione” sarà destinato a scomparire. Nei vocabolari di italiano sarà preceduto da una crocetta, perché arcaico, desueto, obsoleto, scomparso, defunto!

Giovanni Sicali

giovannisicali@gmail.com







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