Compiti e letture per le vacanze, ''Meglio se il libro l'hanno scelto loro''
Data: Martedì, 02 agosto 2011 ore 18:33:41 CEST Argomento: Rassegna stampa
Professor Serianni,
da linguista e docente universitario ritiene sia meglio lasciar correre
o sollecitare ai compiti i più giovani nella pausa estiva?
«Meglio esortarli ad avere una certa continuità. L’esercizio della
scrittura e l’allenamento allo studio si perdono facilmente, anche se
si recupera a breve. Calamitare gli interessi e le passioni dei ragazzi
in questo periodo di grandi distrazioni è comunque difficile».
I suoi consigli?
«Un espediente che funziona è la lettura di libri indicati dagli stessi
allievi. Magari non ci convincono o non ci piacciono, ma non fa niente.
Poi, a seconda dell’età e competenza, possono parafrasare, riassumere o
fare una vera recensione. Un’utile palestra».
Questo per l’italiano. E per le
materie scientifiche?
«Oggi sta scemando non solo la capacità di scrivere ma anche quella di
leggere e capire. Ho provato a fare un test coi miei allievi alla
Sapienza. Ho sottoposto loro l’editoriale di un quotidiano. Non tutti
sanno comprenderne le implicazioni. Del resto è comprensibile. Se
facciamo un paragone con il 1967-68, a quell’epoca frequentavano la
scuola media circa 1.900.000 alunni, pari al 59% del totale degli
studenti. L’incremento degli iscritti è stato fortissimo. E
necessariamente si è abbassato il livello culturale dei ragazzi e in
parte dell’insegnamento, anche se la scuola tutto sommato resiste. Per
il ripasso delle materie scientifiche nei mesi delle vacanze suggerirei
dunque di essere molto clementi».
Una dritta pratica?
«Per attirare i giovani serve un testo da cui partire. Assecondando i
gusti degli studenti, farei indicare da loro qualche articolo di
giornale di argomento tecnico o scientifico a cui sono interessati. Non
insisterei sul ripasso delle nozioni, per evitare che questi compiti
delle vacanze vengano percepiti come una tortura».
(di Mirella Serri da La Stampa)
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