Superiori, scoppia il caso esuberi. Con 8 mila prof di ruolo in eccesso, non c'è posto per assumere
Data: Martedì, 02 agosto 2011 ore 11:16:45 CEST Argomento: Rassegna stampa
I numeri sulla
carta sono impietosi. A fronte di
circa 8 mila posti disponibili, alle superiori si contano altrettanti
docenti di ruolo in esubero. Secondo alcune fonti sindacali, i prof «in
eccedenza» rispetto alle esigenze della classe di concorso di
appartenenza oscillano infatti tra i 7.500 e oltre 8.000.
Se i dati saranno confermati, alle prossime immissioni in ruolo,
quelle autorizzate dalla manovra correttiva dei conti pubblici, e su
cui c'è stato uno specifico accordo tra sindacati e Aran, i precari
delle secondarie dovrebbero saltare un giro. Un'ipotesi che è
suffragata dalla necessità di dover far quadrare i conti per non
sforare i tetti di spesa, esigenza sulla quale i controlli del
ministero dell'economia sono sempre molto rigidi. Tanto che per i prof in esubero sono
previsti apposti piani di riconversione professionale utili a
trasferirli su classi di concorso affini e con carenze in organico.
L'Istruzione ha avviato in questi giorni il confronto con il ministero
dell'economia proprio per definire il decreto di ripartizione del
contingente da immettere in ruolo (all'incirca, 30 mila docenti e 37
mila Ata) per singole classi di concorso e ordini di scuola. I tempi per decidere sono stretti. In
settimana, secondo quanto trapela da viale Trastevere, dovrebbe
arrivare l'ok della Corte dei conti all'accordo Aran-sindacati sulla
rimodulazione degli scatti e le immissioni in ruolo.
Una volta acquisto il parere favorevole della magistratura di
controllo, l'accordo tornerà all'agenzia per la contrattazione nel
pubblico impiego per la firma definitiva. Da quel momento in poi, il
decreto può essere emanato. Anzi,
deve: entro fine agosto le operazioni di immissione in ruolo devono
essere chiuse. Lungo questo cammino, il ministro dell'istruzione,
Mariastella Gelmini, deve risolvere due grane: l'eccesso di esuberi
alle superiori; le graduatorie da cui attingere per le assunzioni.
È
impensabile, dicono da viale Trastevere, che nel piano di immissioni
2011-2012 non vi siano nuovi assunti per le secondarie. Anche
perché gli esuberi per tipologia di classi di concorso non
corrispondono alle discipline dove c'è carenza di titolari. Ecco allora che si sta facendo largo
l'ipotesi che il numero degli esuberi possa essere spalmato tra
superiori e medie, che sono più simili per articolazione delle
discipline, in modo da attenuare il danno. Il problema degli
esuberi, secondo stime sindacali abbastanza concordanti, non si pone
per niente nella scuola dell'infanzia, dove ci sono circa 6.000 posti
vacanti e pronti per le assunzioni. Alla primaria, ci sono circa 5.700
vacanze, e quasi 2.500 esuberi. La
situazione migliore è alle medie: circa 15 mila posti vacanti, quasi
nessun esubero. E poi c'è il fronte delle graduatorie.
Il dicastero di viale Trastevere
non ha ancora deciso se utilizzare, per le immissioni in ruolo, le
graduatorie aggiornate oppure quelle dello scorso anno. Con le
nuove graduatorie, ci sono 30 mila docenti che hanno spostato il loro
punteggio in altre province (le più ricche in quanto a disponibilità di
vuoti in organico), e che mirano a strappare, in virtù di punteggi più
alti, l'agognato posto fisso a chi prima era in testa alla lista. Con l'utilizzo delle graduatorie dello
scorso anno, i nuovi arrivati certamente faranno ricorso non potendo
far valere un diritto, quello dell'aggiornamento, che pure la legge gli
riconosce.
I primi in lista delle vecchie
gradutorie, invece, possono contestare che il prossimo settembre si va
ad assumere su posti che erano vacanti già lo scorso anno. Per cui è a
quell'anno che va fatto riferimento anche per le liste da cui assumere.
Comunque
la si metta, il contenzioso è dietro l'angolo. E la Gelmini cosa pensa
di fare? Su una cosa tutti concordano, il ministro vuole evitare
che l'operazione delle 67 mila assunzioni vada gambe all'aria, minata
dalle pastoie giudiziarie dei vari ricorrenti. Ad di là delle opinioni
di merito, questa è la priorità.
(da ItaliaOggi di Alessandra Ricciardi)
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