Carriera docenti su tre livelli, uno specchietto per le allodole
Data: Luned́, 01 agosto 2011 ore 17:56:09 CEST
Argomento: Redazione


“Onorevoli Colleghe e Colleghi! - La riforma degli organi di governo delle istituzioni scolastiche, anche alla luce della riforma della pubblica amministrazione e dell'autonomia, richiamata, peraltro, nel testo della parte seconda, titolo V, e, in particolare, dell'articolo 117, come modificato dalla legge costituzionale n. 3 del 2001, è ormai indifferibile: da ben tre legislature il Parlamento pone all'ordine del giorno questa riforma senza riuscire a portarla a termine, nonostante i numerosi progetti di legge presentati da tutte le forze politiche e le tante sollecitazioni provenienti dal mondo della scuola.
Con la presente proposta di legge si intende proporre un modello che punti a trasformare radicalmente il governo delle istituzioni scolastiche, che si presenta, ancora oggi, caratterizzato da elementi che non colgono i cambiamenti costituzionali e le innovazioni sulle norme di governo delle istituzioni scolastiche sia amministrative che didattiche. Elementi che si fondano sulla iper-regolazione dello Stato, sul formalismo e sul controllo delle procedure piuttosto che dei risultati, su un'anacronistica concezione autarchica dell'organizzazione, su una concezione burocratica del ruolo dei docenti che non ne valorizza pienamente l'autonomia e la responsabilità professionali.” Così  comincia la proposta di disegno di legge n. 953 dell’On. Aprea, che con riferimento al’ipotesi di carriera per i docenti di scuola individua meccanismi di avanzamento professionale , definendo quanto segue:

1) uno stato giuridico essenziale che affermi i valori e i princìpi (a partire da quelli contenuti nella Costituzione) su cui fondare la professione dell'insegnante a tutti i livelli, in tutte le istituzioni scolastiche e formative;

2) una carriera, articolata in tre livelli (docente iniziale, ordinario ed esperto), fondata su modalità e su criteri di valutazione basati sul merito professionale (articolo 17), nonché un'articolazione del ruolo che garantisca alle istituzioni scolastiche e formative autonome professionalità e competenze adeguate, certificate, stabili e valutate (articolo 12);

3) l'istituzione della figura del «vicedirigente delle istituzioni scolastiche e formative», quale ulteriore livello di carriera (articolo 18);

4) un organo di valutazione professionale (standard, prestigio, immagine, promozione eccetera), che sia la garanzia «dinamica» dello sviluppo della professione e che sappia escludere con i mezzi e con le tutele opportuni coloro che non possono essere definiti insegnanti (articolo 17);

5) un contratto snello, che intervenga sulle materie che gli sono proprie e quindi sui punti che non incidono sulle competenze professionali e sull'organizzazione della carriera: in particolare, orario, retribuzione, mobilità, nonché riconoscimento dell'autonomia contrattuale di una categoria di professionisti (area autonoma) (articolo 22).

Facendo riferimento al titolo di questo contributo, ricordo che per cacciare le allodole viene adoperato uno speciale congegno a specchi che, illuminato dal sole, inganna quella specie di uccelli attirandoli nella rete. In riferimento a ciò, il detto viene usato per indicare tutto ciò che serve per ingannare gl'ingenui con lusinghe e prospettive allettanti.

Dopo oltre tre anni, la situazione della carriera del docente è sotto gli occhi di tutti, è stato uno specchietto per le allodole, se possiamo definire allodole tutti i docenti di scuola, che ogni giorno tra mille difficoltà organizzative, trainano il settore dell’istruzione italiana , svilito e privato da ogni credibile fonte di finanziamento dedicata alla didattica. Uno specchietto per le allodole, per far passare celermente il testo della "Conversione in legge del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137, recante disposizioni urgenti in materia di istruzione e università", che dai provvedimenti attuati, hanno generato economie per un importo di 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012. Continuare oggi, in una logica di soli tagli, facendo orecchie da mercante alle esigenze di conoscenza e competenza dell’intera area docente della scuola, è una strategia politica perdente, perché anche le allodole potrebbero stancarsi di rincorrere promesse e lusinghe mai mantenute.

Aldo Domenico Ficara 
aldodomenicoficara@alice.it





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