No alla guerra tra i poveri. Alcune proposte di solidarietà economica tra i docenti.
Data: Sabato, 30 luglio 2011 ore 18:45:00 CEST
Argomento: Opinioni


No alla guerra tra i poveri. Alcune proposte di solidarietà economica tra i docenti.
Il forestiero che, visitando Catania, arriva in piazza San Francesco all’Immacolata, prima dell’inizio di via dei Crociferi, si sente soggiogato dalla statua monumentale del Card. G. Benedetto Dusmet. Attorno all’alto basamento può osservare la raffigurazione di episodi della vita del beato e leggere un’epigrafe bronzea dell’abate benedettino: “Finché avremo un panettello lo divideremo col poverello”.
     Siamo in un momento di lotta per problemi scolastici, ma occorre sapere individuare bene i “nemici” da cui occorre guardarsi, dato che dagli amici speriamo ci guardi qualche divinità non troppo distratta. Tra i docenti sembra scoppiata una lotta interna e fratricida all’ultima ora (di lezione). Romani contro campani, veneti contro siciliani, in pratica tutti contro tutti.  Il vecchio prof  ricorda come si faceva – negli anni 50 - nelle famiglie numerose di una volta a causa della di scarsità del cibo: non si sopprimevano i commensali e non si usavano coltelli e forchette all’arma bianca, piuttosto si condivideva quel poco che c’era a tavola, un po’ per uno.  E’ tempo di lottare per i proprio diritti ma è anche il momento della solidarietà con tutti i colleghi precari e in difficoltà economica.  Non si tratta di mettere mano al portafogli e fare la colletta della beneficenza!
     Solidarietà è buon esempio, è quello che ha fatto il Capo dello Stato che ha  comunicato al Ministro dell'economia e delle finanze di rinunciare, dal corrente anno e fino alla scadenza del suo mandato, all'adeguamento all'indice dei prezzi al consumo - stabilito dalla legge 23 luglio 1985, n. 372 - dell'assegno attribuitogli dalla stessa legge ai sensi dell'art. 84 della Costituzione. Se non erro la stessa cosa aveva fatto negli anni 80 Sandro Pertini, il presidente più amato dagli italiani, dopo l’entrata in vigore di quella legge “ad personam” per l’appannaggio al capo dello Stato (!?). Gli Italiani abbiamo bisogno di questi esempi civici!
     E noi docenti di ruolo, con stipendio fisso, (cioè “bloccato” al CCNL del 2007-9 ?) cosa possiamo fare per evitare la legge della giungla, mors tua vita mea? Dato che le ore settimanali di cattedra sono 25 nella scuola dell’infanzia, 22 nella scuola elementare e 18 nelle scuole e istituti d'istruzione secondaria ed artistica, non dobbiamo accettare nessun’altra ora eccedente in modo da agevolare i precari.
     Non accettare neppure le supplenze nelle classi “scoperte”, perché non siamo tenuti a farle così come per tutte le attività aggiuntive pagate attraverso il fondo di Istituto. Lasciare lo svolgimento dei corsi IDEI durante l’anno scolastico e in estate a disposizione del personale docente, che rimasto in balia della brutta bestia che si noma precariato. Per i docenti dei licei artistici, nei quali ancora si svolgerà fino al 2014 il quinto anno integrativo, l’inviato a lasciare l’insegnamento delle cinque discipline previste (di solito: Italiano, Inglese, Matematica, Scienze e Filosofia) per diplomati dei corsi quadriennali statali, paritari e ll.rr. secondo il DL n. 297/94, art. 191. Si tratta di tre ore settimanali, delle 5 discipline, in ciascuna classe.  “Ogni figateddu di musca fa sustanza” e soprattutto c’è la condivisione tra colleghi!
     C’è poi un’altra opportunità oraria verso la quale il MIUR tende a stendere il silenzio perché risparmia sulla formazione degli alunni. Si tratta dell’ora alternativa alla lezione di IRC per i tanti alunni che decidono di non avvalersi dell’insegnamento di religione ma optano per un’ora di cultura alternativa, prevista dalla legislazione scolastica, in modo da garantire il monte ore previsto dal corso di studi. E' arrivato il momento in cui il Miur si faccia carico delle conseguenze e definisca le modalità e le regole per ottemperare a questo obbligo da parte delle scuole. Per questo motivo anche la riforma “epocale” gelminiana, in tutti i piani degli studi, assegna 33 ore di insegnamento annuali per “Religione cattolica o Attività alternative”. E non si possono fare accorpamenti di alunni tra classi diverse, per cui per assurdo un docente  IRC può avere un solo alunno in una classe mentre i curriculari fronteggiano fino a 30 studenti. L’appello è rivolto a famiglie e agli studenti “esonerati” dalla Religione: “Pretendete di avere l’attività alternativa”. In questo modo permetterete ai docenti di poter guadagnare  insegnando e non vivere di disoccupazione! Non si tratta di cose di poco conto. Se per ipotesi in ogni classe c’è anche uno soltanto che chiede l’ora alternativa, si potranno avere tanti docenti quanti sono gli IRC in tutta Italia, isole comprese! I docenti di Religione, incaricati dai vescovi e pagati dallo Stato, sono oltre 25.000. Pensa un po’. Chiaramente i docenti a tempo indeterminato non siano… avidi e avari!

Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com





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