Il governo vuole affidare ai privati il sostegno nelle scuole. Le associazioni dei disabili: «norma pericolosa e gravissima».
Data: Sabato, 30 luglio 2011 ore 12:34:57 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Si può privatizzare il sostegno, e quindi il diritto all’inclusione scolastica, degli studenti disabili? Secondo il centrodestra si, tanto che dopo essere passato al Senato è ora in discussione nelle competenti commissioni della Camera un disegno di legge, concepito senza alcuna copertura economica aggiuntiva, che prevede la possibilità per le scuole di “appaltare” le ore di sostegno a strutture esterne. Un ddl, presentato dal Pdl Giovanni Dima e da altri 9 colleghi di coalizione, che ha trovato la fermissima opposizione delle associazioni che tutelano i diritti delle persone affette da disabilità e delle loro famiglie.  Non convince l’affidare al privato quello che sarebbe un compito fondamentale della scuola pubblica; non convince, secondo la Fand (Federazione delle associazioni nazionali di disabili) e la Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell’handicap) il fatto che il provvedimento della destra sembri in palese contrasto con la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, che pure il nostro Paese ha ratificato e che parla espressamente di«cammino comune»per gli studenti disabili.
 Per Giovanni Pagano, presidente del Fand, dietro al rischio di «affidare gli alunni con disabilità a personale privo di competenze pedagogico-didattiche » si nasconde la volontà di «dare risposte urgenti ai bisogni propri del privato». Gli istituti potrebbero servirsi di tecnici per specifiche necessità (per esempio esperti di computer per studenti non vedenti) ma stretti dalla necessità dei tagli del personale potrebbero essere costretti a delegare anche funzioni di insegnamento. E questo per le associazioni e le famiglie dei ragazzini è «pericolo e inaccettabile». Mail vero rischio è per l’inclusione scolastica, una grande battaglia di questi decenni. «Si tratta - si domanda la Fand - di un tentativo mirato a inserire in classe del personale dedito solamente all'educazione degli alunni disabili, aggirando così le norme che vogliono che tutti gli insegnanti, anche quello di sostegno, siano assegnati alla classe intera e non al singolo alunno? Oppure, ancora è solo un modo un po’ maldestro per iniziare a rendere ufficiali quelle classi differenziali che molti sognano, ma che ora è difficile dichiarare in modo palese?» (il riferimento è alle dichiarazioni dello scorso anno di alcuni esponenti della Lega Nord, n.d.r). Pietro Barbieri, presidente della Fish, annuncia, «Non retrocederemo, anzi, è già pronto un nostro disegno di legge alternativo, lo presenteremo presto a deputati di maggioranza e opposizione, a chi è disposto ad ascoltarci, per bloccare l’iter di quella proposta che è pericolosa. La nostra proposta va invece nel senso di riqualificare il sostegno proprio nel segno della Convenzione Onu. Il discorso va riportato sull’educazione inclusiva». Per Barbieri questo ddl è il sintomo d’altro: «Una norma così concepita è dannosissima perché manifesta l’intenzione di privatizzare qualsiasi tipologia d’intervento destinato alle disabilità ». (da l'Unità)

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