Il Piano per il precariato prepara la fine della carriera economica per anzianità
Data: Martedì, 26 luglio 2011 ore 16:14:21 CEST
Argomento: Opinioni


La sessione contrattuale realizzatasi martedì 19 luglio presso l’ARAN, per dare attuazione al piano triennale previsto dall'art. 9 del Decreto legge 70/11 per la nomina del personale precario della scuola, ha avuto uno svolgimento assai singolare in quanto non risulta che sia stata assistita da un atto di indirizzo del Governo cosi come prescrive l’art.47,comma 3, del D.Lgs. 165/2001. Non risulta inoltre che nel corso della medesima i costi economici derivanti dalle nuove nomine a tempo indeterminato, comprensivi delle ricostruzioni di carriera, siano stati valutati comparativamente ai risparmi derivanti dalla mancata nomina su quei posti di personale a tempo determinato. Risulta soprattutto, circostanza singolare mai verificatasi in precedenza e che può derivare solo da una scelta del governo, che ai fini della determinazione del costo economico del suddetto piano non si siano valutate le disponibilità finanziarie presenti in bilancio a seguito dei pensionamenti per il prossimo anno scolastico di 27 mila docenti e di 7.000 ATA.            
 Conseguentemente, invece di calcolare esattamente gli eventuali costi differenziali, derivanti della stabilizzazione del personale sui posti disponibili e vacanti, e su quella base individuare il numero delle nomine da effettuare, si è fatto una ragionamento all’ingrosso una sorta di baratto caratterizzato dal seguente approccio: il personale nominato sui posti disponibili e vacanti al 1° settembre 2010 permane nel livello retributivo iniziale per un periodo di durata di nove anni equivalente alla somma delle permanenze attuali nel primo scaglione e nel secondo scaglione ciò al fine di ridurre e compensare i costi delle ricostruzioni di carriera degli assunti
nel triennio.
Sarà necessario valutare il bilancio di questo “dare ed avere” nella Relazione Tecnica che dovrà essere redatta dall’Aran ai sensi dell’art.47, comma 4, del medesimo decreto legislativo che regola la contrattazione. Peraltro, dal testo della pre-intesa, non risulta il numero dei posti disponibili e vacanti per il prossimo anno scolastico né quello prevedibile per i successivi due anni ma viene ribadita la validità del nuovo sistema retributivo dei neo assunti fino alla stipula del nuovo CCNL.
Dal testo della pre-intesa non risulta se, per arrivare all’anzianità indicata per il terzo scalone (cancellato il secondo), gli anni di servizio derivanti dalle ricostruzioni di carriera verranno o meno valutati al netto della detrazione degli anni 2010-2011 e 2012 soppressi dal comma 23 dell’art.9
della legge 122/10 come ribadito dalla recente circolare n.12 del MEF.
Risulta grave e non giustificato sul piano economico, sussistendo la possibilità di adottare soluzioni diverse e compatibili con la neutralità della spesa, che in sede di ARAN si sia imposta, con una sorta di ricatto, la concessione delle stabilizzazioni in cambio dell’ amputazione della
carriera economica almeno per tutti i precari che saranno nominati nel prossimo triennio.
E’ pertanto necessario conoscere come il governo abbia ufficialmente indirizzato l’ARAN verso questa iniqua soluzione. Non è pensabile infatti che il governo tenti di scaricare sull’Aran o sulle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto l’accordo le gravi responsabilità derivanti dalla
soluzione adottata. L’eliminazione del secondo scalone per tutti coloro che sono stati o saranno assunti a decorrere dal 1 settembre 2010,(si applica assurdamente anche ai 16.500( di cui 10 mila docenti) assunti a tempo indeterminato dell’anno 2010-11, divide in due la categoria dei
lavoratori della scuola in quanto coloro che risultano in servizio a tempo indeterminato prima di quella data conservano ad personam l’assetto derivante dal contratto del 2009. Per tutti si aggiunge l’effetto che avrà nel prosieguo della carriera economica la mancata valutazione delle annualità 2010-2011-2012 soppresse dal suddetto comma 23.
La strategia che il governo persegue con questa operazione sui precari è molto chiara: intensificare le operazioni di devastazione della carriera economica del personale, fondata sull’anzianità, per giungere al prossimo contratto, in posizioni di forza, ad imporne il suo definitivo superamento in cambio di una ancora non identificata carriera basata sul merito. Anche le sperimentazioni condotte in questo anno scolastico vanno nella stessa direzione.
Dunque se la linea del governo, sotto la regia di Brunetta, è molto chiara molto meno lo è quella delle organizzazioni sindacali che hanno applaudito alla soluzione adottata con il comma 23 e all’accordo riguardante il presente piano per il precariato.
  ( di Osvaldo Roman da http://www.scuolaoggi.org/)

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