Ocse, le bocciature non migliorano la performance globale
Data: Martedì, 26 luglio 2011 ore 05:00:00 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Uno studio del Programma di valutazione dei sistemi educativi (Pisa) dell’Ocse rivela che le bocciature [non servono a] migliorare i risultati scolastici e posso “costare”.
«Nei Paesi in cui un maggior numero di studenti ripete gli anni scolastici - spiega la ricerca - la performance globale tende ad essere inferiore, e il background sociale ha un impatto maggiore sui risultati di apprendimento che in Paesi in cui meno studenti ripetono».
Secondo i dati Pisa, aggiornati al 2009, il 13-15% degli studenti nell’area Ocse dichiara di essere stato bocciato almeno una volta; il 7% alle elementari, il 6% alle scuole medie inferiori e il 2% alle superiori.
Il dato, però, è molto disomogeneo tra i diversi Paesi: in alcuni, come la Gran Bretagna o la Finlandia, la percentuale di allievi che hanno ripetuto almeno un anno è inferiore al 3%, e in Giappone vicina allo zero, mentre in altri, tra cui Francia e Belgio, la quota supera il 30%.                 
   L’Italia si colloca appena al di sopra della media Ocse, con una percentuale di allievi bocciati almeno una volta del 18% circa.

Tutte queste bocciature, sostengono gli esperti Ocse, hanno un costo elevato, legato da un lato alla necessità di fornire allo studente ripetente un anno supplementare di istruzione e dall’altro al ritardo nel suo ingresso nel mondo del lavoro. a cui non sembra però corrispondere un miglioramento dei risultati.

«La ricerca Pisa 2009 - scrivono nel rapporto - mostra che i Paesi con alti tassi di ripetizione di anni scolastici sono anche quelle che mostrano la performance più scarsa degli studenti» e «in questi Paesi, il background socio-economico degli studenti è più fortemente associato ai risultati scolastici, indipendentemente dalla ricchezza del Paese».

I ricercatori danno inoltre un giudizio negativo anche su un’altra pratica comunemente utilizzata per trattare gli studenti che vanno male a scuola, o hanno un comportamento inadeguato: il trasferimento in altre strutture scolastiche. Un metodo che, scrivono, «tende ad essere associato con una segregazione nel sistema scolastico, in cui gli studenti originari di contesti avvantaggiati finiscono in scuole con risultati migliori mentre quelli di origini svantaggiate finiscono in scuole peggiori».
 (da http://www3.lastampa.it)

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