Miur, qui si naviga sempre a vista. Il sito del ministero dell'Istruzione tra errori e italiano precario.
Data: Lunedì, 25 luglio 2011 ore 21:30:00 CEST Argomento: Rassegna stampa
Gli amanti
dell'enigmistica che cercano una sfida che li tenga impegnati tutta
l'estate possono andare sul sito del Ministero dell'Istruzione, e
cimentarsi con le procedure che gli insegnati devono superare per
arrivare a una cattedra. Le 'norme per il reclutamento del personale
scolastico' da poco pubblicate, dimostrano la volontà del Ministro di
selezionare i docenti secondo un rigido parametro meritocratico, perché
la presentazione delle domande richiede le qualità che La settimana
enigmistica vedeva prerogativa dei soli 'solutori più che abili'.
OLTRE 100 MILA I PRECARI. Le norme riguardano più di 100 mila precari
della scuola. Secondo i dati di 'Tuttoscuola' sarebbero 116.973. Una
cifra pressoché invariata dal 2001. Ovvero, in un decennio, il sistema
scuola è riuscito a integrare non più di 700 docenti.
Per capire come conquistare una supplenza, escludendo le 30 pagine dei
decreti veri e propri, bisogna consultare tre tabelle, due di otto, e
una di quattro pagine. Poi quattro modelli (tre di 15, uno di 13
pagine). Più altri tre-quattro allegati per i codici delle classi di
concorso, le scuole speciali e i titoli
d'accesso.
LABIRINTO INFORMATICO. Questo facendo lo slalom tra subordinate e
frasi involute, perché dentro il ministero della Pubblica istruzione,
non si è trovato nessuno in grado di scrivere in un italiano meno
contorto di questo: «Nell'ambito del numero delle scuole prescelte per
l'inclusione nelle graduatorie di scuola dell'infanzia e primaria, gli
aspiranti possono richiedere, secondo le apposite modalità previste nel
Modello B, un massimo di sette istituzioni scolastiche, col limite di
due circoli didattici, in cui essere chiamati con priorità, con le
particolari e celeri modalità d'interpello nei casi di supplenze brevi
sino a dieci giorni. Secondo quanto previsto dall'art. 5 comma 1 del
presente DM, l'aspirante può derogare al limite dei due circoli
didattici richiamati nei due commi precedenti...».
CARTA CANTA. I sindacati ci sono riusciti. I documenti che hanno
prodotto per sintetizzare i passaggi sono piuttosto chiari, ma più di
tanto non possono sciogliere: alla Cgil sono servite 6 pagine di
istruzioni, altrettante ne impiega la Uil, 7 la Gilda. Sei o sette
pagine per capire come fare una domanda di supplenza.
Il percorso all'interno delle graduatorie
Inteso il percorso, la strada va fatta. Visto che c'è stata la
rivoluzione informatica è possibile presentare la domanda on line. È un
po' possibile, nel senso che una prima parte la si fa in rete, la
seconda di persona nella prima delle 20 scuole dove si chiede di
insegnare. Perché esistono due percorsi da fare in contemporanea:
iscriversi nelle graduatorie provinciali, poi in quelle di ogni singolo
istituto.
REGISTRAZIONE OBBLIGATORIA AL SITO. Prima di questo step si è già
dovuto ottenere un codice di riconoscimento. Bisogna cioè essersi
registrati sul sito e poi essere andati in una scuola per confermare,
documenti alla mano, di essere la persona che si è iscritta. Ho alzato
il telefono. Al quinto tentativo ho trovato una scuola dove il
personale era stato formato per seguire la procedura.
In possesso del codice si torna on line, si seleziona la propria classe
di concorso (matematica, filosofia…), la provincia, e il tipo di scuola
(liceo, istituto tecnico…) dove si vuole insegnare. Il sistema dà
l'elenco delle sedi dove la cattedra è attivata. Si marcano le scuole
desiderate e la domanda parte.
LA FREGATURA. Poi, a fondo pagina, con il font minuscolo che serve a
fregarti quando stipuli un'assicurazione, si trova scritto
«L'applicazione non controlla la coerenza tra classe di concorso e sede
selezionata. Tale controllo dovrà essere fatto a cura dell'aspirante»,
cioè forse la cattedra è attiva, forse no. Per cui l'aspirante ritira
la domanda - visto che rischia pure una sanzione dato che si è
dichiarato idoneo per una cattedra che può non corrisponde alla sua
abilitazione - alza il telefono e chiama le 20 scuole per sapere se la
sua cattedra è in funzione o esiste una sperimentazione o un percorso
alternativo, per cui la cattedra è diversa o disattivata. Chiunque ha
chiamato un ufficio pubblico, sa che festa sia farsi rispondere. Ma è
un cammino che tocca comunque all'aspirante, perché al Miur non fanno
sapere le cattedre attive e quindi non si ha maniera di inserirle
correttamente nel sistema.
In cerca d'aiuto ci sono i sindacati
Fatto questo si stampano le 12 pagine di cui è composto il modello e, o
lo si consegna al primo istituto della lista o lo si manda via
raccomandata e si attende, sperando di non aver compiuto errori in
nessuna delle nove sezioni più annessi che lo compongono.
Io sono un raccomandato. La compagna di banco della mia mamma ai tempi
delle medie lavora come segretaria in una scuola, cioè di mestiere
smista queste domande. Le abbiamo chiesto aiuto per interpretarle. Mi
ha consigliato di iscrivermi a un sindacato per venirne a capo. Che il
Ministro Maristella Gelmini mettesse tanto impegno nel favorire la
sindacalizzazione degli insegnanti non me l'aspettavo.
(di Nicola Baldoni da Lettera43)
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