Con la pubblicazione della Gae nella provincia di Catania il giallo della “R” si svela con tutto il suo raccapriccio.
Data: Lunedì, 25 luglio 2011 ore 13:27:35 CEST
Argomento: Redazione


Il giallo della “R”, che sta appunto per “Riserva”, (http://www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-243098.html) ha dato i suoi frutti velenosi e per motivo sempre della inefficiente inefficacia del Miur che non riesce a dare indicazioni univoche e sicure  ai vari ex provveditorati della Nazione. Accade allora che alcuni Csa di fronte alla richiesta, nel biennio scorso e all’atto della formulazione delle GaE, abbiano inserito docenti abilitati (a cui mancava la prescritta iscrizione ai corsi abilitanti nell’anno accademico 2007/08)  con accanto la “R” della riserva, nella prospettiva che magari quest’anno, con la pubblicazione delle nuove graduatorie, il Miur avesse chiarito cosa fare  della loro posizione e della loro richiesta. E invece non è successo nulla cosicché coloro che hanno avuto la “grazia” di ottenere la “R” nelle precedenti graduatorie e presso alcuni Csa oggi si trovano nelle GaE e coloro invece che non l’hanno ottenuta presso altri Csa si vedono esclusi.
Un caos incolmabile dentro cui vorticano questi insegnanti, sballottati dalla incuria del ministero  e che li costringerà a rivolgersi alla magistratura o a inoltrare ricorsi per riportare ordine nel disordine, incrementando persino dissapori fra colleghi mentre il colpevole vero e tangibile è il CapoInTesta.
Per essere più chiari, al Csa di Catania, all’atto della pubblicazione delle graduatorie a esaurimento, si è visto con chiarezza lampante questa assurda discriminazione per cui molti di coloro che ottennero la “R” fuori da questa provincia, e quindi presso Csa più benevoli, oggi  si trovano inseriti nelle Gae provinciale e senza addirittura la fatidica “R”, mentre chi presentò domanda  all’epoca a Catania, con richiesta di “Riserva” e che fu rifiutata dai funzionari catanesi,  oggi può solo ambire alla seconda fascia di istituto.
Chiamarla vergogna forse è troppo poco, di sicuro è una palese violazione di ogni principio di merito e di equità legale e giuridica e di cui qualcuno dovrebbe rispondere. E non già per chi ha cercato di inserirsi, che ha fatto solo quanto era opportuno fare, ma per i funzionari dei Csa  che vanno ognuno secondo una propria logica ma che poi inesorabilmente si abbatte contro altri.
Di sicuro dunque partiranno ricorsi e vortici di avvocati continueranno ad arricchirsi con buona pace della signora ministro  che vorrebbe magari pontificare di regole e di merito, mentre più giù nella periferia le lotte fratricide per i punti proiettano le loro ombre sui muri della disperazione.


La Redazione
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