Istruzione tecnica e professionale: definizione delle opzioni
Data: Venerdì, 22 luglio 2011 ore 12:16:55 CEST Argomento: Sindacati
Sono
proseguiti nelle scorse settimane gli incontri tra Ministero
dell’Istruzione e Parti Sociali sulla definizione dell’elenco nazionale
delle opzioni relativo all’ulteriore articolazione delle aree di
indirizzo dei trienni degli istituti
tecnici e professionali.
La CGIL e la FLC CGIL, dopo il primo incontro del 29 aprile, hanno
preso posizione con una lettera inviata al Ministero e negli incontri
successivi hanno continuato a perseguire l'obiettivo di evitare il
riprodursi della frammentazione degli indirizzi dell'istruzione tecnica
e professionale. Per la CGIL e la FLC
CGIL, infatti, le eventuali opzioni da aggiungere agli attuali
indirizzi e articolazioni devono essere limitate e saldamente connesse
con i piani di sviluppo, settoriali e locali, e la programmazione
territoriale dell’offerta formativa, concordata tra Regioni e Parti
Sociali.
Dalla documentazione finora fornita, emerge invece una prevalenza di
richieste di opzioni provenienti da singole imprese o gruppi limitati
oppure da singole scuole.
Conseguentemente CGIL e FLC CGIL hanno
formulato le proposte che seguono:
• le richieste di opzioni devono essere il risultato
di una programmazione territoriale dell’offerta formativa, concordata
tra Regioni e Parti Sociali per garantire il raccordo con i piani di
sviluppo locali e per evitare il prevalere di spinte localistiche o di
lobby imprenditoriali;
• la programmazione dell’offerta formativa deve tener
conto dell’intera filiera formativa a carattere professionalizzante per
evitare sovrapposizioni, favorire l’integrazione e la
complementarietà;
• non è condivisibile l’insistenza sulla
separazione/differenziazione dei percorsi tecnici da quelli
professionali, che rischia di provocare confusione e doppioni nella
scelta delle opzioni e nella definizione dei profili in
uscita;
• rispetto alle ipotesi di opzioni presentate manca
una griglia di corrispondenza/congruità delle richieste con gli ambiti
e i criteri adottati;
• la mancanza di un piano orario rende impossibile
dare un giudizio favorevole o contrario alle richieste: solo la
conoscenza del piano orario e delle relative discipline renderebbe
chiaro se l’utilizzo della quota di autonomia, degli spazi di
flessibilità, delle classi di concorso atipiche, ecc. non consentono di
attivare un percorso di studi coerente con le richieste provenienti
dagli specifici territori senza ricorrere all'attivazione di ulteriori
opzioni nazionali.
Rispetto alle bozze di Linee guida del secondo biennio e dell'ultimo
anno degli istituti tecnici e professionali, la CGIL e la FLC hanno
proposto un forte raccordo con le Linee guida del 1° biennio. In
particolare hanno sostenuto la necessità di mettere in atto misure di
accompagnamento e di formazione del personale finalizzate a promuovere
la didattica per competenze.
(da Flc-Cgil)
redazione@aetnanet.org
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