Via D'Amelio: il giorno del ricordo a 19 anni dalla strage
Data: Martedě, 19 luglio 2011 ore 15:17:40 CEST
Argomento: Eventi


Ricorre oggi il 19° anniversario della strage di via D’Amelio, in cui persero la vita il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta: Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Era il 19 luglio. Quel giorno Borsellino, dopo avere pranzato con la moglie Agnese e i figli Manfredi e Lucia, stava andando dalla madre, che abitava in via D’Amelio, a Palermo. Ad attenderlo c’era una Fiat 126 con circa 100 chili di tritolo. Una strage messa a segno 57 giorni dopo quella in cui perse la vita il suo amico e collega Giovanni Falcone.             
 Nato a Palermo nel popolare quartiere della “Kalsa”, Borsellino si laurea in Giurisprudenza nel 1962 e l’anno successivo entra in magistratura. Inizia la carriera a Mazara del Vallo (TP), ma nel 1975 viene trasferito a Palermo. Nel 1986 inizia a lavorare, proprio con Falcone, al primo maxiprocesso alla mafia, concluso con 360 condanne. Il giudice sara’ poi trasferito a Marsala, per ritornare alla Procura del capoluogo siciliano nel 1991. E per ricordare il magistrato e gli agenti di scorta sono state promosse come ogni anno numerose iniziative non solo a Palermo ma anche in diversi comuni siciliani.
Oggi, alla giornata di commemorazione, nel capoluogo siciliano, partecipano, tra gli altri, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, ed il ministro della Gioventu’, Giorgia Meloni.
“A diciannove anni di distanza, il sacrificio di Paolo Borsellino richiama la magistratura, le forze dell’ordine e le istituzioni tutte a intensificare – con armonia di intenti e spirito di effettiva collaborazione – l’azione di contrasto delle mafie e delle sue piu’ insidiose forme di aggressione criminale – sottolinea il capo dello Stato Giorgio Napolitano in un messaggio reso noto dal Quirinale -. Quel sacrificio impegna inoltre le istituzioni e la collettivita’ tutta a uno sforzo convinto e costante nell’opporsi – come dissi anche lo scorso anno – ‘ad atteggiamenti di collusione e indifferenza rispetto al fenomeno mafioso’ e alla sua pervasivita’”.
   (ITALPRESS)

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