DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO nella città di Catania
Lettera all’Assessore alle Politiche scolastiche PROF VITTORIO VIRGILIO
Catania 20 luglio 2011
Caro Assessore,
a nome dell’Associazione delle Scuole Autonome Siciliane e facendomi interprete dei sentimenti di coloro che hanno a cuore il futuro della scuola catanese, mi permetto segnalarLe l’urgenza e la necessità di mettere in atto un organico “piano di dimensionamento”, superando gli ostacoli di coloro che intendono ancora temporeggiare .
Negli anni precedenti abbiamo inoltrato delle proposte strutturate e lungimiranti che, allora sono state giudicate troppo avanzate, mentre ora sono diventate attuali ed urgenti.
Il rendere gradualmente tutti gli istituti “comprensivi”, allora fu ritenuta una “forzatura”, oggi è un intervento legislativo da adempiere e con celerità.
Credo che non si possa e non si debba tergiversare in polemiche e contestazioni, ma occorre agire fattivamente, prendendo in esame la proposta di piano ASASI già presentato e conservato nel cassetto dell’Assessorato, discuterlo e, comprendendone la logica territoriale, nella prospettiva di sviluppo demografico e urbanistico, in considerazione del patrimonio comunale di edilizia scolastica, confrontarlo con altre proposte e, quindi, predisporre un nuovo piano che, nella gradualità attuativa dia armonia ed ordine alla scuola catanese.
La chiarezza e la coerenza del piano che prende in esame la complessità della rete scolastica catanese credo non dovrà essere intaccata, come nei precedenti provvedimenti, da richieste ed esigenze particolari di alcuni istituti o persone, ma va definito con chiarezza di linee programmatiche e, ove possibile nella gradualità attuativa .
La proposta Gelmini di ampliare di rendere tutte le scuole elementari e medie “istituti comprensivi” , prima indicata tra “le cure” o gli interventi di “manutenzione scolastica” ora è diventata una pillola amara, da inghiottire con poca acqua.
Anche se al termine “comprensivo” che esprime una forma di insieme accorpato, aggregato ed una globalità indefinita, sarebbe da preferire l’espressione lineare e semplice di : “Istituto scolastico”, che rende meglio l’idea dell’unitarietà dell’istituzione, oggi più che mai ci si rende conto della necessità di dare spessore numerico ed organizzativo al servizio scolastico che potrà essere meglio organizzato ed offerto in un impianto di continuità interna e di funzionalità costruttiva.
Tale intervento dovrebbe innanzi tutto promuovere l’unitarietà nella didattica, nell’organizzazione dei servizi, e tendere ad un impianto formativo coerente, armonico ed organico.
Un’istituzione scolastica con pochi alunni, per l’esiguità di risorse finanziare e di personale, non potrà gestire ed organizzare un carico di adempimenti e di servizi amministrativi similari a quelli che offrono istituti con più alunni, ma con maggiori risorse ed qualche unità di personale in più, ( considerati i tagli del personale ATA ) pur con il disagio di dover gestire diversi plessi. Ancora una volta prevale la logica dei numeri e dei risparmio .
Agli operatori scolastici è affidato il compito di rendere tale procedura efficace n ed efficiente per il bene degli studenti, offrendo loro un servizio professionale e di qualità.
Il piano di dimensionamento non si può, comunque, ridurre ad una semplice aggregazione di plessi scolastici, né sarà il risultato della somma numerica degli alunni dei tre ordini di scuola (materna, elementare e media) per raggiungere un quoziente minimo, ma esige una progettualità organizzativa, che diventi risposta ad un bisogno di continuità didattica, che dia sicurezza ai genitori e garantisca un impianto formativo unitario e convergente per i primi dieci anni di vita scolastica.
L’aggregazione numerica di edifici scolastici molto distanti tra loro o molto diversi come utenza, non consente l’attuazione dell’unitarietà didattica e formativa. La presenza di pluriclassi nei centri urbani, inoltre, non è per nulla giustificabile.
Certe forzature nell’aver reso “istituto comprensivo” una realtà scolastica composta di 8 corsi di scuola media con l’accostamento formale di una sezione di scuola dell’infanzia e di alcune classi di scuola primaria, o al contrario , formato da 20 classi di elementare e tre di scuola media, si sono rivelate del tutto inadeguate ed inopportune ed ora si registra la necessità dell’accorpamento forzato.
La cultura della pianificazione dovrebbe garantire all’istituto scolastico (comprensivo) una sua graduale autonomia di sviluppo e di consolidamento nel territorio, consentendo un impianto di almeno quattro corsi completi nei diversi ordini di scuola, tali da garantire il mantenimento degli organici ed il numero complessivo d’alunni intorno alle novecento-mille unità. Al numero degli alunni, garanzia d’organico e di risorse, si aggiungerà in maniera efficace la costruzione di una progettualità didattico-metodologica ed un coerente impianto di Progetto educativo e di Piano dell’offerta formativa, garantendo così al territorio, (quartiere o municipalità) la presenza viva e funzionale dell’istituzione scolastica per l’intero ciclo primario d’istruzione e formazione.
Caro Assessore, il piano di dimensionamento e di razionalizzazione della rete scolastica, appare quindi quanto mai urgente ed indispensabile non solo per metter in atto un provvedimento ministeriale, bensì per dare ordine alla scuola catanese e al suo sviluppo urbanistico, che risente della mobilità sociale con le alterne azioni di svuotamento del centro storico e di ripopolazione di alcuni quartieri, a discapito di altri.
Conti sempre sulla nostra disponibilità di generosa collaborazione per la crescita e lo sviluppo della scuola catanese, che è ricca di tante risorse umane e necessita di una sempre maggiore e costante attenzione da parte di codesta Amministrazione.
Catania 20 luglio 2011
Giuseppe Adernò
Pres. Asasi Catania
In allegato le schede di proposte per il piano di dimensionamento