Nelle elementari bresciane a lezioni di doppiette Le associazioni venatorie fanno lezione ai bambini Nella patria dei cacciatori: «Fa parte della nostra cultura». Destra e sinis
Data: Domenica, 17 luglio 2011 ore 12:08:26 CEST Argomento: Rassegna stampa
L’uomo
attraverso la caccia ritorna alle origini» scrive un fedelissimo della
doppietta su un portale web a tema, www.bighunter.it. Per i fan
dell’attività venatoria, dire schioppo equivale a dire dialetto, oppure
formaggio di malga: è un presidio che va tutelato. Per questo oggi i
cacciatori girano tra i banchi e portano i bambini delle elementari a
fare passeggiate nel verde. «Educazione alla natura», si giustificano
gli interessati. «Non chiamatele lezioni di caccia, per carità. Sono
solo escursioni nei boschi e nelle campagne per spiegare la flora e la
fauna». Senza che ci si dimentichi però, ovvio, il «ruolo
“fondamentale” del cacciatore nell’equilibrio sociale, ambientale ed
economico» del
territorio.
Succede a Nave, poco più di 11mila bresciani alle porte della
Valtrompia, notoriamente epicentro identitario delle doppiette. Da
queste parti la caccia è un collante bipatisan che mette d’accordo
l’intero consiglio comunale. Da un paio d’anni i fautori delle
«passeggiate naturalistiche» - a promuoverle l’Anuu, associazione
migratoristi italiani, con forestali e docenti – agivano indisturbati
finché due senatori, Donatella Porretti e Marco Perduca (Pd e Radicali)
hanno pensato di interpellare i ministri Gelmini e Prestigiacomo.
L’«educazione ambientale» dal punto di vista del cacciatore, infatti,
pare iniziativa diffusa. Nel bresciano la si pratica per esempio anche
ad Agnosine e a Lumezzane. Qualcosa di simile ha luogo poi a Ponte
Buggianese (Pistoia), Rignano sull’Arno e Troghi (Firenze). Mentre a
Rocchetta di Vara (La Spezia) il progetto è naufragato per la rivolta
degli ambientalisti. Abbastanza per spingere i politici a chiedere lumi
su quella che appare «una vera azione di proselitismo perseguita tra i
bambini delle scuole italiane», e a invocare linee guida che escludano
l’uccisione degli animali come attività ricreativa. Intanto, in attesa
della risposta, a Nave si è corsi ai ripari. Le forze politiche hanno
riversato l’affezione allo schioppo in un documento votato
all’unanimità dai capigruppo e approvato con una delibera. Una carta
inviata a Roma e ai parlamentari bresciani con cui l’amministrazione si
impegna alla continuità della presenza dei cacciatori a scuola, «luogo
di dialogo e tolleranza, e non di scontri politici o ideologici».
Giubilo da parte delle doppiette bresciane: «Adesso basta monopolio WWF
tra i ragazzi – scrive Luigi nel forum di Bighunter – tocca anche ai
cacciatori e ai difensori del mondo rurale parlare per ciò che vivono e
conoscono realmente». Di appendere dunque lo schioppo al chiodo non se
ne parla: «In provincia di Brescia siamo in 30mila – calcola il
capogruppo della Lega a Nave Marco Bassolini, favorevole
all’insegnamento della teoria venatoria alle elementari -. Un pilastro
della nostra cultura. Giusto che si impari la tradizione». Il sindaco,
pur meno esplicito, ha un cuore che batte per la doppietta: «Con i
bambini si è fatta educazione ambientale e stop – precisa Tiziano
Bertoli, civica di centrosinistra -. Ma ricordiamoci che i cacciatori
puliscono i torrenti, i fiumi e i sentieri». (di Beatrice Raspa
da La Stampa.it)
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