Crollo liceo: solo 1 condanna. Famiglia Scafidi: Vito ''morto invano''
Data: Domenica, 17 luglio 2011 ore 10:31:54 CEST Argomento: Rassegna stampa
Su 7 imputati
solo una condanna, e la delusione dei genitori di Vito Scafidi, morto a
scuola nel 2008 a causa del crollo di un controsoffitto del liceo
Darwin di Rivoli, nel torinese. Il giudice monocratico del tribunale di
Torino ha condannato infatti a quattro anni di reclusione e cinque anni
di interdizione dai pubblici uffici Michele Del Mastro, l'ex
responsabile del servizio di edilizia scolastica della Provincia di
Torino, mentre sono stati assolti gli altri tre funzionari della
Provincia e i tre professori responsabili della sicurezza del
liceo.
Quel 22 novembre del 2008, oltre a rimanere ucciso il diciasettenne
Vito Scafidi, è rimasto gravemente ferito anche un'altro studente,
Andrea Macrì. Del Mastro è stato condannato anche, in solido con la
Provincia, a pagare 400mila euro alla famiglia della vittima, ma
nonostante la soddisfazione del pm Raffaele Guariniello, i genitori di
Vito Scafidi vedono la sentenza come una sconfitta. Guariniello da una
parte sottolinea non solo la rapidità del processo e il fatto che la
"ricostruzione dell'evento è stata ritenuta fondata" ma spiega che "si
è affermato un principio importante per cui la sicurezza nelle scuole
deve entrare nelle priorità di tutti gli enti proprietari degli
istituti", pur comprendendo che ad oggi è ancora "troppo bassa" e per
questo si rischiano altri incidenti simili. Dall'altra parte il padre
di Vito Scafidi evidenzia come invece il figlio "sia morto invano". "E'
un brutto segnale al Paese" afferma Fortunato Scafidi, presente in
tribunale al momento della lettura della sentenza con la moglie Cinzia
Caggiano e l'altra figlia, Paola. "Ci aspettavamo giustizia - aggiunge
il padre di Vito Scafidi (La Repubblica - http://is.gd/5SEu7V) - anche
se neppure condanne di cento anni a testa ci avrebbero restituito
nostro figlio. Ma almeno sarebbe stato un segnale. Così, invece, si
continuerà a lavorare nello stesso modo, tanto ormai ci sarà la
certezza che nessuno va in galera. Avevamo paura che nostro figlio
fosse morto invano e infatti è stato proprio così". "Tutte le persone
accusate - conclude Fortunato Scafidi - continueranno a lavorare nel
settore pubblico e a prendere i loro stipendi. Per la morte di un
ragazzo di 17 anni in una scuola una condanna a quattro anni in primo
grado, che magari verrà ulteriormente ridotta o annullata in secondo, è
troppo poco. Penso che quanto accaduto oggi sia deprimente per il
futuro dei nostri ragazzi. Se si continua così il Paese va a picco".
Sante Mapelli Morro
(da http://www.mainfatti.it/)
redazione@aetnanet.org
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