Mentre DiSAL lancia un appello per modificare norme sulla scuola, avocati e notai parlamentari minacciano il no alla fiducia se passano le liberalizzazioni degli Ordini
Data: Giovedì, 14 luglio 2011 ore 08:54:22 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Dopo alcuni tentativi infruttuosi, il presidente di DiSAL ha inviato oggi un estremo appello a modificare alcune norme dell'art. 19 del DL 98/11 contenente  gli interventi della Manovra finanziaria sulla scuola.
Come si sa, gli eventi finanziari internazionali e la situazione che ne deriva in Italia purtroppo concorrono ad espellere tentativi di emendamenti presentati in queste settimane e la scuola rischia di pagare conseguenze che andavano evitate. 
Appello urgente per la scuola italiana

Gent. Senatori, Deputati, On. Ministro,            
scrivo a nome dell'Associazione professionale di dirigenti scolastici DiSAL per chiedere, nel pieno e drammatico dibattito sulla situazione economica italiana, in quest'ultimo scorcio di decisioni sull'art. 19 (scuola) della DDL per la cosiddetta "manovra finanziaria", un'ulteriore valutazione sulla gravi conseguenze che deriverebbero, per il buon funzionamento della scuola italiana e per la possibilità di una sua qualitativa ripresa, dall'approvazione delle misure previste.
Come associazione ci riferiamo in particolare, senza nulla togliere all'esigenza di una seria e attenta valutazione di riduzione di sprechi, razionalizzazione di risorse, alle tre scelte di:
- generalizzare la forma dell'Istituto Comprensivo introdotta dal Ministro Berlinguer nel primo ciclo;
- aumentare al minimo di 1000 alunni di questi per l'autonomia giuridica che la Bassanini aveva fissato in 800;
- eliminare praticamente l'esonero del vicario del dirigente scolastico.
Queste tre misure, previste in maniera schematica e generalizzata  (senza margine a valutazioni territoriali pur con seri controlli e penalizzazioni nel caso di mancato rispetto)  porteranno a gravi conseguenze, proseguiranno il processo di declino della qualità dell'Offerta formativa delle scuole statali italiane, faranno il buon gioco di chi nella scuola è sempre "contro", mortificando invece l'operato di chi collabora all'innovazione, specie dei dirigenti scolastici, che verranno sempre più relegati a burocrati, lontani dai processi formativi.
In previsione del passaggio in aula Vi preghiamo, in nome di un vero interesse al grande bene della scuola, di:
- togliere la prima e la seconda misura (eventualmente vincolando le regioni a un piano di rispetto delle dimensioni previste dalla Bassanini entro il dicembre 2011, mancando il quale potrebbero venire decurtati progressivamente gli organici della percentuale che con il ridimensionamento dovevano essere recuperati);
- nell'impossibilità, rinviare almeno la prima e seconda misura al 2012/2013;
- eliminare la misura sul vicario anche in considerazione che lo Stato è gravemente latitante in materia di concorso pubblico per la dirigenza scolastica al punto che dal settembre 2011 oltre 5800 istituzioni scolastiche autonome su 10.100 avranno un dirigente scolastico a mezzo tempo.
Vi chiediamo, facendo appello a tutta la passione che sicuramente Voi avete al futuro della scuola come bene primario per i giovani, a loro volta bene primario della nazione, di fare il possibile per evitare questa mortificazione delle risorse umane e organizzative della scuola, per poter mettere mano ad una vero e moderno piano di rilancio.
Con la convinzione in questo di essere portatori della voce di tutti i colleghi dirigenti delle scuole statali che amano e operano per il bene della scuola !
Distinti saluti.
 
Il presidente
Roberto Pellegatta
   (da DiSAL)


Avvocati e notai contro le liberalizzazioni degli Ordini minacciano il no alla fiducia (da IlSole24Ore)

Più che le intercettazioni poterono gli Ordini: la maggioranza è stata messa sotto scacco dagli Ordini professionali. La norma che dovrebbe essere introdotta in manovra e che prevede la liberalizzazione di alcuni ordini professionali ha infatti creato forti tensioni nella compagine che sostiene il governo Berlusconi.
Nella messa a punto del pacchetto di modifiche ci sarebbero problemi proprio su questa questione. Avvocati e notai all'interno del Pdl hanno infatti minacciato di non votare la manovra se non verrà ritirata la norma. Governo e maggioranza sono al lavoro per risolvere il nodo.

Uno dei punti caldi - spiegano fonti - sarebbe proprio questo anche se il presidente della Commissione Bilancio, Antonio Azzollini, smorza «problemi? Non c'è nessun problema». Ma a quanto risulta uno degli scogli sarebbe proprio quello.
«Io l'emendamento l'ho letto e per come è formulato va semplicemente ritirato perchè svilisce le professioni liberali come quelle degli avvocati esattamente come fece l'ex ministro Bersani nella scorsa legislatura per accontentare Confindustria». Antonino Caruso, senatore del Pdl e avvocato ribadisce la sua contrarietà alla norma contenuta nella manovra. «E' insensato che dopo aver accolto tutti insieme l'appello del Capo dello Stato, una risposta alta della politica in una situazione difficile - osserva Caruso - si sia cercato di svilirla con un colpo di mano costringendo tutti all'accordo su un emendamento inquietante perché - insiste - trasforma gli avvocati in dipendenti degli industriali». Caruso annuncia poi che se il testo non verrà ritirato è già pronto a raccogliere le firme per depositare quanto prima un disegno di legge che cancelli quelle norme: «Poi potrà anche non passare perché non avrebbe la maggioranza dei voti in Senato ma questa è la democrazia, io di sicuro ci proverò».

«Le formulazioni sul tema che stanno sollevando preoccupazioni sono già superate, molti reagiscono a un tema che non c'è, non c'è nelle modalità che stanno circolando, non sussiste» riferiscer il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri, a margine dei lavori della commissione Bilancio di Palazzo Madama.

«E' veramente il colmo: mentre l'opposizione responsabile limita il proprio ruolo emendativo e presenta poche e qualificate modifiche a una manovra sbagliata e ingiusta, dagli avvocati parlamentari del Pdl, da quelli che fanno parte della maggioranza, arrivano minacce di votare no perché nel documento é inserita una norma generica in cui si parla della liberalizzazione delle professioni e si fa riferimento all'abolizione degli ordini. Cos'altro deve succedere perché la smettano di pensare ai fatti loro? Il conflitto d'interessi non é soltanto un problema di Berlusconi, ma di tutti quelli che lo sostengono» è l'amaro commento di Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd.

Verrà riscritto un nuovo emendamento sugli ordini professionali annuncia poi il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, uscendo dallo studio del Presidente del Senato, Renato Schifani. La mediazione del presidente - da quanto si apprende ha avuto buon fine. Nell'emendamento ci dovrebbe essere una distinzione tra gli ordini professionali che sostengono l'esame di Stato e quelli che non lo sostengono.

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