Assunzioni per 67 mila tra prof e ata, al via il 1 settembre. Il punto col segretario Snals
Data: Giovedě, 14 luglio 2011 ore 07:15:08 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Via libera a 67 mila assunzioni nella scuola dal prossimo 1 settembre. Saranno infatti immessi in ruolo 30.482 docenti e 36.488 ausiliari tecnici e amministrativi (Ata). E' questo il risultato raggiunto oggi, a Palazzo Chigi, durante un incontro tra il ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca Mariastella Gelmini, il ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e i sindacati di categoria. E' iniziata cosi' la prevista fase negoziale del Piano triennale per l'assunzione a tempo indeterminato di docenti e Ata, nell'arco degli anni 2011-2013, sulla base dei posti vacanti disponibili in ciascun anno.      
    ''Il piano e' triennale - spiega all'ASCA il segretario generale Snals-Confsal, Marco Paolo Nigi - e riguarda circa 65 mila persone e, per tutti gli anni, i posti vacanti: dunque sono 65 mila nell'anno scolastico 2011-2012 e dal 2012-2013 quanto sara' il turn-over, noi ci siamo sbilanciati a fare un'analisi e pensiamo che siano circa 30 mila persone, tra persone docenti e non docenti, negli anni successivi al primo per un totale alla fine di circa 120-125 mila persone in tre anni''.

Ed e' cosi' che ''al primo settembre entreranno in ruolo circa 65 mila persone che sono persone che coprono un posto libero e vacante sull'organico di diritto e cosi' per l'anno prossimo non ci saranno precari sull'organico di diritto.

Poi, il prossimo anno andranno in pensione altri insegnanti liberando posti sull'organico di diritto e il piano triennale ricopre questi posti delle persone che sono andate in pensione con altrettanti precari che saranno su quell'organico di diritto 2012-2013 e cosi' anche per l'anno successivo''.

Per essere prudenti, a fronte della cifra di 67 mila, e' meglio parlare di circa 65 mila persone ''perche' per esempio nella finanziaria si parla dei docenti inidonei che stanno presso i provveditorati e che dovranno essere o posti in pensione o andare a ricoprire un altro posto. Quindi questi inidonei potrebbero portare a una diminuzione dei 67 mila forse a 65 mila, forse a 64 mila''.

I docenti che entreranno in ruolo, ricorda Nigi, ''sono supertitolati, hanno vinto il concorso, sono abilitati, hanno due-tre lauree, devono fare un anno di prova (i non docenti solo 4 mesi) e alla fine dell'anno di prova diventano ordinari''. Invece, i circa 22 mila docenti precari del prossimo anno ''copriranno un posto libero e vacante, ma sull'organico di fatto, un'invenzione per non rendere disponibili questi posti''. Su questo fronte, ''l'azione del sindacato e' quella di cercare di riunire i due organici di diritto e di fatto attraverso un organico funzionale di istituto pluriennale che dovrebbe metter fine a questa barzelletta: ho persone che coprono posto vacante e disponibile, ma in un organico che non e' di diritto. Se riuscissimo a unificarlo ci sarebbe un'ulteriore immissione in ruolo''.

Tornando all'accordo raggiunto oggi Nigi ricorda che ''abbiamo fatto un accordo, il culmine di un percorso di grandi richieste dei sindacati, ma e' solo un accordo che va concretizzato in sede Aran con un atto di indirizzo che il Governo si e' impegnato a predisporre per domani dove i sindacati con l'agenzia tratteranno per sistemare la definizione dell'immissione dei ruoli di queste 65 mila persone. Questo atto di indirizzo, oltre i numeri precisi, avra' anche un meccanismo che congelera', rendera' meno oneroso la cosiddetta 'ricostruzione di carriera' di questi precari''. Quindi domani va l'atto di indirizzo ''verosimilmente martedi' saremo convocati noi come sindacati rappresentativi, Cigl, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda, l'Ugl non sara' al tavolo, e martedi' si arrivera' a stringere per dire come funziona un'immissione in ruolo in invarianza di spesa''.

Il Piano, come ricordato dal ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, gia' deciso e approvato da alcuni mesi, ''evitera' la formazione di nuovo precariato in futuro e risponde ad una nuova filosofia: prevede infatti esclusivamente assunzioni basate sul reale fabbisogno del sistema d'istruzione, come sara' sempre, d'ora in poi, per tutte le assunzioni nel mondo della scuola''.

Il Piano e' ''ad invarianza dei saldi di finanza pubblica e agisce in continuita' e coerentemente con la politica di razionalizzazione''.

L'accordo raggiunto oggi a palazzo Chigi, ha commentato il ministro Mariastella Gelmini, ''ha un particolare significato. Dal prossimo anno scolastico il piano di assunzioni trovera' piena attuazione, garantendo da un lato stabilita' al personale della scuola e dall'altro la continuita' didattica, indispensabile per elevare la qualita' dell'offerta formativa''.

''Ad invarianza di spesa - ha concluso - come e' doveroso in un momento di crisi, siamo riusciti a dare una risposta forte al precariato. Questo risultato e' frutto della collaborazione fra Governo e sindacati a cui va il mio ringraziamento''.   (ASCA)

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