Bossi è un vero artista della dattilologia.
Data: Martedì, 12 luglio 2011 ore 21:45:00 CEST
Argomento: Opinioni


Oggi l’Arte è qualsiasi cosa che si riesce a fare restando impunito. Se una volta l’arte forniva una rappresentazione del mondo, oggi è strumento per criticarlo e contestarlo. Immaginatevi, che so, di creare una scultura (che sia un gigantesco dito medio, duro, eretto ed alzato) e poterla piazzare davanti alla Borsa come un gigantesco vaffa… nei confronti del denaro e del potere. Qualcuno l’ha fatto, appunto. Il gesto del dito medio alzato è offensivo e volgare, è un augurio ad altri di subire rapporto (bunga bunga!) e violenza anale; il dito può essere accompagnamento dal movimento del gomito e del braccio per rafforza l'idea della penetrazione. Le origini di questo gesto sono antichissime. Questo gesto del digitus impudicus ("dito sporcaccione") è presente nella commedia “Le Nuvole” di Aristofane. Personalmente preferisco una interpretazione meno dotta, popolare e più recente dell’origine del vai a prenderlo… Siamo nella Guerra dei 100 anni tra Inglesi e Francesi: La grande risorsa in più dell'esercito inglese erano gli arcieri, che come si sa usano l’indice e il medio per fare scoccare le frecce. Per questa ragione, ad ogni arciere catturato dai Francesi venivano amputate le due dita. Gli inglesi allora, prima di ogni battaglia, mostravano agli avversari le due dita che formavano la classica "V" poi resa celebre da W. Churchill (la "V" di "Vittoria"), che mostrava verso l'esterno il palmo della mano e non il dorso. Ultimamente il fautore del dito medio “duro” è Bossi. Domenica 10 luglio il Senatur lo ha mostrato (in duo col ministro Calderoli) in riferimento al tricolore italiano, mentre sul palco di Besozzo un pugliese scritturato cantava “il tricolore è la nostra bandiera”. Un gesto che non è piaciuto al presidente della Repubblica e agli Italiani che stanno celebrando i 150 anni dell’unità. Bossi ha offeso di nuovo la bandiera italiana e calpestato la costituzione nel suo articolo 12. E’ recidivo perché tanto lui è “parlamentare” e parla anche con le dita. Purtroppo nel gennaio del 2002 la Camera ha votato (311 contro 185) “no” alla concessione dell'autorizzazione a procedere nei confronti del Senatur per l'accusa di vilipendio alla bandiera. Montecitorio confermando quanto deciso dalla Giunta per le autorizzazioni a procedere, che aveva giudicato insindacabili le affermazioni del ministro per le Riforme considerandole "opinioni espresse nell'esercizio delle sue funzioni" come recita l'articolo 68 della Costituzione. Bossi dovrebbe pensare che ci sono più di 9.000 militari italiani che rischiano la vita sotto il tricolore. Oggi in Afghanistan è morto, per una mina, il caporal maggiore Roberto Marchini di 28. Già nel maggio del 2001 Bossi era stato condannato a un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, per vilipendio della bandiera dal giudice di Cantù per alcune frasi pronunciate nel comizio del 26 luglio del 1997 a Cabiate (Como), durante la festa della Padania. Nel suo intervento, Bossi si riferì alla bandiera tricolore che sventolava su una scuola vicina, affermando, tra l'altro: "Quando vedo il tricolore mi incazzo. Il tricolore lo uso per pulirmi il c***". Il vecchio Prof. del sud ha un cuore italiano. Ricordo che nel 1961 Modugno fu il protagonista nella commedia musicale Rinaldo in campo di Garinei e Giovannini. Fu definito il più grosso successo teatrale di tutti i tempi avvenuto in Italia registrando record d'incassi mai raggiunti in questo campo. Lo spettacolo era nato per celebrare i cent'anni dell'Unità nazionale, altri tempi! Il re degli urlatori, mister volare, faceva sventolare con le sue le note la comune bandiera: “Col bianco delle nevi delle Alpi, col verde delle valli di Toscana, col rosso dei tramonti siciliani… Col bianco dei colombi di San Marco, col verde dei miei prati in Lombardia, col rosso dei papaveri abruzzesi… Col bianco dei capelli di mia madre, col verde di due occhi tanto belli, col rosso, rosso sangue dei fratelli… Noi facemmo una bandiera: bianca rossa e verde la bandiera tricolor!” A scuola media sono cresciuto con queste parole, un po’ retoriche, teatrali, ma vere. In quel periodo il simbolo del PCI non mi calava giù perché presentava un pezzettino del tricolore, piccolo piccolo, nascosto sotto/dietro una grande bandiera russa, con la falce e il martello. Oggi il logo del PD mi piace di più: le iniziali del partito democratico sono al centro dei tre colori che ricordano l’unità l’Italia. Francesco Tricarico, quello di “Puttana la maestra!”, a Sanremo 2011 ha interpretato la sua canzone 3 Colori:“Quelli sul confine hanno una bandiera rossa, quelli nella nebbia hanno una bandiera verde, quelli in cima al monte hanno una bandiera bianca: verde la speranza, rosso il sangue di frontiera, neve bianca-neve i cuori abbraccerà…” So che le dita parlano. Con il LIS comunichiamo con i portatori di sordità. Il Cristo pantocratore ci parla con le pietre dei mosaici. Le sue tre dita aperte della mano destra non sono l’immagine delle corna ma il simbolo dell’unità e trinità del dio cristiano. Così come la mano benedicente del pope orientale racchiude il nome del salvatore. So che i rapper - nei loro concerti - non fanno le corna. Usando il pollice aperto creano una I L, che significa I Love, mi fai impazzire. Sono artisti e usano il linguaggio universale dell’Arte. Anche Bossi mi sembra un vero artista, anche se da strapazzo, che è facile da far rimare… P.S. Comincio ad avere in antipatia uno dei tre colori. Non è difficile indovinare quale. Giovanni Sicali giovannisicali@gmail.com





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