Unicobas: Vogliono impedire i ricorsi. Sempre più difficile difendersi dalle ingiustizie
Data: Martedì, 12 luglio 2011 ore 17:47:52 CEST
Argomento: Sindacati


Questa tassa iniqua porterà 103 milioni di euro nelle casse del Governo

Resi sempre più difficili anche i ricorsi al giudice di pace avverso le mute stradali, pensiamo in particolare a quei comuni che si stanno arricchendo attraverso l’installazione degli autovelox: veri e propri congegni per pedaggio. Infatti è scattato il 6 luglio l’aumento dal 10 al 20 % del contributo unificato che deve essere pagato da chi presenta ricorso al giudice di pace contro una multa stradale
Da oggi chi presenti un ricorso in materia di appalti, anche per importi modestissimi, è tenuto al versamento di un contributo unificato pari a duemila euro, analogo versamento (altri duemila euro) occorre poi effettuare laddove sia necessario presentare motivi aggiunti al ricorso.

Il contributo unificato, vale a dire “quella peculiare tassa dovuta dai soggetti in forza di una esigenza giurisdizionale ovvero di un’attività pubblica richiesta allo Stato”, è così divenuto, in tema di appalti pubblici, l’irragionevole richiesta “fiscale” avanzata dallo Stato, al di là del valore e della rilevanza della causa.
Si addebita al ricorrente un costo - totalmente anticipato - solo perché esercita una legittima facoltà riconosciuta dalla Costituzione.
Questo meccanismo limita l’esercizio del diritto di difesa, tutelato  dalla Costituzione.
Coerentemente ai principi di uguaglianza sanciti dall’articolo 3  della Costituzione, il sistema fiscale è informato ai principi di progressività,  l’incidenza del prelievo dovrebbe quindi crescere con l’aumentare della ricchezza sulla cui base il prelievo stesso è imposto. È legittima la previsione di un contributo unificato che in maniera del tutto indipendentemente dai principi di progressività grava solo per l’oggetto della causa, e a prescindere dal valore della stessa?


Queste norme pongano una questione di democrazia, perché di fatto rendono molto difficile il controllo di legalità sull’attività della pubblica Amministrazione, in quanto scoraggiano oltre ogni ragionevole misura la tutela giurisdizionale.
Basti pensare all’introduzione del contributo di ben 600 euro per i ricorsi straordinari, che invece erano sino a ieri un mezzo di tutela economico (per quanto lentissimo nei risultati).
Si afferma sempre più il principio che la tutela giurisdizionale è un fastidio per i "manovratori". Ma solo quando proviene dai cittadini per così dire "più piccoli", e non certo quando è collegata ai grossi affari. Insomma, questa manovra impone l’idea che la giustizia è solo al servizio dei ricchi e dei potenti.
Ed invece sono proprio i più deboli ad aver più bisogno del servizio della giustizia, perché non possono tutelare i propri interessi con la forza del denaro o delle conoscenze influenti, né con lo scambio di favori.

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Oggetto:
Protestiamo contro la tassa per le cause di lavoro, di previdenza e assistenza obbligatoria, comma 6 dell’ art. 37 del D.L. 98/2011

Testo:
Chiediamo che in sede di conversione del decreto legge 98/1011 la previsione sui costi del processo del lavoro sia definitivamente accantonata.  La gratuità dei procedimenti giudiziari in materia di lavoro e di previdenza ed assistenza obbligatorie era rivolta a favorire un accesso agevole alla giustizia per la tutela dei propri diritti da parte dei lavoratori e delle parti deboli del rapporto giuridico considerato.
Con l’introduzione del contributo unificato salta uno dei principi fondanti il diritto del lavoro in questo Paese.
Pretendiamo pertanto lo stralcio del comma 6 dell’ art. 37 del D.L. 98/2011


Unicobas Scuola
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