Il Sole24Ore illumina i lati oscuri di una sentenza giudiziaria per un possibile tema in classe.
Data: Martedì, 12 luglio 2011 ore 01:00:00 CEST Argomento: Redazione
Ho evitato di
leggere i giornali comunisti e in qualche modo al soldo di De
Benedetti. Non ho seguito neppure gli editoriali dei giornali
berlusconiani. Ho passato in rassegna le prime pagine del Sole24Ore del
10/07/11. Personalmente, da più di 25 anni compro - ogni domenica - il
quotidiano della Confindustria per l’ottimo inserto culturale utile al
mio auto-aggiornamento di docente. Ormai le notizie ci arrivano dagli
schermi delle TV dalle Radio e da ogni strumento teconologico. Per le
opinioni invece bisogna confrontarsi con firme di scrittori che, su una
data vicenda (es. sul cosiddetto Lodo Mondadori), non siano di parte.
Stefano Folli, Angelo Minguzzi, Barbara Fiammeri, Giovanni Negri e
Simone Filippetti mi hanno aiutato – ieri - a capire qualcosa
sulla sentenza di condanna della Fininvest, depositata dai
giudici della seconda sezione civile del Tribunale di Milano.
Delle 283 pagine di testo pdf ho studiato con attenzione da
pagina 159 a 183: “La sentenza sull’impugnazione del Lodo dovuta
secondo diritto”. La Fininvest di Silvio Berlusconi è stata
condannata a pagare 540.141.059 euro (più 20 milioni tra interessi
legali, spese processuali e legali) alla Cir di Carlo De Benedetti nel
processo d'appello sulla spartizione del gruppo Mondadori alla holding
del biscione nell'aprile 1991. Secondo il collegio milanese Berlusconi
è "corresponsabile" della corruzione che nel 1991 portò il giudice
Vittorio Metta ad assegnare alla Fininvest il controllo della
Mondadori. I commenti delle parti in causa sono arrivati pochi minuti
dopo i lanci di agenzia del sabato mattina. Mi chiedo però se i
dichiaranti avevano letto le 283 pagine della sentenza depositata alle
8.30.
Marina Berlusconi, presidente di
Fininvest: “È una sentenza che rappresenta l'ennesimo scandaloso
episodio di una forsennata aggressione che viene portata avanti da anni
contro mio padre, con tutti i mezzi e su tutti i fronti, compreso
quello imprenditoriale ed economico”. Per la Cir di De Benedetti,
invece, la sentenza conferma ancora una volta che nel 1991 la Mondadori
fu sottratta alla Cir mediante la corruzione del giudice Vittorio
Metta, organizzata per conto e nell'interesse di Fininvest. E comunque,
come ribadiscono i giudici di Milano, “il contenzioso giudiziario
sul Lodo Mondadori, relativo a fatti avvenuti oltre venti anni fa,
riguarda una storia imprenditoriale ed è completamente estraneo
all'attualità politica”. Tra i due litiganti c’è l’opinionista de
Il Sole24Ore: “Come ogni sentenza, la decisione della Corte d'appello
di Milano deve essere rispettata nel merito e nella forma. Ciò che
comunque va assolutamente evitato è la strumentalizzazione del caso e
l'insorgere di un nuovo scontro tra politica e giustizia in una fase
tanto delicata per il Paese. Tanto più che le strade legali non si sono
affatto esaurite”.
Il diretto interessato, il premier
Silvio Berlusconi, sceglie la linea del silenzio e non telefona neppure
alla festa del Pdl a Mirabello, perché vuole evitare reazioni a caldo
sulla sentenza e ritiene importante la difesa dell'economia italiana e
dei mercati. Continuo la lettura del quotidiano “paglierino” per
cercare di capire se si tratta di una sentenza politica contra aziendam
oppure sentenza economica inter aziendas. Tertium datur? Mi convinco
che: datur, datur! Si tratta di un terzo tipo di sentenza: quella
etica e sui valori morali. La Magistratura, per la terza volta
(calcolando la sentenza della Cassazione nel processo penale e i due
gradi del processo civile), ha riconosciuto il reato di corruzione da
parte della Fininvest ai danni della Cir.
Se
fosse in corso l’anno scolastico, avrei già proposto ai miei alunni un
tema di educazione civica sulla corruzione e la concussione nella
nostra società! Il metodo storico critico e la filosofia mi hanno
insegnato ad andare oltre le apparenze e la forma per arrivare al
contenuto e alla sostanza, che costituiscono l’essere. “Gratti
un verdetto e ne vinci un altro. La peculiarità della sentenza emessa
dalla Corte d'Appello di Milano è che, a leggerla bene, di sentenze ce
ne sono due. La prima è quella che va a confutare la tesi degli
appellanti (Fininvest) contro il verdetto di primo grado (di condanna)
emesso dalla decima sezione civile presieduta da Raimondo Mesiano.
Paradossalmente però la più interessante è la seconda: quella contenuta
da pagina 159 a pagina 183 (che tecnicamente non è un verdetto ma una
valutazione). Cioè quella in cui i giudici hanno riavvolto il nastro
indietro di vent'anni per ripercorrere, in una sorta di simulazione di
giudizio, le tappe del processo che ha portato alla decisione della
Corte d'Appello di Roma presieduta dal giudice (corrotto!) Vittorio
Metta”. (Sole24Ore).
La presidente della Mondadori, Marina
B., è tutta preoccupata delle sorti economiche delle aziende di
famiglia e non si accorge neppure che il cav. B. è definito per 18
volte “dominus Corruttore”, anche se ormai prescritto! E la figlia non
spende una sola parola per difenderlo? Mi sarei aspettato uno scatto di
dignità non una stima della somma da versare alla Cir… Come sono
lontani i tempi di Francesco I, che dando sue notizie alla madre Luisa
di Savoia, scriveva dalla prigione “Tutto è perduto, fuorché
l’onore!”. B. e i suoi familiari gridano allo scandalo, mentre il
vero scandalo resta il gigantesco conflitto di interessi irrisolto. Con
buona pace di Montesquieu.
Nella tranquillità della sera e nella
calura di un lunedì di mezzo luglio, mi tornano alla mente le parole di
Umberto Bossi: “È una sentenza pesante. Spero non sia politica”.
Viva l’Italia e il 150.mo della sua
unità!
Giovanni Sicali
giovannisicali@gmail.com
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