La manovra taglia e la scuola deve ricucire. Perché la razionalizzazione della spesa va a discapito dei docenti.
Data: Lunedì, 11 luglio 2011 ore 07:49:41 CEST
Argomento: Rassegna stampa


Razionalizzazione significa in linguaggio volgare tagli, tagli e ancora tagli, anche se il comma 1 sembra andare in controtendenza: infatti i commissari straordinari dell’Invalsi e dell’Ansas avviano «urgentemente» un programma «straordinario» di reclutamento che, nell’arco di un anno, entro l’agosto 2012, dovrebbe ampliare l’organico entro il “limite” dell’80% delle entrate correnti complessive.  
CONTRADDIZIONE IN TERMINI. Si tagliano i posti disponibili per insegnanti, docenti di sostegno e personale Ata ma si incrementano le assunzioni per questi enti dai contorni indefiniti. Non era urgentemente necessario risparmiare? Che cosa sono questi enti?
L’Invalsi è l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione, quindi i suoi compiti sono relativi alla verifica periodica e sistematica delle conoscenze e abilità degli studenti e della qualità dell’offerta formativa delle varie scuole, oltre a predisporre i testi della terza prova comune per gli esami di terza media.
LA VIGILANZA DEL MINISTERO. Mi sembra importante sottolineare che L’Invalsi è soggetto alla vigilanza del ministero della Pubblica Istruzione che individua le priorità strategiche delle quali l'Istituto tiene conto per programmare la propria attività.
L’Ansas dal 1° settembre si chiamerà Indire, ovvero Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, considerato come ente di ricerca «con autonomia scientifica, finanziaria, patrimoniale, amministrativa e regolamentare».
IL PERSONALE SCOLASTICO PENALIZZATO. Non è una contraddizione incrementare il personale in enti che si occupano di ricerca, documentazione, valutazione del sistema educativo, mentre la scuola, quella vera, fatta da studenti, docenti, presidi e personale Ata viene costantemente penalizzata? Secondo voi chi è veramente sul campo, gli insegnanti alle prese con classi di trenta e più alunni o i “ricercatori” nei loro comodi uffici? In ogni caso la manovra prevede al comma 3 di istituire un fondo apposito finalizzato al finanziamento del sistema nazionale di valutazione, grazie alle risorse derivanti dalla razionalizzazione. Mi chiedo dove sia andata a finire la razionalità …
Il tetto dei 1.000 studenti

Sistemate queste importanti questioni si torna alla realtà ( commi 4 e 5): le scuole dell’infanzia, le scuole elementari e le scuole medie inferiori saranno accorpate in istituti comprensivi, allo scopo di «garantire un processo di continuità didattica nell’ambito dello stesso ciclo di istruzione, ovvero la scuola dell’obbligo».
C’è però una condizione: gli istituti potranno essere autonomi solo se avranno un numero di iscritti pari ad almeno 1.000 studenti. Le scuole con la metà degli alunni non potranno avere un preside con incarico a tempo indeterminato, ma saranno accorpate con altri istituti con un dirigente che farà la spola tra una scuola e l’altra. Tutto ciò naturalmente gioverà alla continuità didattica, vero?
IL CONGELAMENTO DEGLI ORGANICI. Al comma 6  e 7 si prevede il congelamento degli organici: per fortuna non significa che gli insegnanti saranno ibernati fino al superamento della crisi, per determinare un risparmio delle risorse, ma che gli organici successivi all’anno scolastico 2011/2012 non potranno prevedere un numero maggiore di docenti, anche se gli studenti dovessero aumentare. Forse in seguito si potrebbero soppalcare le aule per contenere fino a 40 e più alunni … Mai dire mai.
INUTILI COMMISSIONI PARLAMENTARI. Il comma 10 prevede il parere delle competenti Commissioni parlamentari ogni volta che il ministro dell’Istruzione di concerto con il ministro dell’Economia modificano i parametri che determinano la consistenza complessiva dell’organico. Una modesta proposta: non si risparmierebbe di più eliminando le apposite Commissioni parlamentari?
Il nuovo processo di 'allocazione' degli insegnanti di sostegno

L’organico dei posti di sostegno (comma 11) resterà invariato, «fermo restando che è possibili istituire posti in deroga allorché si renda necessario». Però si afferma anche che le commissioni mediche che decidono se assegnare o meno un docente di sostegno saranno integrate  con un rappresentante dell’Inps, che parteciperà a titolo gratuito.
CORSI DI FORMAZIONE PER DOCENTI DELLA CLASSE. Leggo una doppia valenza in questa affermazione: da un lato la volontà di evitare eventuali frodi, dall’altro la possibilità di mettere in dubbio l’esistenza di un problema di disabilità. In ogni caso il comma prevede che per assicurare la necessaria integrazione e attività didattica si dovrà usufruire tanto dei docenti di sostegno quanto dei docenti della classe, che dovranno frequentare corsi di formazione sulle modalità di integrazione degli alunni disabili.
Negli ultimi commi si parla dei docenti che non possono più insegnare per motivi di salute, magari malati di cancro, che dovranno presentare domanda per diventare personale tecnico-amministrativo.
LA MOBILITÀ INTERCOMPARTIMENTALE. Nel caso in cui non ci siano posti disponibili il ministro dell’Istruzione, sempre di concerto con il ministro per la Pubblica amministrazione e l’innovazione e con il ministro dell’Economia prevede la mobilità intercompartimentale, ovvero il trasferimento  in altri settori della pubblica amministrazione all’interno della Regione in cui il personale è attualmente assegnato ma anche in un’altra Regione, nell’ambito dei posti disponibili.
Questo è tutto, salvo ulteriori sorprese ferragostane. Credo che ogni commento sia superfluo,  bastano i fatti.  ( di Nadia Marchetti  da Lettera43)

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